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04/08/2000

GIOVANI E ADOLESCENTI - IL PIANO 2001-2003 VERRA' ESAMINATO DA ISTITUZIONI E PARTI SOCIALI

La proposta di Programma di interventi a favore dei giovani e adolescenti per gli anni 2001-2003 inizia la fase di consultazione per acquisire i pareri dei soggetti interessati, sia istituzionali che sociali: lo ha deciso la giunta regionale su proposta dell’assessore ai Servizi Sociali, Marcello Secchiaroli. Si tratta di un lavoro - frutto di una collaborazione tra Regione e Università degli Studi di Sociologia - che tiene conto delle esperienze già maturate nel settore (la l.r. in materia è la 46/1995) e della necessità di rendere coerenti gli interventi con l’impianto del Piano Socio-assistenziale approvato nel marzo scorso. L’obiettivo è quello di favorire la partecipazione sociale e individuale dei soggetti tra i 16 e i 29 anni, promovendo forme associative e aggregazioni formali ed informali tra gli stessi e operando in favore dell’acquisizione dell’identità, competenze e comunicazione per realizzare forme di piena cittadinanza. Gli Enti locali, associati in Ambiti Territoriali-AT, vengono stimolati a varare specifiche iniziative, costruendo anche una rete integrata degli interventi e servizi assistenziali, così come verrà promosso un coordinamento delle politiche giovali e la progettazione autonoma di adolescenti e giovani per esperienze di aggregazione. Lo studio mette in evidenza che la realtà giovanile è, nelle Marche, comparabile quella di molte regioni del nord, ma anche ad aree non depresse del centro e del sud, anche se differenziazioni sono naturalmente rilevabili da città a città. Aumento della scolarizzazione e un posticipato ingresso nel mondo del lavoro sono le caratteristiche che ci vedono in linea con i dati nazionali. “Non può sfuggire – ha detto Secchiaroli – l’importanza di una politica specifica a favore dei giovani e degli adolescenti. Soprattutto del tipo di quella proposta dalla nostra legge regionale, particolarmente innovativa perché supera la logica di prevenzione del disagio per promuovere i diritti dei giovani alla cittadinanza, andando a favorire – ha aggiunto - forme di partecipazione sociale e autonomia, con la scelta strategica di valorizzare il decentramento a livello provinciale.” Risulta infatti positivo il commento che il Piano fa alla legge, che ha avuto proprio la funzione di legittimare uno specifico intervento a favore dei giovani. Questi i dati più significativi: nel triennio 96/98, i Comuni marchigiani hanno proposto ben 425 progetti, di cui 306 approvati e finanziati; nei primi due anni di attività della legge oltre il 60 per cento dei Comuni ha presentato almeno un progetto. I più piccoli hanno risposto con maggiore difficoltà (il 90 per cento di quelli che non hanno fatto richiesta di contributi ha meno di 5 mila abitanti) anche se – viene specificato – i Comuni più sviluppati, indipendentemente dalla loro dimensione territoriale, hanno meglio risposto agli stimoli della normativa regionale. Valutazione positiva anche per la scelta della legge di prevedere procedure di cofinanziamento dei Comuni e per l’esperienza dei coordinamenti provinciali. Meno positive invece quelle dell’Osservatorio regionale sulle politiche giovanili e del coordinamento Informagiovani. Qualche problema anche, al di là degli intenti, nel coinvolgimento del mondo giovanile, nella fase progettuale: tematica su cui invece – sottolinea l’assessore – bisogna investire “per raggiungere un equilibrio nel rapporto tra amministrazioni locali, tessuto organizzativo associazionistico adulto e mondo giovanile.” Il lavoro presentato consente anche – è stato il commento di Secchiaroli – di prevedere già quelli che possono essere i problemi su cui lavorare per la revisione della legge, che ruotano essenzialmente intorno ad una maggiore definizione del ruolo e delle funzioni dei diversi livelli istituzionali. A questo proposito il Piano ne prevede tre: regionale, con funzioni di indirizzo e programmazione (definizione dei criteri per la ripartizione dei fondi tra gli AT, costituzione di un fondo per finanziare i progetti direttamente proposti e gestiti dai giovani e quelli volti a favorire gli scambi tra giovani di diversi paesi, le iniziative di Enti locali e AT per favorire l’ascolto e la consultazione degli stessi …), provinciale, per garantire il coordinamento territoriale delle politiche giovanili, individuando anche proprie risorse e programmi di formazione professionale per operatori sociali. Prevista anche la valutazione e il monitoraggio dei Piani presentati dagli AT, locale, con funzioni di progettazione e gestione dei singoli interventi. Il Programma regionale indica anche alcune linee guida per la progettazione. Deve tener conto dei destinatari finali, specificando esattamente le fasce di età interessate – gli adolescenti tra i 16 e i 19 anni, i giovani tra i 20 e i 24 e quelli tra i 25 e i 29 anni - mentre della fase preadolescenziale si occuperà la L. 285/97. Sono esclusi interventi di trattamento del disagio e la prevenzione è ammessa solo se considerata come conseguenza della promozione della partecipazione. Inoltre la progettazione dovrà tener conto di tutta una serie di condizioni – nella proposta vengono indicate nel dettaglio - per fare in modo che l’intervento riesca veramente a “colloquiare” con il mondo giovanile. Nel periodo immediatamente post-estivo sulla proposta di Piano verranno sentiti i seguenti soggetti: Conferenza delle Autonomie, Comitato Economico Sociale, Comuni, Province, Comunità Montane, Privato sociale (Cooperative sociali, Associazioni giovanili, volontariato), Osservatorio regionale sulla condizione giovanile e adolescenziale, coordinamento regionale degli informagiovani, coordinamenti provinciali sulle politiche dei giovani, rappresentanze scolastiche ed Universitarie, forze sociali e sindacali. (e.r.)