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16/07/2025

LE MARCHE CELEBRANO CARLO MARATTI: L’INCISIONE COME STRUMENTO DI MEMORIA E DIFFUSIONE

È stata presentata oggi “Carlo Maratti e l’incisione”, una mostra documentaria e celebrativa che apre ufficialmente il programma di eventi promossi dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del IV Centenario della nascita di Carlo Maratti (Camerano, 1625 – Roma, 1713), pittore tra i più influenti del Seicento romano e figura centrale del classicismo post-berniniano. L’iniziativa, riconosciuta dal Ministero della Cultura e sostenuta dalla Regione Marche, insieme ai Comuni di Camerano, Ascoli Piceno e Ancona, si propone di mettere in luce un aspetto decisivo del successo dell’artista: il rapporto tra pittura, incisione e riproduzione grafica come strumenti di diffusione e consacrazione del linguaggio marattesco. Nato a Camerano nel 1625, Carlo Maratti è una delle figure artistiche più rappresentative della cultura della regione Marche. Fin dalla prima giovinezza si distinse per il talento straordinario che lo condusse presto a Roma, dove si formò sotto Andrea Sacchi e divenne il più autorevole interprete del classicismo barocco nella seconda metà del Seicento. Nonostante la lunga carriera nella capitale, Maratti mantenne sempre un forte legame con la sua terra d’origine: tornò più volte a Camerano, intrattenne rapporti con committenti locali e fu sempre percepito come motivo di orgoglio identitario per la comunità marchigiana. In occasione del IV Centenario, la Regione Marche ha confermato il valore strategico del patrimonio marattesco, approvando una legge regionale n. 6 del 2025 che ha istituito un comitato operativo per promuovere iniziative culturali e formative sul territorio. "Carlo Maratti e l’incisione" è parte integrante del programma ufficiale del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del IV Centenario della nascita dell’artista, istituito dal Ministero della Cultura e sostenuto dalla Regione Marche, dai Comuni di Camerano, Ascoli Piceno e Ancona, con il prestigioso patrocinio dell’Accademia Nazionale di San Luca, di cui Maratti fu membro eminente. La mostra, ideata e curata da due tra i più autorevoli studiosi del barocco romano, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Stefano Papetti, sarà inaugurata il 17 luglio 2025 alle ore 19.00 a Camerano, città natale del pittore, nella suggestiva cornice della Chiesa di San Francesco, dove resterà aperta fino al 14 settembre. Proseguirà poi ad Ascoli Piceno, nella sede della Pinacoteca Civica, dal 26 settembre al 23 novembre, per concludersi a Roma in una tappa che intende idealmente chiudere il cerchio della vita e della fortuna dell’artista, attivo nella capitale per oltre sessant’anni. Le celebrazioni del 400esimo anniversario della nascita di Carlo Maratti proseguiranno poi anche con altre iniziative nell’anno 2026 e 2027. «Celebriamo un marchigiano illustre – ha dichiarato Chiara Biondi, assessore regionale alla Cultura – che ha contribuito a rendere grande la storia dell’arte italiana, Carlo Maratti detto il Maratta, in occasione della ricorrenza dei quattrocento anni dalla nascita a Camerano (Ancona). Pittore tra i più influenti del Seicento romano, geniale e innovativo, è tra le figure artistiche più rappresentative della cultura delle Marche, la sua terra d’origine con cui mantenne stretti legami. Qui realizzò diverse opere di grande rilievo, presenti oggi in chiese, palazzi e pinacoteche, che continuarono a ispirare generazioni di artisti successivi. Il suo stile elegante e raffinato, unito all’abilità nel rappresentare la spiritualità attraverso l'arte, contribuì a plasmare il gusto artistico dell'epoca barocca. Il valore strategico del patrimonio del ‘gran Maratti, figura iconica nota in tutta Europa, è stato riconosciuto dalla Regione Marche che ha approvato la legge ‘Celebrazione dei quattrocento anni dalla nascita