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29/03/2007

INFORTUNI SUL LAVORO, STRAGE SENZA FINE

Manca, nel nostro paese, una cultura della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro; le norme non sono applicate; la legislazione e` ridondante e contraddittoria; il mondo politico e sanitario continua a investire poco o niente; gli imprenditori vivono l'applicazione della legge come un peso. Dal convegno nazionale di Tolentino su Lavoro, salute e sicurezza amministratori pubblici, esperti e studiosi lanciano un grido di allarme. I dati degli ultimi cinque anni spiega Giuseppe Abbritti, Presidente della Societa` Nazionale di Medicina del Lavoro, sono da bollettino di guerra: oltre 6 mila morti, 6 milioni di infortuni,130 mila denunce di malattie professionali. Una strage silenziosa e i dati sono largamente sottostimati che comporta costi sociali per circa 40 milioni di euro l'anno:quasi una manovra finanziaria. Cosa fare? La parola d'ordine ha spiegato il presidente - e` promuovere la cultura della sicurezza, investire di piu` nella prevenzione e nella formazione, diffondere l'informazione nelle scuole e, sopratutto, migliorare l'efficacia degli interventi per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Marco Masi, coordinatore del comitato tecnico Regioni-Province autonome, ha sottolineato la scarsita` dei controlli in ambito lavorativo. Sotto accusa, in particolare, il settore dell'edilizia che occupa un'elevata percentuale di lavoratori stranieri, ma anche il settore del sommerso per l'elevata difficolta` di intercettare, con i normali sistemi di controllo, lavori di piccola entita`. Le ispezioni sui luoghi di lavoro - ha spiegato Giuseppe Cimaglia, della Sovrintendenza medica dell'Inail sono di competenza di una miriade di soggetti: 'Inps, Inail, Guardia di Finanza, Aziende Sanitarie Locali. Quel che occorre e` una efficace razionalizzazione delle funzioni e dei compiti ispettivi. A complicare ulteriormente l'efficacia dei controlli ci ha pensato - continua Cimaglia - il Governo Berlusconi che nel 2002 ha esteso la sorveglianza sanitaria agli igienisti e ai medici legali privi di un adeguato curriculum formativo. Dalle critiche non sono esenti neanche i medici di famiglia e i medici ospedalieri che tendono a curare piu` i sintomi della malattia che le sue cause. Durante i due giorni del convegno, che proseguira` domani, si e` discusso anche di politiche regionali di promozione della salute, di infortuni e disabilita`, di lavoro atipico, di valutazione dei rischi professionali e di tumori di origine occupazionale. (s.p.)