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lunedì 27 ottobre 2025  09:45 

Il presidente della Regione Acquaroli

 

La notte del 26 ottobre di nove anni fa fu segnata da scosse e paura. Alle 19,10 una prima scossa di magnitudo 5.4 fu seguita alle 21,18 da un’altra di magnitudo 5.9, entrambe con epicentro nell’Alto Nera. I terremoti di quella drammatica sera di nove anni fa, insieme alle scosse successive, quella di magnitudo record 6.5 del 30 ottobre e poi del 18 gennaio del 2017, allargarono il cratere sismico a 138 comuni, dopo il sisma di agosto che aveva già colpito al cuore Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto.

Nella notte del 26 ottobre tra polvere e pioggia migliaia di persone lasciavano le loro abitazioni e i loro paesi con il terrore negli occhi e poche certezze. In particolare a Camerino, dove i nastri bianchi e rossi dei Vigili del Fuoco delimitavano quella che sarebbe diventata la zona rossa più grande del cratere del sisma del 2016, piombando nel silenzio. Quel centro storico vivo e pulsante di vita, studenti universitari e storia si spegneva tra i crolli e la desolazione.

Oggi, a nove anni dal sisma, quel vuoto, quel silenzio irreale, e quei passi mancati nel cuore della città dei Da Varano, sono stati spezzati dai rumori di cantiere, gru e maestranze al lavoro.

«La ricostruzione è una corsa a ostacoli, ma oggi possiamo dire che è in atto un vero cambio di passo, anche nei borghi e nelle città dove la situazione era più complessa. Stiamo chiudendo la fase delle progettazioni anche nei centri più devastati. È finalmente iniziata anche qui la stagione delle ruspe, dei cantieri che si aprono, dei lavori che diventano realtà. Dopo anni di pianificazione, finalmente si passa dalle norme ai cantieri, con risultati tangibili che si vedono nelle nostre città e nei borghi», spiega Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione e la riparazione post sisma 2016-2017.

E aggiunge: «Camerino ne è l’esempio più evidente: il centro storico, per anni simbolo del dolore e del silenzio, oggi è animato dal rumore delle maestranze e dalle gru. I lavori iniziati sono il frutto di una pianificazione seria e condivisa, di una collaborazione costante tra Struttura commissariale, Usr, Regione Marche, e amministrazione comunale. Qui la ricostruzione sta trovando il suo ritmo e dimostra che, con un lavoro ordinato e di squadra, anche le situazioni più complesse possono ripartire».

«L’unica strada possibile – continua Castelli – è quella della collaborazione, della fiducia e della presenza costante sul territorio. È ciò che stiamo facendo insieme ai sindaci, ai tecnici e alle imprese, affrontando e risolvendo in maniera chirurgica ogni intoppo che si presenta, senza lasciare indietro nessuno. Voglio ringraziare i cittadini, che hanno sofferto e continuano a credere nella rinascita delle loro comunità.  Da quando ero sindaco, poi assessore, e oggi Commissario, ho sempre creduto che la montagna e le aree interne dovessero essere una priorità per la Regione e per il Paese. Oggi, nei centri più colpiti del Maceratese e dell’Alto Nera, la ricostruzione sta finalmente avendo un suo profilo e un cronoprogramma che dà certezze.  È merito di tutti: amministratori, tecnici, imprese e comunità che non si sono mai arrese. Questo camminare insieme è la chiave di volta per trasformare il dolore in rinascita, le norme in cantieri e i cantieri in futuro»

Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: «A nove anni dal sisma del 2016 ricordiamo una ferita che ha segnato profondamente la nostra comunità, ma anche la straordinaria capacità dei marchigiani. Oggi la ricostruzione è entrata nella sua fase più concreta: cantieri aperti e borghi che ritrovano i loro connotati. Dobbiamo proseguire in questa direzione, consapevoli che il tempo è il fattore determinante per tornare alla normalità e rendere competitivo questo territorio. Quando attraversai Camerino cinque anni fa, la situazione era profondamente diversa: oggi vediamo una città che si sta riappropriando dei propri spazi, simbolo della rinascita dell’intero Appennino. La sfida ora è far sì che la ricostruzione diventi anche rigenerazione, mettendo al centro le aree interne e investendo sulle infrastrutture che possono restituire connessioni, servizi e sviluppo. Il segno tangibile di questo impegno è la Pedemontana, opera strategica che unisce i territori e rappresenta la spina dorsale di una nuova mobilità per le Marche interne. Abbiamo lavorato molto e continueremo a farlo perché c’è ancora molto da fare, mettendo sempre al centro l’interesse del territorio. È un lavoro di squadra che coinvolge il Governo, commissario Castelli, l’Ufficio Speciale Ricostruzione, i Comuni e le comunità uniti dall’obiettivo di restituire pienamente la vita, la dignità e le opportunità a queste terre straordinarie»

