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21/03/2006

PROTOCOLLO D'INTESA CON LA FONDAZIONE "MUSE": DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE SOLARI

La Regione Marche con il protocollo dintesa con la Fondazione Muse e il Comune di Ancona, inizia un processo di politica culturale fatto di sistemi e reti che permetta di affrontare, in maniera piu` organica e organizzata, il futuro della cultura nel territorio regionale. Lintento e` quello di dare la giusta collocazione a ogni realta`, sottolineando e mantenendo le proprie caratteristiche e le proprie specificita`. Ed anche quello di unire le forze e di andare oltre i localismi per creare un sistema che arrivi ad avere una portata regionale, rapportandosi con chiarezza a un panorama nazionale confuso e caotico e in necessaria via di cambiamento. Il fare reti e sistemi e` un fatto innovativo che aiuta a creare uneconomia di scala, ottimizzando e valorizzando al massimo le risorse regionali, per far fronte a un problema economico generale. Alla Regione si chiede un ruolo di coordinamento e atti programmatici che diano una chiarezza dazione e di governance del sistema. Sarebbe grave se non lo facesse. In questa prospettiva si colloca questo protocollo dintesa, al quale seguiranno, una serie di altre ipotesi e reti che organizzino e diano delle regole rapportate a un sistema nazionale indicato dal Ministero dei Beni e delle Attivita` Culturali. Tutto cio` affinche` si rapporti la proposta culturale Marche, dando una chiarezza di riferimenti che possa richiedere, a sua volta, una chiarezza e qualita` di risultato, sia nel rapportarsi allo Stato, che agli Enti privati che intendono affiancare e sostenere la cultura. E necessaria una visione lungimirante e aperta da parte di tutte le istituzioni e degli operatori culturali. La decisione della Regione di non entrare nei consigli di amministrazione, se non in quelli assolutamente necessari richiesti dai Regolamenti e dalle Leggi dello Stato sullo spettacolo, non le toglie pero` la responsabilita` e il ruolo di governance della politica culturale. Ed e` in questo senso che sostiene lattivita` di soggetti dello spettacolo che operano nella regione. Di tutto cio` parla chiaramente il ragionamento del piano di settore approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 17 gennaio 2006, il quale fa specifico riferimento ai sistemi museali, ai beni culturali, alle biblioteche, agli archivi e alle attivita` culturali di spettacolo. Per questo e` fondamentale rapportarsi in maniera molto stretta con gli Enti produttori, con le Province, gli enti locali e le Soprintendenze. Laccordo con La Fondazione Muse e il Comune di Ancona si trova allinterno di questo contesto. In questo protocollo dintesa, come negli accordi che si faranno successivamente, la Regione non si pone assolutamente nel ruolo di gestore, ne` in quello di programmatore, ma bensi`, vuole svolgere esclusivamente un ruolo di coordinamento. In questo ruolo di coordinatore, e` fondamentale, che si mantengano le autonomie gestionali e programmatiche di ognuno degli enti coinvolti, per potenziare in maniera esponenziale, la possibilita` che puo` dare un sistema. Per arrivare agli indirizzi proposti, e` necessario passare attraverso momenti di concertazione con gli Enti e il territorio, in modo di trovare soluzioni il piu` possibile corrispondenti alle finalita` e necessita` di ognuno. Le Muse per la regione sono un ente di produzione dove, oltre alla produzione lirica risiedono, enti come la FORM orchestra regionale, il Teatro Stabile Pubblico delle Marche e il Teatro Stabile per lInfanzia (Teatro del Canguro), che oltre ad agire in quel luogo lavorano sul territorio regionale e nazionale. Con questo particolare protocollo dintesa e` successo un fatto anomalo. Lannunciare prima del dovuto unintesa non ancora conclusa ma in via di definizione e quindi con ancora molti passaggi da fare, ha fatto da detonatore ad una progressione di informazioni deformate, che hanno provocato reazioni eccessive anche se comprensibili; come se latto fosse concluso e si dovesse solo subire. Questo atto invece deve ancora passare attraverso una serie di consultazioni e di evoluzioni. Non si puo` giudicare in maniera cosi` assoluta, qualcosa di ancora in itinere. La Regione ribadisce il principio e la necessita` di andare avanti creando sistemi che procedano per passi progressivi, affinche` dopo essersi radicati sul territorio e verificati nella loro efficacia, possano divenire oggetto di una legge regionale. Per arrivare a questo ci vuole senso di programmazione, tempo di sviluppo e volonta` di innovazione. Le Muse dovrebbero diventare, con questo protocollo dintesa, un microcosmo, di un piu` ampio macrocosmo, fatto di sistemi coordinati dalla Regione, dove ogni soggetto possa continuare a potenziare le proprie particolarita`. Attraverso le complementarieta` delle differenze e alla sua organizzazione, si potra` aspirare, con tenacia, apertura e perseveranza, a un nuovo sistema culturale delle Marche.