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19/07/2007

LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DEL MATERIALE DI DRAGAGGIO PORTUALE

Il materiale di dragaggio portuale e` una risorsa preziosa, non un rifiuto. Va riutilizzato e non disperso in mare. Per favorire il suo uso, la Giunta regionale ha approvato le linee guida che agevolano la gestione corretta dei fanghi ripescati. Lobiettivo e` quello di promuovere ladozione delle migliori tecniche per la difesa della costa e la tutela dellambiente. La Regione, inoltre, favorira` il raggiungimento di accordi con le autorita` interessate per consentire lutilizzo del dragato. A questo proposito, incentivera` la costituzione di societa` consortili tra lAutorita` portuale di Ancona, i comuni e le societa` interessate ai porti marchigiani, al fine di promuovere una gestione associata delle attivita` di manutenzione. Le linee guida indicano anche le zone dove dintesa con i comuni interessati e` tecnicamente possibile realizzare cinque casse di colmata, destinate a deposito e riutilizzo del materiale di escavazione. Sono quattro le localita` individuate, in via preliminare, lungo la costa marchigiana: Ancona (zona frana), Falconara (zona Montecatini), Fano (due interventi), San Benedetto del Tronto. Si riferiscono a tratti di litorale compromessi dalla presenza di scogliere radenti, a difesa della linea ferroviaria e dove la spiaggia e` praticamente inesistente. Siti che segnalano una situazione ambientale precaria, viene evidenziato nella relazione, dove la collocazione delle casse consente di ridisegnare la linea di costa, favorendo la costruzione di una fascia di rispetto pedonale e ciclabile, il deposito temporaneo dei materiali, lutilizzo della sabbia per il ripascimento della spiaggia corrispondente. Sulla base delle esigenze che si manifesteranno sara` anche possibile individuare altre aree, ricercando la collaborazione dei comuni coinvolti. Il Piano di gestione integrata della aree costiere sottolinea lassessore allUrbanistica e Porti, Loredana Pistelli individua le procedure di escavazione in ambito portuale. Queste attivita` rappresentano un servizio pubblico, dal momento che il fenomeno della riduzione dei fondali rende i porti inagibili e pericolosi. Lo smaltimento in discarica dei fanghi e` previsto come soluzione subalterna, nel caso in cui non sia possibile altro utilizzo. La delibera adottata dalla Giunta regionale chiarisce le disposizioni da seguire, a seguito dellemanazione del Codice ambiente (decreto legislativo 152/2006). Introduce classi di qualita` del materiale, sulla base della caratterizzazione dello stesso e prevede le possibilita` di gestione compatibile. Fornisce anche chiarimenti sul riutilizzo a terra i materiali derivanti dallattivita` di dragaggio. In linea con il legislatore nazionale afferma lassessore viene chiarito che i materiali di dragaggio, utilizzati fuori dalla fascia costiera, sono esclusi dallambito di applicazione della normativa sui rifiuti. Nel caso in cui siano utilizzati senza trasformazioni preliminari e secondo le modalita` previste nel progetto di dragaggio approvato dallautorita` amministrativa competente, vengono classificati come materie prime secondarie. Questo e` possibile quando la composizione media dellintero volume presenti una concentrazione di inquinanti inferiore ai valori limite previsti nel decreto legislativo 152/06. Se non e` possibile limmediato utilizzo, il materiale va depositato nel sito indicato in sede progettuale. Il suo riutilizzo dovra`, comunque, avvenire entro trenta mesi dal deposito. Con le linee guida adottate dalla Giunta regionale, conclude la Pistelli, si conta di dare una risposta concreta per sbloccare la situazione di grave difficolta` operativa che si e` venuta a determinare per la funzionalita` e lagibilita` dei porti delle Marche.