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26/09/2006

GLI AGRICOLTORI BOCCIANO LA PROPOSTA DI ACCORDO SUL GIRASOLE DELLA SADAM. PRONTA UNA NUOVA IPOTESI COME ALTERNATIVA COLTURALE AI BIETICOLTORI

Lassessore allagricoltura, Paolo Petrini, ha convocato i rappresentanti degli agricoltori, dei contoterzisti e le associazioni bieticole per analizzare la proposta della Eridania Sadam in relazione allimpianto di energia da oli vegetali per la riconversione dello zuccherificio di Fermo. Come e` ormai noto la questione e` di grande attualita`. I progetti di ristrutturazione aziendale degli ex zuccherifici che godranno dei contributi comunitari proporzionati alle quote zucchero rinunciate da ciascun Stato Membro dovranno essere approvati da parte di una Commissione Interministeriale che dovra` tener conto delle indicazioni delle Regioni che verranno espresse sulla base della ricaduta economica, sociale ed ambientale delle progettualita` sui territori. Lintento regionale e` quello di arrivare ad accordi di programma prendendo in considerazione tutte le componenti coinvolte nel progetto, ma che non possono fare a meno di avere alla base degli accordi quadro con gli agricoltori. Per questo le societa` Eridania Sadam e Falk, che intendono realizzare il progetto a Fermo, avevano presentato alla regione una ipotesi di accordo con gli agricoltori per la fornitura del seme di girasole. In sostanza le ditte prevedevano contratti di 12 anni legati ai risultati di una sperimentazione agronomica di uno o due anni, un prezzo di ritiro del girasole basato sullaccordo assobiodiesel, pari a 180 euro/tonnellata, con una ipotetica rivalutazione proporzionale allaumento del valore dellenergia elettrica (EE) venduta e dei certificati verdi (CV) ottenuti. I rappresentanti del mondo agricolo hanno ritenuto non accettabile la proposta, pur se hanno riconosciuto che alcuni elementi quale la fase sperimentale e il legame: prezzo del prodotto agricolo - valore dellEE e dei CV, potevano essere interessanti. Il periodo dodecennale non e` concepibile, la velocita` con cui si muove il mercato e cambiano gli scenari socio-economici e` tale da non permettere contrattazioni oltre tre anni. Il prezzo di riferimento di 180 euro/ton non permette alla coltura, nelle condizioni medie sia a livello di costi che di rese, di arrivare al pareggio, conseguentemente nessun agricoltore coltiverebbe girasole no food, se non in situazioni particolarissime come nel caso delle terre a riposo, che comunque non permetterebbe di arrivare alle superfici necessarie. Non vi e` poi nessun riferimento alla contrattazione e fornitura di olio anziche` di seme da parte degli agricoltori. Inoltre niente e nessuno oggi ci puo` assicurare che vi sia un aumento del valore dellenergia e dei CV, anzi per questi ultimi, si prevede un loro ridimensionamento con il passaggio da 8 a 12 anni del periodo di concessione agli impianti di energia da fonti rinnovabili da parte dello Stato. Non e` possibile in ultimo legare le condizioni di contratto ai risultati della sperimentazione agronomica che sappiamo troppo condizionata alla stagionalita`. In considerazione di tutto cio` e consapevoli dellimportanza strategica che il settore delle bioenergie puo` avere per regione, i componenti del mondo agricolo hanno deciso di formalizzare un gruppo di lavoro per redigere una nuova proposta con lintento che la coltura del girasole e la sua trasformazione in olio possa divenire una vera alternativa per gli agricoltori e si determini cosi` le condizioni per una effettiva riconversione di vaste aree agricole fino allanno scorso dedicate a bietole.