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21/11/2006

GIORNATA DELLE MARCHE: DALL'EMIGRAZIONE ALL'INTERNAZIONALIZZAZIONE

Il tema del Lavoro e` stato scelto questanno per celebrare la Giornata delle Marche. Lintenzione ha detto lassessore regionale alle Politiche del Lavoro e Formazione prof. Ugo Ascoli anticipando i temi portanti del dibattito - non e` solo riportare alla memoria i nostri emigranti che cinquantanni fa sono rimasti vittima della tragedia della miniera di Marcinelle. Proprio in Belgio infatti, come in Germania, Svizzera e in altri Paesi, il fenomeno dellemigrazione fu massiccio. Quando le Marche non erano ancora sviluppate industrialmente e vigeva uneconomia agricola e mezzadrile, spesso i giovani dovevano andare a cercar lavoro lontano, anche per sostenere la famiglia povera. Gli emigranti sceglievano regioni come Toscana, Lombardia e Piemonte, oppure sentivano parlare di opportunita` e ricchezze in America Latina o nel Nord Europa. Cosi` si faceva la valigia, armati solo della propria volonta` e di spirito di sacrificio. Ma la Giornata delle Marche, pur partendo dalle celebrazioni in Belgio, non guarda solo al passato. I tempi sono cambiati in fretta per una regione che ha avuto un forte slancio sia nellartigianato che nellindustria. Oggi le Marche sono un luogo che produce e che attira forza lavoro. Le Marche sono diventate regione di immigrazione capovolgendo la tendenza di 50 anni fa. Il processo di industrializzazione ha creato un Modello produttivo che in pochi anni ha elevato la tradizionale laboriosita` dellindole marchigiana a ricchezza. Ricchezza di idee e di progetti, capacita` di metterli in pratica, capacita` di espandere la propria attivita`. Spesso geniale e unica. Cosi` siamo passati ad essere considerati una regione dove il Lavoro e` leccellenza e dove si riesce a vivere bene. Questa e` anche la regione dove gli immigrati si integrano meglio. Oggi i marchigiani possono scegliere il lavoro, come in tutte le societa` piu` ricche. Il problema diventa infatti trovare la strada giusta per le proprie ambizioni. Si guarda cioe` piu` alla qualita` delloccupazione piuttosto che, come una volta, a garantire la quantita` del lavoro. Questo fa si` che la domanda dei nostri giovani, diplomati o laureati, non verte piu` verso la manovalanza, lasciata agli immigrati, bensi` verso occupazioni di alto livello intellettuale. Alcuni trovano opportunita` migliori fuori regione. E il problema della fuga dei cervelli, che nelle Marche e` molto ridotta grazie alle nostre Universita` che hanno curato lopportuna integrazione fra atenei e imprese. Restano, in una situazione di disoccupazione comunque bassa, (loccupazione marchigiana ha un tasso percentuale molto superiore alla media italiana), loperaio generico e le donne ad elevata scolarizzazione. Intanto pero`, il mercato del lavoro sta mutando ancora, grazie allevoluzione del manifatturiero. E in atto un forte processo di internazionalizzazione delle imprese che sta selezionando alla base le aziende: chi e` piccolo e non riesce ad investire ne` a mettersi in rete, non avendo unimpresa ben capitalizzata non regge la concorrenza internazionale e lapertura delle frontiere. Le piccole e medie imprese del Modello marchigiano si stanno organizzando per aggredire nuovi e piu` lontani mercati di interesse. Stanno andando forte distretti specializzati come Meccanica, Nautica, lElettrodomestico. Avanzano innovazione, diversificazione di prodotto e dinamismo aziendale. Al contempo si e` potenziato il Terziario, i Servizi in genere, il Turismo, lICT, lInformatica. I nostri piu` grandi promotori e alleati a livello internazionale sono le associazioni di emigranti allestero. Mentre la Regione come ente cerca di promuovere e stimolare di continuo tali processi innovativi per far crescere il sistema e inserire il made in Marche nel successo del Made in Italy. Cosi` promuoviamo programmi e politiche industriali, di sviluppo, della formazione e attive del lavoro. Lobiettivo e` valorizzare le capacita` attrattive che le Marche hanno sempre avuto, al passo coi tempi.