Il sindaco di Camerino Roberto Lucarelli: «A nove anni dal sisma non possiamo che ricordare come, dal 26 ottobre 2016, la nostra vita sia profondamente cambiata. È stata una catastrofe che ci ha sconvolto e che oggi viviamo con grande rispetto e dolore, perché non siamo più quelli di allora. Tuttavia, con soddisfazione possiamo dire che l’azione della ricostruzione è finalmente partita e che i risultati oggi si vedono in modo concreto, grazie a un lavoro di squadra che coinvolge il Commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, la Regione Marche e tutti gli attori istituzionali, in primis l’Arcidiocesi e l’Università. Camerino è passata dall’essere la più grande e silenziosa zona rossa del cratere a un importante fulcro di cantieri, soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione privata. Giorno dopo giorno vediamo la città riprendere vita, proprio con i lavori. Il 2025 è l’anno della ricostruzione pubblica, intesa come completamento delle progettazioni relative agli edifici più significativi. Entro la fine dell’anno contiamo di concludere tutte le progettazioni previste dall’Ordinanza Speciale per la nostra città, mentre il 2026 sarà l’anno dei cantieri, quando la città tornerà concretamente a prendere forma. Il lavoro che stiamo portando avanti insieme al Commissario si basa su interventi mirati e investimenti sempre più consistenti, intesi come riparazione a 360 gradi. Il Commissario ha saputo interpretare pienamente il suo ruolo, imprimendo un’accelerazione decisiva al percorso di rinascita che inseguiamo da nove anni».

Camerino: dalle macerie ai cantieri. Dopo anni di attesa, oggi la ricostruzione entra in una fase concreta anche nelle aree più compromesse, come sta accadendo nel cuore di Camerino, dove la ricostruzione del centro storico procede con un ritmo costante e ordinato, frutto di un lavoro di pianificazione complesso messo in campo grazie ad una forte sinergia tra Struttura Commissariale e Amministrazione Comunale. Nel centro storico sono attesi 169 progetti di ricostruzione privata, di cui 109 sono già stati presentati, pari al 64,5 per cento del totale. Tra questi, 76 interventi sono già decretati: 26 lavori sono conclusi, 36 sono attualmente in corso, e 14 stanno per partire. Altri 26 progetti sono in fase di istruttoria. Camerino storica, come è noto, è stata suddivisa in fasce di cantierizzazione, ciascuna con scadenze differenziate per la presentazione dei progetti: una scelta tecnica e organizzativa indispensabile per gestire in modo ordinato la complessità dei lavori, coordinare i cantieri e garantire la sicurezza del lavoro.

Il ritorno della vita in Piazza Cavour. Uno dei segnali di questa attività fervente è la restituzione alla città del Palazzo Arcivescovile che ospita il Museo Diocesano, nella centrale Piazza Cavour, un intervento complesso finanziato con 20 milioni di euro. L’aggregato edilizio comprende dunque il Museo Diocesano che torna a ospitare le sue opere e quelle delle chiese ancora inagibili; la canonica, la sacrestia della cattedrale ma anche gli esercizi commerciali e gli uffici presenti ai piani terra e ammezzato: qui ha riaperto un’attività bancaria, segno di un primo ritorno dei servizi proprio nel centro storico. Sempre sulla piazza avanza anche il cantiere della Cattedrale, un investimento da quasi 7 milioni e 400 mila euro dove i lavori strutturali sono conclusi al 50% e le opere di restauro al 20%, con una prospettiva di riapertura entro pochi anni.

Camerino, la rinascita passa dalle opere pubbliche. A Camerino la ricostruzione pubblica sta entrando in una fase matura: gli interventi in corso e conclusi ammontano a oltre 41 milioni di euro, provenienti da una pluralità di fonti: Ordinanze speciali della struttura commissariale, il Piano Nazionale Complementare al PNRR (PNC) e la Ordinanza 137/2023 dedicata alla rigenerazione urbana e alle opere cimiteriali e infrastrutturali. Il Comune di Camerino, in stretta collaborazione con l’USR Marche e con la Struttura commissariale, ha attivato decine di progetti che toccano ogni ambito della vita pubblica: dal recupero degli edifici simbolo del centro storico alle infrastrutture delle frazioni, fino agli interventi per la mobilità e gli spazi verdi. Un contributo significativo arriva anche dal PNC “Next Appennino”, che ha sostenuto la rigenerazione di aree verdi, percorsi ciclopedonali e piccoli interventi di connessione urbana, per oltre un milione di euro complessivo.

Ordinanza speciale Unicam, cuore pulsante della città. Il programma specifico per l’Ateneo camerte, cuore pulsante della città ducale) prevede fondi di finanziamenti dalla Struttura Commissariale Sisma 2016 che superano i 45 milioni di euro. Dopo la consegna del Polo Studenti ex Magistrali (1 milione e 200 mila euro), sono in corso i lavori sul Collegio Fazzini (quasi 8 milioni di euro), l’Edificio Granelli (4 milioni e 300 mila euro) nel quale hanno sede la scuola di specializzazione e lo studentato universitario, l’ex Convento di San Domenico (9 milioni e mezzo), che comprende l’edificio sede del Museo Civico e del Museo Universitario di Scienze Naturali; proseguono i lavori anche su Palazzo Ribechi (2 milioni e 100). In fase di appalto Palazzo Battibocca sede di alcuni uffici amministrativi di Unicam (5 milioni e 200 mila euro) per il quale è stato approvato il progetto esecutivo e deve essere avviata la gara lavori;  e il prestigioso Palazzo Varano (14 milioni e 800 mila euro).In particolare per Palazzo Varano entro alcune settimane saranno aggiudicati i lavori. Conosciuto anche come Palazzo Ducale, è luogo simbolo della Città e sede dell’Università di Camerino, fronteggia piazza Cavour dove si affacciano anche il Duomo e la Curia Arcivescovile.

