A seguito delle dichiarazioni apparse sulla stampa circa l'istituzione dei licei sportivi nella provincia di Ancona dopo l'approvazione della programmazione della rete scolastica regionale 2013-2014, l'assessore regionale all'Istruzione, Marco Luchetti ha precisato quanto segue:
"L'emendamento da me presentato in sede di approvazione della programmazione della rete scolastica regionale per assegnare al Liceo Scientifico Cambi-Serrani di Falconara una sezione del liceo sportivo, operativa dall'anno scolastico 2013 -2014 non è nè un colpo di mano nè un blitz dell'ultimo minuto, nè un fatto politico. E' semplicemente la riaffermazione della volontà della Provincia di Ancona e dell'istruttoria amministrativa che ne è seguita e che ha visto Jesi al secondo posto. Una volontà espressa anche dall'assemblea legislativa - dal momento che l'atto è una deliberazione del Consiglio regionale - di cui fanno parte naturalmente anche i membri della commissione consiliare che in un primo momento aveva ritenuto di non tenere conto di quanto espresso dall'amministrazione provinciale e dei criteri che stavano sotto quella decisione. Criteri oggettivi che riguardano un mix tra la vocazione sportiva, le potenzialità del bacino di utenza, le attrezzature e gli impianti per avviare una sperimentazione. Ma è sfuggito all'amministrazione comunale di Jesi che con lo stesso emendamento viene sancita l'istituzione del liceo sportivo al Liceo Da Vinci dall'anno successivo, cioè dal 2014-2015 e che si tratta di un riconoscimento effettivo e ufficiale dei requisiti che il Liceo possiede e di una priorità concessa a nessun altro istituto scolastico. Non si è colta l'opportunità di avere un'ulteriore sezione nella provincia di Ancona in virtù della maggiore popolazione scolastica rispetto ad altre province e non si è colto nemmeno che Jesi è stata preferita ad altre candidature del capoluogo di regione, cioè di Ancona. Così come la provincia di Ascoli Piceno ha deciso per San Benedetto del Tronto rispetto ad Ascoli, e Fermo per Porto Sant'Elpidio rispetto al capoluogo Fermo. Ma nessuno ha levato gli scudi come per questa situazione che sta rischiando di prendere i contorni di una lotta concorrenziale, concetto che non può appartenere al mondo della Scuola. Non si può considerare la Scuola in modo aziendalistico, come sempre più spesso purtroppo accade, qui non si tratta di "consumatori clienti", ma di alunni ed è dovere delle istituzioni assicurare le migliori condizioni possibili per far esercitare il sacrosanto diritto di studio. Strumentalizzare l'istituzione scolastica come un catenaccio politico, scendere alle solite anacronistiche guerre di campanile marchigiane e perdere di vista invece le reali opportunità di innovazione non rende certamente un servizio nè agli studenti, nè costituisce un esempio di collaborazione istituzionale, nè di concorrere positivamente a sanare la forbice purtroppo sempre più aperta dei rapporti tra istituzioni e cittadini. Le polemiche sterili non servono davvero a nessuno, tanto meno al sistema scolastico di cui le Marche vanno fiere". (ad’e)
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