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21/09/2007

DIECI ANNI DAL TERREMOTO: IL RECUPERO DEI BENI CULTURALI, DAL RISCHIO ALL’OPPORTUNITA’

Terremoto, Cultura, Comunita`. Il terremoto ha toccato una quantita` rilevante dei beni culturali delle Marche: 2.385 sono stati i beni monumentali danneggiati dalla crisi sismica. Per questo sin da subito la Regione ha approntato e implementato azioni finalizzate al pieno recupero dei singoli beni. Restituire alla fruizione pubblica il patrimonio architettonico, culturale ed artistico, e` stato da subito un disegno preciso. Non solo una via per la rinascita e lo sviluppo dei tanti borghi, paesi e citta` dellentroterra e delle aree montane, ma anche la restituzione alle comunita` cosi` fortemente provate dei propri simboli e punti di riferimento, sottolinea il presidente della Regione Gian Mario Spacca. Infatti una priorita` e` stata proprio quella di ristrutturare i tanti luoghi di culto, di cui e` tanto ricco il nostro territorio, per garantire alle popolazioni i tradizionali momenti di ritrovo, come ad esempio le funzioni religiose. Il recupero parte subito. I beni monumentali interessati dalla crisi sismica sono stati tempestivamente censiti ed inseriti nel Piano di ripristino,recupero e restauro previsto dallart.8 della L.61/98, definito dIntesa tra la Regione Marche ed il Ministero per i beni e le attivita` culturali, fra i primi interventi avviati si segnalano Madonna del Piano, abbazia di S.Salvatore e chiesa di S.Lorenzo in Degnano nel comune di Serravalle di Chienti , la Chiesa di Santa Maria in Via a Camerino:, la cattedrale di S.Venanzio la chiesa dei SS. Biagio e Romualdo e lOratorio della Carita` (ex Biblioteca Comunale) a Fabriano, la chiesa di S.Michele Arcangelo in Torricchio nel comune di Pievetorina (MC) , solo per citare alcuni tra i piu` rilevanti primi interventi di recupero avviati. Grande attenzione e` stata data anche ai borghi e centri storici: un'importante esperienza nella regione e` quella dei programmi per il recupero dei centri, urbani e rurali, di particolare interesse. Sono stati coinvolti ventiquattro Comuni e quasi cento localita`. Il particolare interesse e` stato definito da Marche e Umbria sulla base di criteri omogenei quali la rilevanza storico - monumentale e paesaggistico - ambientale dei centri. Dal rischio allopportunita`. Esempio di come a volte i pericoli possono diventare opportunita` e` dato dallesperienza dei depositi attrezzati di Camerino e Fabriano, realizzati da Regione e Ministero per i Beni e le Attivita` culturali dopo la crisi sismica e finalizzati alla conservazione delle opere darte provenienti dagli edifici danneggiati. In particolare quello di Fabriano , situato presso lantica sede delle cartiere Milani si e` trasformato in vero e proprio centro espositivo aperto ai cittadini, avviando cosi` un processo di diffusione della conoscenza e di valorizzazione dei beni, in attesa del loro ritorno presso la localizzazione originaria. Altro caso: lIntesa tra Regione e Soprintendenza, ha consentito di integrare le risorse, altrimenti insufficienti, necessarie a garantire il restauro di beni storico-artistici di eccezionale valore la cui scoperta e` emersa proprio nel corso dei lavori post sisma. Alcuni esempi tra i tanti: la scoperta dello straordinario ciclo di affreschi trecenteschi di Mello da Gubbio nel catino absidale della chiesa di S.Francesco ubicata nel centro storico di Cagli in provincia di Pesaro-Urbino, ciclo rinominato da Vittorio Sgarbi come il Meglio da Cagli per maturita` artistica ed espressiva. La scoperta nella chiesa di S.Francesco ad Amandola, in provincia di Ascoli Piceno, di un affresco di grandi dimensioni di una Madonna in trono con Santi della fine del `400. Nella Chiesa di Santa Maria Castellare a CastelSantangelo sul Nera (Macerata) di pregevoli affreschi della scuola di Paolo da Visso (XV sec) al di sotto delle tinteggiature e dellabside trecentesca, sotto il solaio ligneo di sostegno del coro crollato a seguito del sisma. Innovazione e collaborazione interistituzionale. La politica di recupero del patrimonio culturale regionale ha seguito una traiettoria innovativa e una metodologia scientifica, divenuta best practice a livello nazionale, mirando a recuperare e prevenire, per il futuro, la vulnerabilita` attraverso la riduzione del rischio sismico. La collaborazione con lUmbria e con la Soprintendenza ha consentito di ottimizzare e razionalizzare gli interventi. In questo modo sono state create le basi per una migliore conservazione dei beni, a vantaggio del turismo, delle comunita` locali, delle generazioni attuali e future. Il bilancio dopo dieci anni. Dei 2385 beni danneggiati 869 sono stati restaurati, 171 cantieri sono in corso, 21 da attivare, per un ammontare complessivo pari a circa 529 milioni di euro. 95 insediamenti urbani e rurali danneggiati di cui il 63% composto da centri e nuclei storici ormai quasi interamente recuperati (80%) ed in corso di completamento attraverso specifici strumenti innovativi, i programmi di recupero post sisma, su cui sono stati impegnati complessivamente oltre 427 milioni di euro per interventi infrastrutturali, interramento delle reti tecnologiche, risanamento di dissesti e riparazione del danno degli aggregati edilizi. Il 58% del patrimonio monumentale danneggiato e` di proprieta` ecclesiastica: si evidenzia cosi` il forte radicamento del sentimento religioso nella popolazione e la forte compenetrazione della storia della nostra regione con la storia della Chiesa. Tale patrimonio ha costituito nel corso dei secoli un vera e propria forma di presidio sociale e di organizzazione territoriale che ha alimentato la coesione e lo spirito di solidarieta` della comunita`. Il 33% dei beni danneggiati e` di proprieta` pubblica (municipi, teatri, musei, pinacoteche, ecc): e` stato investito rispettivamente il 44% (233 milioni di euro) ed il 46% (244 milioni di euro) delle risorse statali ad oggi destinate alla loro riparazione, con miglioramento sismico, con laggiunta per i beni pubblici anche di interventi di recupero funzionale, che ha consentito di ripristinare funzioni essenziali per le comunita`. La cultura della prevenzione. Recupero e rilancio sono obiettivi che si raggiungono anche attraverso la formazione e la professionalita` di operatori e volontari, per questa ragione in questi anni la Regione, anche in collaborazione con la Sovrintendenza per i Beni Culturali, ha investito molto su questo versante. Come nel caso del corso inerente il volontariato nella salvaguardia dei beni culturali in emergenza. Nel controllo del territorio e nella segnalazione delle situazioni a rischio, infatti, il volontariato riveste da sempre un ruolo fondamentale, partecipando cosi` a pieno titolo al servizio di protezione civile.(f.b.)