del pittore marchigiano Carlo Maratti’. La legge prevede una programmazione per celebrare la ricorrenza e l’istituzione di un comitato organizzativo, in collaborazione con la città natale». «Camerano è orgogliosa di restituire visibilità a uno dei suoi figli più illustri – ha dichiarato Oriano Mercante Sindaco di Camerano – il legame di Maratti con il nostro territorio è profondo e identitario, e questa mostra rappresenta un’occasione straordinaria per valorizzare non solo la figura dell’artista, ma anche il patrimonio culturale e turistico della nostra comunità». «Celebrando Carlo Maratti, celebriamo non solo un artista straordinario, ma una visione del classicismo romano – ha dichiarato Claudio Strinati Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del IV Centenario della nascita di Carlo Maratti, storico dell’arte e Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca – che ha avuto una risonanza europea. L'incisione fu per Maratti uno strumento di modernità: capì prima di altri che la diffusione delle immagini sarebbe stata la chiave per consolidare la memoria del proprio stile. Questa mostra, profondamente documentata e scientificamente rigorosa, offre una rara occasione per riflettere sull'importanza della riproduzione nell'affermazione dell’identità artistica». Barbara Mori, Segretario Tesoriere del Comitato Nazionale e Consigliere di maggioranza del Comune di Camerano, conclude: «Abbiamo fortemente voluto che Camerano fosse la prima tappa di questo percorso espositivo, perché rappresenta le radici affettive e formative di Maratti. È un progetto che unisce rigore scientifico e orgoglio civico, e che dimostra come la cultura possa generare coesione, identità e sviluppo. Il lavoro del Comitato ha voluto valorizzare l’opera di un artista che fu ponte tra provincia e capitale, tra arte e memoria». Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, curatrice della mostra, storica dell’arte e massima esperta di Carlo Maratti, evidenzia: «L’obiettivo della mostra è ricostruire, con metodo filologico, il ruolo dell’incisione nella strategia artistica e culturale di Maratti. Si tratta di un progetto che riunisce per la prima volta un corpus straordinario di opere, molte delle quali raramente esposte o inedite, restituendo la complessità di un artista che fu protagonista assoluto della Roma barocca, ma anche attento promotore della propria immagine nel contesto europeo». «Maratti seppe coniugare la raffinatezza del segno alla forza del messaggio – ha sottolineato Stefano Papetti co-curatore della mostra, storico dell’arte e Curatore delle Collezioni Civiche di Ascoli Piceno – affidando alle stampe il compito di rendere perenne e accessibile la propria opera. Questa mostra consente di percorrere la sua biografia artistica attraverso l’incisione, che diventa qui non solo strumento di diffusione, ma elemento chiave per comprendere l’evoluzione del gusto e della committenza tra Seicento e Settecento». «Alla luce del protocollo d’intesa che unisce le città di Ancona, Ascoli Piceno e Camerano per queste celebrazioni – ha dichiarato Marta Paraventi Assessore alla Cultura del Comune di Ancona – anche nel capoluogo verranno sviluppate iniziative e progetti collaterali nel corso del 2025. Per il 2026, invece, è prevista una grande mostra che proseguirà le celebrazioni del 400º anniversario della nascita di Carlo Maratti, le quali continueranno fino al 2027». APPROFONDIMENTO E SPECIFICHE TECNICHE DELLA MOSTRA Carlo Maratti, un artista europeo nell’Urbe barocca La figura di Carlo Maratti emerge con forza nel panorama della pittura barocca del secondo Seicento come quella di un maestro di sobrietà e misura, interprete di un classicismo profondamente aggiornato, capace di dare risposta alle esigenze religiose e ideologiche della Controriforma, pur rimanendo fedele a un ideale di bellezza nobile e armoniosa. La sua carriera, lunghissima e prestigiosa, lo vide