Verso la chiusura di tutte le progettazioni, poi i cantieri nel 2026. Il 2025 si concluderà con il completamento delle progettazioni delle opere pubbliche, mentre il 2026, invece, sarà l’anno dell’affidamento e dell’apertura effettiva dei lavori. Dopo anni di programmazione e pianificazione, i progetti diventano realtà concrete, con l’avvio delle gare, le aggiudicazioni e l’apertura dei cantieri in tutti i territori del cratere. Un passaggio fondamentale che segna il passaggio dalle norme ai cantieri, con la ricostruzione pubblica pronta a tradursi in opere visibili, servizi e sicurezza per le comunità.

Più in generale in tutta la città di Camerino la ricostruzione attualmente mostra un volume molto rilevante di ricostruzione privata, con circa due terzi delle richieste già accolte e un importo liquidato superiore ai 322 milioni di euro, pari a più della metà del concesso. I cantieri chiusi sono 360, sono invece 288 ancora attivi che segnalano che la città è nel pieno della fase operativa.

La scuola Betti. Tra gli importanti tasselli di Camerino la ripresa lo scorso settembre dell’attività scolastica nel nuovo istituto comprensivo “Ugo Betti”: un edificio da 15 milioni di euro, su quasi 9mila metri quadrati, che può accogliere più di 500 bambini, all’interno del quale prenderà il via Il progetto educativo promosso dalla Fondazione Andrea Bocelli, incentrato sulla progettazione degli spazi educativi e loro allestimenti in seguito al coinvolgimento degli insegnanti e sull’introduzione di metodologie didattiche innovative ed esperienziali.

La situazione dell’Alto Nera, epicentro delle scosse. Sull’Alto Nera, nei centri più colpiti tra Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, dove la devastazione è stata pressoché totale, la ricostruzione privata sta registrando un avanzamento importante. Su un totale di 854 pratiche presentate nei tre comuni, ne sono state concesse 576, per un importo complessivo richiesto di oltre 923 milioni di euro e 564 milioni già approvati. Le erogazioni hanno superato 275 milioni di euro, mentre i cantieri in corso sono 328 e 184 quelli già chiusi. Qui è attesa nei prossimi mesi una decisiva accelerazione, contando su un’imminente risoluzione rispetto al vincolo delle zone cosiddette “R4” per cui è attesa l’approvazione del progetto del Consorzio di Bonifica a fine mese che consentirà finalmente la partenza di centinaia di progetti di ricostruzione attualmente fermi. A Visso, in particolare, con la realizzazione del tunnel di via Galliano possono ora partire i cantieri nel centro storico: per la prestigiosa sede del Comune “Palazzo Priori” è stato dato avvio alla progettazione esecutiva, per Palazzo Varano si sta perfezionando il progetto di fattibilità tecnico- economica, così come per Palazzo San Giacomo.

I cantieri per la rinascita sociale, economica e turistica. Sono in corso in queste settimane i lavori per la nuova linea della cabinovia di Ussita Frontignano-Cornaccione, che ha iniziato a prendere forma. Il nuovo impianto ‘sostituisce’ le vecchie seggiovie “Selvapiana” e “Cornaccione”, a servizio del settore del Canalone e la biposto “Ginepro” a servizio del settore Saliere. Strutture ormai obsolete e non più rispondenti a criteri di compatibilità ed economicità. L’impianto di risalita una volta ultimato sarà composto da capienti cabine di 10 posti per un numero totale di 49 veicoli su un dislivello di 558 metri e una lunghezza inclinata di 2.069 metri. La potenzialità massima di trasporto è di 1.200 persone l’ora con un potenziamento fino a 1.800 persone l’ora, il tempo di percorrenza è di 7 minuti e 35 secondi. Potrà trasportare persone, biciclette, carrozzine consentendo l’utilizzo anche alle persone con disabilità per far fruire la montagna a tutti. L’impegno complessivo di spesa è di circa 17 milioni di Euro (13,1 mln dal PNC complementare al PRNN, 3,7 mln Ord. 109 Decreto USR, 499,6 mila Euro fondi di bilancio del comune di Ussita).

Anche a Castelsantangelo sul Nera si sta lavorando in alta quota: sono in corso i lavori per il nuovo accesso agli impianti e la realizzazione del nuovo rifugio “Nido delle Aquile” per un valore complessivo di 1.274.477,28 euro. Il nuovo edificio manterrà la funzione di ristorazione, ma sarà arricchito da importanti interventi di miglioramento impiantistico, igienico-sanitario e di accessibilità, così da rispondere al meglio alle esigenze di escursionisti e visitatori.