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27/11/2000

PRESENTATO IL PROGETTO CARATA GEOLOGICA REGIONALE.

Conoscere e governare il territorio, curare e prevenire il dissesto idrogeologico e gli effetti delle calamità naturali, pianificare lo sviluppo territoriale: sono le premesse al progetto Carta geologica regionale, avviato dalla Regione Marche con il cofinanziamento del Ministero all’ambiente che, su iniziativa dell’assessore regionale Roberto Ottaviani, è stato presentato oggi presso la sede della giunta. Il progetto fa parte di quello nazionale per una cartografia d’Italia a scala 1:50.000; la Regione Marche, con propri fondi, ha voluto portare la scala di analisi a 1:10.000, al fine di fornire ai Comuni strumenti idonei per la programmazione urbanistica e in altri settori. I supporti cartografici ed informatici già realizzati, raccolti in cinque mappe, riguardano una superficie di tre mila chilometri quadrati - un terzo di quella regionale - relativa alle aree di Urbino, Iesi, Tolentino, Macerata e Montegiorgio, comprendenti un ampio numero di comuni. La spesa finanziaria sostenuta in questa prima fase è di 3 miliardi e 600 milioni di lire, dei quali 1 miliardo e 300 a carico della Regione. La seconda tranche del progetto sarà completata nel 2001, mentre l’ultima sarà pronta nel 2004 e porterà la superficie regionale analizzata a oltre il 90%, approfondendo soprattutto la situazione delle zone costiere,. “La carta geologica regionale – ha detto l’assessore Ottaviani – colma un ritardo del quale si riscontrano continuamente gli effetti, specialmente nelle zone dove il dissesto idrogeologico è più grave. Un dissesto non colmabile dalla sola conoscenza dei parametri geologici e morfologici, indispensabile, però, per affrontare le questioni di sviluppo e riassetto territoriale in un’ottica di sostenibilità ambientale. E’ uno strumento di analisi strategico per predisporre gli interventi ed innescare un meccanismo positivo di programmazione del territorio da parte anche di Comuni e Autorità di bacino. Penso alla situazione delle frane, delle risorse idriche, delle cave, argomenti così attuali proprio in questi giorni e che a causa del cattivo uso dell’ambiente, rischiano di esserlo ancor più nel futuro.” Accanto alla cartografia, realizzata su tre scale di approfondimento (1:50 mila, 1:25 mila e 1:10 mila), le analisi delle decine di operatori che hanno percorso il territorio, sono la base di una banca dati di tipo geologico, ma relativa anche a sorgenti, pozzi e cave. “Le Marche - ha aggiunto l’assessore –, con questa iniziativa, si collocano fra le prime regioni nel panorama nazionale: è una risposta ad un territorio penalizzato da problemi pesanti di dissesto idrogeologico.” (fb)