Un vertice strategico per definire un nuovo modello di gestione del Mare Adriatico, fondato su sostenibilità, innovazione e cooperazione. Con l’evento “Sostenibilità, innovazione e cooperazione nella blue economy per il Mare Adriatico”, ospitato oggi alla Loggia dei Mercanti di Ancona, i paesi rivieraschi hanno delineato una visione comune per affrontare le sfide ambientali, economiche e sociali dell’area adriatica.
Al fianco del ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida, del sottosegretario Patrizio La Pietra e di Francesco Saverio Abate, direttore generale per la pesca e l’acquacoltura del MASEF, hanno partecipato i ministri di Albania, Anila Denaj, Croazia, David Vlajčić, Montenegro, Vladimir Joković, e Slovenia, Mateja Čalušić, insieme al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, al rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gianluca Gregori, e a rappresentanti delle istituzioni locali e internazionali.
Le dichiarazioni
“È necessario avviare una strategia comune e individuare soluzioni politiche condivise, superando le attuali rigidità tecnico-burocratiche che, di fatto, rischiano di compromettere lo sviluppo del settore e il futuro dell’economia blu nell’Adriatico, un bacino strategico dove coesistono interessi di Paesi UE e non UE – ha dichiarato il ministro Francesco Lollobrigida a conclusione dell’incontro -. Ci siamo riuniti per trovare motivi di unità sostanziale che vadano ben oltre le codificazioni regolatorie dell'Unione Europea o di altra natura. Serve una visione strategica da costruire in sinergia con i corpi intermedi, il mondo associativo e quello della rappresentanza, per comprendere ciò che può fare l’Italia, ciò che possono fare le nazioni amiche che condividono lo stesso bacino e ciò che può fare l’Europa. Dobbiamo costruire un piano di gioco dove le regole siano uguali per tutti e vengano applicate per tutti allo stesso modo. Abbiamo riunito le nazioni che si affacciano sull’Adriatico: quelle che fanno parte dell’Unione Europea e quelle che, pur appartenendo al continente europeo, ne sono al di fuori. Con tutte intendiamo dialogare per crescere insieme. Questa conferenza è un momento di dialogo e amicizia con Croazia, Slovenia, Montenegro e Albania per individuare regole comuni e opportunità di interscambio tra le nostre imprese, con l’obiettivo di lavorare insieme all’interno di un quadro di sviluppo economico che renda queste nazioni sempre più competitive”.
“Le Marche non sono mai state così centrali nello scenario internazionale. Dopo il G7 Salute e altri rilevanti incontri interministeriali, oggi ospitiamo un nuovo appuntamento di grande importanza per il quale ringrazio il Ministro Lollobrigida di aver nuovamente scelto la nostra regione. Ancona e le Marche hanno sempre creduto nell’Iniziativa Adriatico-Ionica come occasione concreta per promuovere crescita e sviluppo economico duraturo” – ha dichiarato il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. “L’economia del mare deve diventare sempre più un’opportunità reale, capace di garantire sostenibilità, occupazione, sviluppo, ma anche visione e futuro. La nostra regione è un ponte naturale con i Balcani e ha un legame profondo con l’economia del mare. Abbiamo investito in infrastrutture, porti e sostenibilità per costruire un sistema economico integrato e competitivo. La pesca e la cantieristica navale rappresentano settori chiave del nostro tessuto produttivo, con un indotto importante e numerose imprese coinvolte. Siamo orgogliosi anche del corso universitario sul management e la pesca, perché la formazione è decisiva per il nostro futuro, questo corso è l'unico in Europa grazie alla lungimiranza dell'Università e del Ministero. È essenziale riconoscere la specificità del mare Adriatico e tutelare le imprese che vi operano. Questo vertice può aprire nuove prospettive per un’economia che crea occupazione e futuro, coniugando investimenti, tutela e crescita sostenibile”.
"Esiste il rischio concreto che in futuro non mangeremo più pesce non per scarsità nei mari, ma per mancanza di pescatori. La collaborazione tra Italia, Croazia, Slovenia, Albania, Montenegro e le amministrazioni locali è l’unica strada per un futuro sostenibile del Mare Adriatico – per Patrizio La Pietra, sottosegretario al Masaf -. La Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) deve avere un ruolo centrale: solo con un impegno condiviso possiamo tutelare la biodiversità, sostenere le economie marittime e garantire un futuro alle comunità costiere”.
"L’Adriatico è tra le aree marine più vulnerabili, ma anche tra le più promettenti per la cooperazione regionale. La sostenibilità della pesca non è più solo una questione tecnica, ma una priorità strategica” – ha spiegato Miguel Bernal, segretario esecutivo della CGPM -. Serve una gestione basata su dati scientifici, resiliente ai cambiamenti climatici e integrata con le realtà locali. Solo con uno sforzo comune possiamo ripristinare gli stock ittici, proteggere la biodiversità e offrire un futuro sostenibile a chi vive di mare”.
Il dibattito
L’incontro ha puntato a superare l’attuale frammentazione delle politiche marittime, costruendo una visione condivisa della Blue Economy adriatica, fondata su cooperazione, resilienza e innovazione.
I ministri hanno denunciato la penalizzazione subita dalle economie costiere a causa dei criteri attuali di gestione della pesca, ritenuti inadeguati rispetto alla reale situazione delle flotte. Hanno quindi espresso l’intenzione di formare un fronte comune contro ulteriori tagli ai giorni di pesca, chiedendo che sia riconosciuta la forte riduzione già avvenuta nella capacità di pesca.
Si è sottolineata l’importanza di includere gli effetti del cambiamento climatico e dell’innalzamento del mare nei modelli di valutazione degli stock ittici, superando una visione puramente numerica. Questo nuovo approccio olistico mira a coniugare tutela ambientale, sicurezza alimentare e coesione sociale delle comunità marittime.
Altro punto critico emerso è stato quello dell’acquacoltura, in particolare della molluschicoltura, oggi minacciata da specie aliene invasive come il granchio blu e dagli effetti del riscaldamento delle acque, che favoriscono fenomeni dannosi come le mucillaggini. Su questo fronte, si è evidenziata l’urgenza di interventi gestionali tempestivi e coordinati, per proteggere un comparto strategico per l’economia blu dell’area.
L’incontro ha quindi gettato le basi per un’alleanza diplomatica stabile tra i Paesi dell’Adriatico, in grado di avere peso nei tavoli europei e internazionali. L’idea è di fare dell’Adriatico un modello di governance cooperativa, in cui lo sviluppo economico non sia in contrasto con la sostenibilità, ma guidato da politiche comuni fondate su evidenze scientifiche.
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