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22/06/2006

LAVORO IRREGOLARE NELL’EDILIZIA, PIU’ GRIGIO CHE NERO - ILLUSTRATA L'INDAGINE COMMISSIONATA DALL'ASSESSORATO AL LAVORO AL CENSIS

Se le Marche costituiscono una realta` in cui il sommerso, pur presente, non rappresenta tuttavia un elemento strutturale, come era gia` emerso in un convegno del marzo scorso, ancora piu` specifiche risultano le caratteristiche del lavoro irregolare nelledilizia, notoriamente uno dei principali bacini di sviluppo del sommerso. Invece le costruzioni, stando alle ultime stime Istat, e`, nelle Marche, il settore che presenta il piu` basso livello di irregolarita` del lavoro, con unincidenza del 2,6%, contro il 2,7% dellindustria in senso stretto, il 14,3% dei servizi e il 28,5% dellagricoltura. Se ne e` parlato nel corso del seminario tenutosi oggi in Regione, per illustrare gli scenari disegnati dallindagine commissionata dallassessorato regionale al Lavoro e condotta dalla Fondazione Censis, in collaborazione con la Scuola Edile di Ascoli Piceno e Scuola Edile Assistedil. Intervenendo ai lavori, lassessore regionale alla Formazione-Lavoro, Ugo Ascoli , ha sottolineato come in questo particolare settore sia da mettere in correlazione anche il piu` alto numero di infortuni sul lavoro. Possiamo registrare tuttavia che dopo lEmilia Romagna, le Marche sono la regione che ha la minore incidenza di lavoro sommerso nel comparto delle costruzioni. Secondo Ascoli, pero`, il fatto che il sommerso coinvolga le fasce piu` svantaggiate, in particolare gli immigrati ( oltre il 28% dei lavoratori di questo comparto) deve creare la consapevolezza di un fenomeno socialmente deprecabile e come tale da combattere, attraverso interventi per ridurre i fattori di svantaggio per la competitivita` delle imprese, una maggiore attivita` ispettiva e repressiva, con il consolidamento dei fattori dellinnovazione e della qualita` produttiva. Lindagine illustrata dal direttore della Fondazione Censis, Giuseppe Roma - e` stata condotta presso 70 imprenditori e 200 lavoratori e fornisce unimmagine inedita , evidenziandone unanomala debolezza che stride con le tendenze piu` generali rilevate a livello di sistema Paese:un basso radicamento dei fenomeni di irregolarita` totale (lavoro nero in senso stretto) nel settore e la piu` ampia diffusione di una zona dombra, un lavoro grigio, con forme di semi irregolarita` (i fuoribusta, la dichiarazione di un numero di ore o di giornate lavorate inferiore a quelle effettivamente svolte, evasione contributiva). Malgrado negli ultimi anni il lavoro irregolare non abbia registrato particolari aumenti, esiste la crescita di un sommerso di importazione legato, da un lato, alla presenza di numerose imprese che provengono da fuori regione, in particolare dal Sud Italia, dallaltro alla crescita esponenziale del numero di lavoratori immigrati.. E forse questo lelemento di maggiore interesse che emerge dalla lettura trasversale delle interviste di lavoratori e imprenditori. Il lavoro irregolare prestato dagli immigrati e` lunico fenomeno di sommerso considerato dagli intervistati in aumento nellultimo triennio; gli imprenditori stimano peraltro che circa il 28,7% degli immigrati che lavorano nel settore siano totalmente irregolari. Altro tema centrale , la sicurezza sul lavoro: quasi la meta` degli immigrati (46,4%, contro il 30% dei lavoratori italiani) ha avuto un incidente sul lavoro, che nel 38,5% dei casi non e` stato denunciato. Per gli imprenditori marchigiani ( il 43,3%) a far crescere il lavoro irregolare sono soprattutto le imprese che provengono da fuori regione, il che fa influire pesantemente sulle logiche di competizione interne al mercato, generando una concorrenza al ribasso dei costi. Interessanti anche i dati per provincia: a Macerata una concentrazione di immigrati superiore alla media, su 100 operai impiegati , ben 42 immigrati e 18 italiani residenti fuori regione. Alta presenza di immigrati anche ad Ancona (il 34% contro il 22,9% di Ascoli Piceno e il 9,8% di Pesaro-Urbino) mentre e` Pesaro Urbino la provincia con il piu` alto numero il 29,3% - di lavoratori che provengono da fuori regione. (ade)