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15/10/2007

ECO&EQUO - HAIDI GIULIANI E CELESTE VICENTE, DUE STORIE DI LOTTA E DI DOLORE

Due donne minute, due storie di lotta e di dolore, due eta` allapparenza lontane perche` una e` madre e una e` figlia. Una distanza geografica, fra lItalia e lArgentina, e due periodi storici lontani che non differenziano pero` il bisogno e il desiderio di avere giustizia e, soprattutto, di conoscere la verita`. Haidi Giuliani e Celeste Quintana Vincente si sono incontrate ad Eco&Equo, la Fiera dellattenzione sociale, ambientale e delleconomia alternativa, promossa ad Ancona dallassessorato ai Servizi sociali, Immigrazione e Ambiente della Regione Marche. Quello che e` successo a Genova dice Haidi Giuliani, la mamma di Carlo Giuliani, il giovane ucciso durante il G8 del luglio 2001 e` solo la punta di un iceberg. Dal Dopoguerra ad oggi, ci sono almeno 150 persone che sono state uccise dalle forze dellordine, specie giovani, le cui famiglie, madri, padri, sorelle, fratelli non hanno trovato la verita` che cercano. Molti di loro li ho incontrati e ho raccolte le loro storie in un sito, www.reti-invisibili.net. Genova ha dimostrato, ancora una volta, che la vigilanza e` necessaria, che i diritti non si conquistano una volta per tutte e che la Costituzione va tutelata e difesa, per noi stessi, per i nostri figli. E figlia, 21 anni, e` Celeste Quintana Vicente. Per la prima volta in Italia, parla di H.I.J.O.S., lAssociazione dei figli dei desaparecidos e dei perseguitati politici dellArgentina, 30 mila scomparsi e circa 100 mila detenuti politici fra il 1976 e il 1983. Non parla di suo padre, otto anni nelle carceri militari della dittatura, ma traduce i sentimenti in impegno, condiviso con i suoi coetanei che non vogliono dimenticare e vogliono giustizia. Stiamo ancora festeggiando per la condanna allergastolo di quattro giorni fa del cappellano militare, Christian Von Wernich, per reati contro lumanita` - racconta Celeste -, un episodio esemplare ma che non ci basta. Noi continuiamo a chiedere che quelli che furono i torturatori di allora, e che oggi conducono una vita piu` che normale nella nostra societa`, vengano processati, condannati e messi a scontare la propria pena in carceri normali, non agli arresti domiciliari o in carceri `vip perche` sono in eta` avanzata. Celeste spiega che, in Argentina, quelli che hanno permesso alla dittatura militare di affermarsi sono i poteri economici ed ecclesiastici che oggi impediscono di processare i colpevoli perche` li proteggono. Noi abbiamo raccolto il testimone delle Madri di Plaza de Mayo e condividiamo con loro la voglia e la forza di continuare questo processo di lotta. E lo facciamo anche perche`, oggi, continuano le denunce per le persecuzioni, per le repressioni. Ancora oggi, il sistema argentino mostra caratteristiche che sono purtroppo simili a quelle di trentanni fa. Noi non vogliamo.