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10/02/2006

SADAM, UN PIANO SOSTENIBILE. L'INCONTRO DELL'UNITA' DI CRISI IN REGIONE

Gli assessori regionali Petrini (Agricoltura) e Ascoli (Lavoro) hanno ascoltato nei dettagli lipotesi di riconversione dello stabilimento di Fermo, avanzata dalla dirigenza Sadam nellincontro dellUnita` di Crisi in Regione, alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori (Rsu), dei sindacati, delle associazioni di categoria Cia e Confagricoltori e dei Consorzi dei bieticoltori, del Presidente della Provincia di Ascoli, Rossi e del sindaco di Fermo, Di Ruscio. In sostanza e` stato convenuto che il nuovo piano di riconversione, teso a non far chiudere lo zuccherificio garantendo loccupazione a tutti i 117 lavoratori, e` sostenibile e ha le basi per riuscire. E chiaro ha detto lassessore Petrini che la Regione si preoccupa soprattutto di assicurare la realizzazione e la sostenibilita` reciproca di un piano innovativo che non guarda solo a salvare i posti di lavoro, ma prevede la realizzazione di un sistema agroenergetico assolutamente inedito per il territorio. Quindi massima attenzione al progetto, nel mantenimento pero` di uno dei bacini agricoli piu` importanti delle Marche. Oggi, in attesa dell11 marzo quando la Sadam presentera` i suoi piani a Roma, visto il tempo strettissimo e lemergenza occupazionale, dobbiamo approfondire le modalita` di realizzazione di una nuova centrale di produzione di olio a fini energetici e la fattibilita` delle altre ipotesi di indotto. Lassessore al Lavoro Ascoli ha aggiunto: Abbiamo preso atto dellimpegno della SADAM di restare e di investire ancora a Fermo. Cosi` come ci sembra positivo il fatto che ci sia un progetto concreto pervenuto in Regione. Tuttavia, la preoccupazione per i lavoratori resta, soprattutto per quelli stagionali che forse non potranno essere riassorbiti. Ci sono migliori aspettative, invece, per quanto riguarda lindotto e il trasporto che possono rientrare in un programma di reinvestimento. I 117 lavoratori dipendenti potranno essere riassorbiti anche se in fasi graduali e in diversi settori, come quello del confezionamento o di future realizzazione di serre florivivaistiche o ancora alcuni a Jesi nel settore della cromatografia. Sono in ogni caso circostanze che vanno valutate attentamente, tenendo ben presente la necessita` di conciliare nel migliore dei modi le reciproche esigenze, anche logistiche dei lavoratori. I responsabili Sadam hanno illustrato il progetto iniziando dalla centrale per cui occorrono 18 mesi di lavori in rispondenza a criteri di economicita` e allesperienza in merito gia` acquisita dallazienda in altre regioni. Se su tale ipotesi tutti sono stati concordi, preoccupazioni hanno invece espresso i sindacati per la parallela ipotesi di unaltra centrale di biomasse che la Sadam vuol prendere in considerazione solo se si generassero, nei prossimi mesi, le condizioni di mercato utili al recepimento del prodotto finale destinato al consumo. Lo stesso dicasi per la produzione di biodiesel per cui si attende un decreto che ne regoli la commerciabilita`. Ma nel progetto di riconversione Sadam, sono altre le carte da giocare: si parla infatti con maggiore concretezza di riposizionamento sicuro di alcuni dipendenti nel reparto di confezionamento e in quello di cromatografia di Jesi, oltre alla possibilita` garantita a chi vuole espatriare, di essere reimpiegato nella costruzione di nuove raffinerie di zucchero in Africa e Paesi Arabi. Il Gruppo Maccaferri cui fa capo la Sadam inoltre, ha anche intenzione di sostenere un investimento in serre per almeno 4/5 ettari, garantendo limpiantistica per il calore a proprie spese, chiedendo pero` in cambio linteressamento delle associazioni e dei consorzi per la gestione. Da 70 anni siamo presenti a Fermo, non vogliamo assolutamente andarcene e` stata la conclusione della dirigenza Sadam. E le associazioni di bieticoltori hanno detto che lidea non e` da escludere ma verra` vagliata. Le Rsu aziendali hanno detto di voler vigilare affinche` la centrale ad olio produca almeno 25 posti di lavoro; perche` a Jesi siano immediati gli inserimenti nel reparto di cromatografia e perche` si guardi anche alla possibilita` di realizzare le altre centrali: restano infatti le preoccupazioni di base per un Piano di riconversione giudicato a loro parere non sufficiente soprattutto considerando lobbligo, per alcuni lavoratori insostenibile, di recasi allestero. Il Presidente della Provincia di Ascoli, Rossi ha raccomandato di non lasciarsi prendere dalla rapida cantierabilita` e dalla maggiore redditivita` aziendale, per prendere decisioni che devono invece guardare allo sviluppo ecocompatibile con il territorio e lambiente marchigiano, non abituato a centrali di dimensioni troppo grandi. (l.g.)