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23/06/2007

I BRONZI DORATI DA CARTOCETO TRA I GRANDI ESEMPI DI SCULTURA DELL’ANTICHITA`

Si inaugura il prossimo 6 luglio, al Muse`e des Beaux Arts di Montre`al, in Canada, la mostra I Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola: evento che apre ufficialmente le celebrazioni per la Giornata delle Marche 2007. I Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola, scelti sono stati scelti per lalto valore culturale e di rappresentanza. Resteranno in Canada fino al 2 dicembre. La loro partenza e` prevista per il 26 di giugno. Sono gli ambasciatori delle Marche in occasione della festa della regione che si celebra in Canada: ha sottolineato il presidente Gian Mario Spacca Il gruppo noto come Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola costituisce uno dei pochissimi grandi complessi scultorei equestri dellantichita` giunti fino a noi, paragonabili, come imponenza, tra quelli conservati in Italia, solo ai Cavalli di San Marco a Venezia ed al Marco Aurelio di Roma, anche questi, monumenti entrambi impreziositi, dalla doratura. Il complesso scultoreo da Cartoceto rappresenta un probabile gruppo familiare di alto lignaggio, composto in origine da due coppie di figure femminili ammantate e velate e da due cavalieri al centro in veste militare dalto rango, con cavalli riccamente ornati, secondo uno schema simmetrico e speculare ad andamento piramidale. La grande scultura bronzea era molto apprezzata ed amata nel mondo antico, e in quello romano in particolare. Si deve purtroppo allazione delluomo se un numero decisamente assai esiguo di grandi bronzi antichi si e` conservato. Non a caso, quindi, il maggior numero di sculture superstiti e` costituito da quei bronzi che la precoce obliterazione nella terra - come quelli da Cartoceto - o sotto il mare, ha consegnato allarcheologia, permettendo loro di tornare oggi a noi come testimonianza storica di quel lontano passato. Le indagini e le analisi effettuate sui Bronzi mostrano che le sculture furono fuse a cera persa con il metodo indiretto. Dopo la fusione, le parti principali furono saldate a bronzo, rifinite e dorate col metodo a foglia, applicata direttamente sulla superficie metallica. Sulla base di quanto osservato, si puo` dedurre che lofficina in cui fu realizzato il gruppo doveva, in ogni caso, essere di alto livello e di caratteristiche non artigianali, e servire una committenza facoltosa e continuativa, tale da rendere conveniente il disporre di un gran numero di matrici per singole sezioni di statue. La figura maschile meglio conservata tiene il braccio destro alzato nel tipico gesto delladlocutio o delladventus; appare di eta` matura, come mostrano lincipiente stempiatura e i tratti vissuti del volto. Luomo monta un cavallo di grossa corporatura, riccamente bardato con falere e pettorale, decorati in rilievo con figure mitologiche spesso di ambito marino. Dellaltra scultura equestre restano poco piu` che le gambe delluomo con calzari patrizi e un braccio frammentario nella stessa posa dellaltro cavaliere, nonche` la testa, le zampe e altre porzioni del corpo del cavallo. Una delle figure femminili e` pressoche` completa: rappresenta una dama di non giovane eta`, con lineamenti marcati e austeri, ammantata e velata; labbigliamento, la posa e la significativa presenza di un particolare tipo di anello ne testimoniano la nobilta` e il rango. La seconda figura femminile, conservata nella sola porzione inferiore, doveva essere vestita e atteggiata in modo simile. La frammentazione e la lacunosita` delle sculture e alcune,anche pesanti, deformazioni delle parti superstiti evidenziano come il gruppo sia stato intenzionalmente distrutto con attrezzi contundenti prima di essere sepolto. Il complesso e` una preziosa testimonianza storica di quella diffusione di immagini monumentali come simbolo e propaganda di potere, comune nel mondo romano dalla tarda repubblica in poi e durante tutto il periodo imperiale, da cui derivarono, come in questo caso, opere di buon artigianato artistico, con caratteristiche seriali ma di ottimo livello tecnico.