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08/09/2000

Emergenza immigrazione dall’Albania. Un progetto per selezionare e qualificare 120 lavoratori da inserire in aziende marchigiane

L’emergenza legata all’immigrazione albanese in Italia sarà affrontata dalla Regione con un progetto di orientamento e formazione professionale, proiettato all’assunzione da parte di aziende marchigiane di lavoratori ‘selezionati’ provenienti dal Paese delle aquile o già immigrati. Progetto che, su richiesta del Ministero del Lavoro, verrà realizzato da sei Regioni adriatiche e riguarderà almeno 1000 lavoratori, 120 dei quali da collocare nelle Marche. Quest’ipotesi risponde a più requisiti: favorire un flusso migratorio ordinato per motivi di lavoro e qualificazione professionale, selezionare fra i cittadini albanesi intenzionati a migrare e fra gli immigrati già presenti in Italia, quelli assimilabili per utilità dal mercato del lavoro, formarli per renderne ancor più ‘appetibile’ l’assunzione da parte delle aziende. Ma il progetto dà anche un senso agli intenti umanitari, creando occasioni d’inserimento per risolvere lo stato di bisogno di quei ‘cittadini del mondo’ e l’emarginazione a cui sono frequentemente sottoposti. Selezionare, ordinare e qualificare per prevenire i problemi che essi e la società italiana di riflesso, debbono affrontare. Queste le risultanze dell’incontro che l’assessore al lavoro Cristina Cecchini ha avuto in Regione con il Ministero del lavoro e l’OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) per dar vita, appunto, al progetto. L’OIM finanzierà la formazione con fondi europei, a disposizione di aziende che si impegnino ad assumere, e curerà la selezione, come ha cominciato a fare in Albania, dove già 696 residenti hanno superato le valutazioni professionali, linguistiche e psico-attitudinali mirate a valutarne la capacità d’integrazione. Si tratta, citando le categorie più numerose, di infermieri e personale sanitario, cuochi e manodopera per il settore della ristorazione ed alberghiero, elettricisti, manovali per l’industria, idraulici, saldatori, conduttori di mezzi pesanti, addetti a servizi di pulizia ed igiene e lavoratori agricoli o giardinieri. I settori più interessati al progetto – secondo l’assessore Cecchini – potrebbero essere quelli che hanno dimostrato difficoltà a reperire manodopera qualificata, come il calzaturiero, della produzione di cappelli, l’edilizia, la ristorazione e l’alberghiero, il mobiliero e l’agricoltura. Per ultimo è importante citare un dato per misurare l’efficacia e l’utilità dell’ipotesi da cui parte il progetto: da marzo ad agosto 2000 i lavoratori extracomunitari assunti da aziende marchigiane sono ben 6447, a dimostrazione della forte richiesta proveniente dal mercato del lavoro regionale a cui può rispondere una effettiva selezione e formazione di albanesi. (fb)