protagonista assoluto della scena artistica romana dopo la scomparsa di Pietro da Cortona (1669) e Gian Lorenzo Bernini (1680), assumendo progressivamente il ruolo di caposcuola della pittura romana in età tardo-barocca. Conteso da papi, cardinali, ambasciatori, collezionisti, aristocratici e monarchi, Maratti seppe incarnare un linguaggio pittorico divenuto canone: fu il ritrattista ufficiale di pontefici e alti prelati, dipinse pale d’altare destinate alle maggiori chiese barocche di Roma, da Santa Maria sopra Minerva a Sant’Andrea al Quirinale, e i suoi dipinti vennero richiesti da Genova a Palermo, da Pescia a Vienna. In particolare, fu il pittore prescelto della potente famiglia Altieri, per la quale realizzò, tra le altre opere, la grande allegoria della Clemenza nel soffitto dell’omonima sala di Palazzo Altieri. I suoi ritratti erano ambiti anche dai viaggiatori del Grand Tour: i cosiddetti "milordi" inglesi, durante la permanenza a Roma, si contendevano il privilegio di essere immortalati dal "gran Maratti", come veniva soprannominato per la sua fama in tutta Europa. L’incisione come mezzo di diffusione e consacrazione L’aspetto centrale e innovativo messo in luce dalla mostra riguarda il rapporto fra produzione pittorica e circolazione delle immagini attraverso la stampa. Maratti fu infatti tra i primi pittori romani a valorizzare l’incisione come strumento di riproduzione e di divulgazione controllata del proprio repertorio figurativo. In vita, seguì e supervisionò la trasposizione calcografica di oltre 400 incisioni tratte da suoi disegni e dipinti, e realizzò anche un piccolo ma prezioso corpus di 13 incisioni originali, giovanili, tutte presenti nella mostra. Queste incisioni, eseguite da celebri incisori come Robert van Audenaerde, Nicolas Dorigny, Jacob Frey, Pietro Aquila, Cesare Fantetti, garantirono al linguaggio marattesco un’ampia diffusione nelle corti europee, nelle accademie artistiche e nei circuiti collezionistici, ben prima dell’invenzione della fotografia. In molti casi, le incisioni venivano commissionate prima ancora che il dipinto originale fosse collocato nell’altare di destinazione, o spedito in sedi lontane, come accadde ad esempio per: la Morte di san Francesco Saverio, destinata alla chiesa del Gesù a Roma; il Transito di San Giuseppe, commissionato dall’imperatrice Eleonora d’Asburgo e oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna; la Madonna del Rosario per l’Oratorio di Santa Cita a Palermo. Altre opere, chiuse in collezioni private, come quelle di Niccolò Maria Pallavicini, suo maggiore mecenate, videro nella stampa l’unico mezzo per diventare pubbliche. La mostra come progetto culturale e scientifico Questo progetto rappresenta un raro esempio di mostra monografica sull’opera incisoria di Maratti, costruita con metodo scientifico e filologico. L’iniziativa non si limita a una celebrazione retorica, ma si pone come strumento di ricerca, divulgazione e valorizzazione patrimoniale. Le opere esposte, molte delle quali inedite al grande pubblico, gettano nuova luce sulla funzione della stampa d’arte nel Seicento, intesa non solo come riproduzione ma come amplificazione simbolica del prestigio dell’artista. Le opere in mostra: un percorso in quattro sezioni La mostra propone 44 incisioni, accuratamente selezionate secondo criteri filologici e documentari, divise in quattro sezioni tematiche: SEZIONE A – Incisioni originali di Carlo Maratti Comprende le 10 incisioni autografe dell’artista, rare e preziose, tutte provenienti da Camerano. SEZIONE B – Incisioni da pale famose di Maratti Capolavori incisori derivati dalle sue grandi pale d’altare, realizzati dai più celebri calcografi europei. Documentano la funzione propagandistica dell’incisione nell’affermazione del "modello Maratti" in Europa. SEZIONE C – Incisioni per frontespizi o illustrazioni librarie Prove raffinate di come il disegno marattesco si prestasse a illustrare