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21/09/2007

APERTURA AD ASSISI DELLE INIZIATIVE PER IL DECENNALE DEL TERREMOTO CHE COLPI` MARCHE E UMBRIA - SPACCA: UNA RICOSTRUZIONE CHE HA GUARDATO AL FUTURO. LEGITTIMO ORGOGLIO DI FRONTE ALLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE

Assisi- Credo non vi sia luogo migliore del Sacro Convento per identificare quellevento che sconvolse Marche e Umbria. Il simbolo della gravita` e dello sconvolgimento, consegnato alla comunita` internazionale dalle tremende immagini che fecero il giro del mondo. Una sensibilita` internazionale che si attendeva da quel momento risposte concrete e rapide da tutti noi. Ebbene, oggi siamo qui a registrare la soddisfazione per cio` che abbiamo saputo compiere: una ricostruzione che ha guardato al futuro e non alla contingenza. Cosi` il presidente della Regione, Gian Mario Spacca in apertura del suo intervento alla giornata iniziale del Decennale del terremoto, ad Assisi, alla presenza di Anna Rita Lorenzetti, presidente dellUmbria, dellassessore regionale ai lavori Pubblici e Ricostruzione , Gianluca Carrabs, di Monsignor Luigi Conti, presidente della Conferenza Episcopale marchigiana, di molte altre personalita`, tra le quali Maria Luisa Polichetti, vice commissario per i Beni culturali, e Luciano Marchetti, commissario delegato per i beni culturali Marche-Umbria . Siamo qui anche a testimoniare ha continuato il Presidente- il nostro legittimo orgoglio per la capacita` di risposta ad un evento che toccava la storia culturale dItalia. Non lorgoglio solo delle istituzioni, delle tante amministrazioni impegnate, ma di tutti i cittadini, della comunita` civile e politica che si e` unita ed ha partecipato appassionatamente e unanimemente al processo di ricostruzione. Una prova che onora lintero Paese di fronte alla comunita` internazionale, se lEuropa oggi studia lesempio di gestione delle crisi di Marche e Umbria. Dallo sconvolgimento profondo, come sempre accade, si rinnovano valori e culture, si da` vita ad un patrimonio di esperienza che non ha eguali ma che rimane a disposizione di tutti. Un concetto ripreso da piu` interventi, anche dal presidente dellUmbria che, tra laltro, ha definito lattivita` di ricostruzione un balzo in avanti per letica politica e la coscienza pubblica. E stato scritto un capitolo importante ed esemplare ha proseguito il presidente Spacca- di come si doveva reagire ed agire: non rassegnazione, ma spirito di intraprendenza. Una risposta eccellente sotto molti profili: dalla sicurezza dei cantieri, alla normativa davanguardia, alla capacita` di adattamento degli interventi ad un territorio morfologicamente particolare, alla correttezza amministrativa degli atti su cui la Corte dei Conti non ha mosso rilievi. Tutto cio` con una forte impronta di programmazione, che ha visto levolversi di standard qualitativi sempre piu` elevati, grazie anche alla Ricerca e a alla Scienza che si sono messe a disposizione dellopera di ricostruzione. Questo e` accaduto anche per il recupero del patrimonio culturale, dei monumenti e delle tante chiese riaperte per la volonta` di ridare vita alle comunita` locali. Il Presidente ha poi ricordato che lintero territorio delle Marche, per densita`, e` stato definito bene storico- culturale e che furono danneggiati 2300 beni culturali, il 58 per cento di proprieta` ecclesiastica. Per il recupero ormai di circa la meta` dei beni danneggiati si e` lavorato con la logica della pianificazione e della concertazione con le comunita`, sulla base di priorita` condivise. Oggi possiamo affermare - ha proseguito Spacca che la ricostruzione e` stata di qualita`, impiegando 2827 milioni di euro. Abbiamo evitato fenomeni degenerativi tanto che per la prima volta in caso di calamita` naturali il valore della stima dei danni non e` stato mai modificato in seguito, a dimostrazione del rigore nellattivita` di verifica effettuata fin dai primi giorni. Un modello anche il nostro sistema di Protezione civile formatosi a livelli altissimi dal 97 e ormai chiamato ad intervenire a livello mondiale in caso di calamita`. Non a caso anche larea balcanica, su progetto della Unione Europea, fa riferimento alla nostra esperienza di ricostruzione. Un progetto che vede Offida, sede di un centro di riferimento per lo studio del consolidamento sismico, il recupero e la riqualificazione dei centri storici. (ade)