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24/08/2000

"CON L’IDEA DI ANDARE IN AMERICA...". IL DIARIO DI UN EMIGRANTE ANCONITANO, LA PRIMA TESTIMONIANZA GIUNTA ALL'ARCHIVIO STORICO DELL'EMIGRAZIONE MARCHIGIANA (ASEM)

“ Nato in Ancona il 28 febbraio 1864, sono partito da Ancona e sono andato a Roma il mese di dicembre 1886. Mi sono fermato a Roma a lavorare di mia professione (scalpellino). Sono partito da Roma il 27 settembre 1889, diretto per Genova, con idea di andare in America. Dopo tre giorni, ossia, il 1° ottobre 1889, sono partito da Genova, diretto per Buenos Aires col vapore Sirio. Il 26 del suddetto mese sono rivato nel porto di Buenos Aires e mi sono sbarcato il 27. Il giorno 28 sono partito dalla capitale e sono andato in quel paese destinato che si trova poco distante dalla capitale che colà mi aspettavano due famiglie, miei patriotti.” Così inizia il diario di uno scalpellino anconitano che decise di trovare migliore fortuna in America e arrivò, come tantissimi altri marchigiani, in Argentina. Un documento che, insieme ad altro materiale (fotografie e carte amministrative), è tra le prime testimonianze pervenute all’Archivio Storico dell’Emigrazione marchigiana(Asem). La struttura è stata recentemente costituita ad Ancona, presso il Centro regionale per i Beni Culturali con l’obiettivo di ricostruire la memoria storica di un secolo di emigrazione - a partire dalla seconda metà dell’Ottocento- colmando in tal modo una lacuna nel panorama socio-culturale della regione. I familiari dell’emigrante, imbarcatosi a Genova e giunto a Buenos Aires dopo 26 giorni di navigazione, hanno trovato questo manoscritto tra i ricordi di famiglia e hanno deciso di metterlo a disposizione dell’Archivio. Diverse altre persone hanno già aderito all’invito della Regione - assessorati alla Cultura e all’Emigrazione - a contribuire con qualsiasi tipo di materiale sull’argomento, per arricchire il patrimonio dell’Archivio storico. Farlo non è difficile, non richiede formalità e si può scegliere di trasmettere i documenti originali o in copia all’indirizzo: Asem – Archivio storico dell’Emigrazione marchigiana - Via Trieste, 21 - 60124 Ancona e-mail: asem@regione.marche.it., oppure di contattare telefonicamente ( tel: 07134085-34081 fax. 07133753) il Centro Beni Culturali per chiedere che un incaricato passi a domicilio a ritirare il materiale. “ Il 26 luglio 1890 – proseguono le memorie dell’emigrante anconitano – scoppiò in Buenos Aires una rivoluzione che durò cinque giorni, che furono cinque giorni sanguinosi …dopo sono stato molto tempo senza trovare lavoro.” La storia continua e racconta vicende familiari e lavorative con un buon ritmo narrativo, nonostante l’autore provenisse dal ceto popolare dell’Ancona di fine Ottocento. Ma al di là degli aspetti letterari, una memorialistica di questo tipo assume un rilevante valore storico, perché aiuta a ricostruire le vicende migratorie delle Marche sotto molteplici profili: dalle questioni economiche legate al mercato del lavoro, a quelle sociologiche riguardanti l’integrazione dell’emigrante nel Paese d’arrivo. Le varie tipologie di materiali che si possono ancora reperire sono tutte fondamentali per avere un quadro storico completo e verranno catalogate nelle tre sezioni in cui è articolato l’Archivio: la prima dedicata alla Scrittura popolare (memorie, lettere, diari, cartoline ); la seconda all’Iconografia (foto, filmati, disegni, ecc) e l’ultima, miscellanea, destinata raccogliere le varie tipologie di documenti che hanno accompagnato l’esperienza degli emigranti (passaporti, certificati sanitari, depliant delle compagnie di navigazione e biglietti di viaggio, contratti di lavoro, rimesse bancarie, ecc.). Il materiale raccolto sarà consultabile da tutti, a cominciare dagli studenti e dalle scuole, per trasmettere non solo la memoria storica alle future generazioni, ma anche per valorizzare l’emigrazione come risorsa umana e culturale. E’ in corso anche il progetto di informatizzazione ed inserimento nella rete telematica regionale per la consultazione online. L’ulteriore invito è, quindi, quello di non trascurare l’importanza di vecchie carte e di essere in qualche modo artefici dell’identità storica regionale. (ad’e)