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01/06/2001

LA RISORSA TERMALE. NELLE MARCHE GRANDI POTENZIALITA' MA IMMAGINE E STRUTTURE INSUFFICIENTI.

La risorsa termale e le opportunità di sviluppo per il territorio è il tema al centro dell’attenzione di un apposito Convegno, svoltosi presso la sede della giunta regionale. L’occasione per parlarne, la presentazione di uno studio ad hoc, che la Regione ha finanziato utilizzando i fondi del Docup Obiettivo 5b, con lo scopo di monitorare le strutture regionali, verificarne le caratteristiche quali-qualitative e gestionali, anche per valutare quali interventi prevedere per la loro riqualificazione. Argomento all’ordine del giorno a livello nazionale, se si considera che è dell’ottobre scorso una apposita legge sul riordino del sistema termale. Si è partiti da questa considerazione: c’è stata una evoluzione della domanda, si è passati da uno strumento per la cura di determinate patologie a un sistema più complesso, che punta a soddisfare la richiesta di benessere psico-fisico. E, in questo contesto, il turismo termale è un importante fattore di sviluppo: 100 turisti termali in più all’anno, fanno aumentare i posti di lavoro di ben 10 unità. La Regione ha finanziato il Progetto - ha detto l’assessora alle politiche comunitarie Carmela Mattei – perché il turismo termale può essere una risorsa e concorrere allo sviluppo del territorio, insieme ad altre componenti, d’altra parte – ha aggiunto – è questa la filosofia dell’Unione europea, mettere in rete e in sinergia settori diversi, soprattutto per rimuovere le difficoltà di sviluppo delle nostre aree interne. La relazione introduttiva è stata svolta dall’arch. Ugo Tagliaferri, che ha coordinato il Progetto: ha parlato di grandi potenzialità, ma anche di limiti del sistema marchigiano, evidenziati dal fatto che - dati ’98 - 13 mila marchigiani sono andati a fare le terme fuori regione (Emilia Romagna e Toscana). Delle 13 strutture ne sono state esaminate in particolare 6: Acquasanta Terme, Montegranaro, Pitinum di Macerata Feltria, S. Vittore di Genga, S. Giacomo di Sarnano e S. Lucia di Tolentino. Buona la qualità delle acque, ben posizionate le strutture dal punto di vista ambientale, ma - accanto a questi elementi positivi - una difficoltà a far dialogare gli operatori, le strutture non funzionano in rete, sono più preoccupate a farsi concorrenza, l’utenza è soprattutto pendolare, attorno alle strutture non vengono fatti ruotare servizi per soddisfare una domanda più esigente. Insomma, si parla di basso grado di turisticità della realtà regionale. L’assessore al Turismo Lidio Rocchi ha convenuto che non si è adeguatamente puntato sul settore, che ha l’indubbio vantaggio di differenziare e prolungare il periodo turistico . Recupereremo il tempo perduto – ha detto – con investimenti adeguati, intanto in termini di immagine: si prevede la realizzazione di un catalogo plurilingue - Terme e beauty Center - da diffondere in occasione delle azioni promozionali in Italia e all’estero. E verranno valutate le possibilità della recente normativa nazionale. Sono intervenuti anche: Emilio Becheri, che ha parlato in particolare della realtà toscana, Francesco La Barbera dello stabilimento di Genga, Maurizio Righini direttore delle Terme di Salsomaggiore. (e.r.) - -