opere letterarie, teologiche e scientifiche, spesso legate a committenze accademiche o ecclesiastiche. SEZIONE D – Soggetti legati all’Accademia dell’Arcadia Maratti fu una figura chiave dell’ambiente intellettuale romano e dell’Accademia dell’Arcadia: questa sezione illustra soggetti tratti dalla storia antica e dalla mitologia, riletti in chiave morale e allegorica. APPENDICE – ELENCO COMPLETO DELLE OPERE IN MOSTRA Totale opere in mostra: 44 incisioni. Provenienza: Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, Collezione del Comune di Camerano, Biblioteca Comunale “Romolo Spezioli” di Fermo. SEZIONE A – Incisioni originali di Carlo Maratti (Provenienza: Camerano) Carlo Maratti, Madonna Assunta Carlo Maratti, Annunciazione Carlo Maratti, Sacra Famiglia e due angeli Carlo Maratti, Madonna con il Bambino e san Giovannino Carlo Maratti, Madonna con il Bambino e la Maddalena Carlo Maratti, Sposalizio mistico di Santa Caterina Carlo Maratti, Adorazione dei Magi Carlo Maratti, Visitazione Carlo Maratti, Nascita della Vergine Carlo Maratti, Martirio di Sant’Andrea (da Domenichino) SEZIONE B – Incisioni da pale famose di Maratti (Provenienze: Fermo, Ascoli Piceno) Nicolas Dorigny, Madonna con i Santi Ignazio e Carlo Borromeo   (Roma, Chiesa Nuova – Fermo, FC s 1328) Nicolas Dorigny, La Madonna appare a S. Stanislao Kostka   (Roma, S. Andrea al Quirinale – Fermo, FC s 1331) Robert van Audenaerde, Annunciazione   (Roma, Quirinale – Fermo, FC s 1814 o 1831) Robert van Audenaerde, Morte della Vergine   (Roma, Villa Torlonia – Fermo, FC s 1815) Pietro Aquila, San Pietro presenta alla Vergine i nuovi santi canonizzati   (Roma, S. Maria sopra Minerva – Fermo, FC s 2243, 2244 o 2245) Francesco Faraone Aquila, La Vergine presenta San Carlo a Cristo   (Roma, Ss. Ambrogio e Carlo – Fermo, FC s 2962) Jacob Frey, Morte di san Francesco Saverio   (Roma, chiesa del Gesù – Fermo, FC s 2436) Robert van Audenaerde, Martirio dei santi Biagio e Sebastiano   (Genova, S. Maria in Carignano – Fermo, FC s 1812) Robert van Audenaerde, San Filippo Neri in estasi   (Pescia, San Domenico – Fermo, FC s 3406) Robert van Audenaerde, Madonna del Rosario e Santi   (Palermo, Oratorio di Santa Cita – Ascoli Piceno, inv. 11070) Cesare Fantetti, Transito di San Giuseppe   (Vienna, Kunsthistorisches Museum – Fermo, FC s 2359) Jacob Frey, Martirio di Sant’Andrea   (Fermo, FC s 2439 o 2440) Jacob Frey, Immacolata   (Fermo, FC s 2442) Robert van Audenaerde, Sant’Antonio   (Fermo, FC s 1825 o 1826) Robert van Audenaerde, Pietà (da dipinto perduto)   (Fermo, FC s 1823 o 1824) Robert van Audenaerde, Allegoria di Inverno e Primavera (da dipinto perduto)   (Fermo, FC s 817 o 1818) SEZIONE C – Incisioni per frontespizi o illustrazioni di libri (Provenienze: Fermo, Ascoli Piceno) Guillaume Vallet, Fasti senesi   (Fermo, FC s 1259) Copia da Cornelis Bloemaert, Presentazione al Tempio   (Ascoli Piceno, 6835) Pietro Aquila, Annibale Carracci solleva la pittura   (Fermo, FC s 2241) Gian Giacomo Frezza, I quattro Evangelisti   (Fermo, FC s 2454) Farjat, Ritratto di Raffaello (edito da Jacob Frey)   (Fermo, FC s 2804) SEZIONE D – Incisioni di soggetti legati all’Accademia dell’Arcadia (Provenienze: Fermo, Ascoli Piceno) Jacob Frey, Cleopatra   (Fermo, FC s 2434) Jacob Frey, La vestale Tuccia   (Fermo, FC s 2435) Robert van Audenaerde, Betsabea   (Ascoli Piceno, 1629) Robert van Audenaerde, David   (Fermo, FC s 1832) Robert van Audenaerde, Isacco   (Fermo, FC s 1819 o 1820) Robert van Audenaerde, Rebecca   (Fermo, FC s 1827) Robert van Audenaerde, Maddalena   (Fermo, FC s 1828) Andrea Procaccini, Clelia attraversa il Tevere   (Ascoli Piceno, inv. 11070) Gerolamo Ferroni, Giuseppe e la moglie di Putifarre   (Fermo, FC s 2378) Gerolamo Ferroni, Giosuè   (Fermo, FC s 2379) Gerolamo Ferroni, Giuditta   (Fermo, FC s 2380) Gerolamo Ferroni, Miriam   (Fermo, FC s 2381) Gerolamo Ferroni, Giaele   (Ascoli Piceno, inv. 1860)