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14/01/2000

Aperta la Conferenza regionale "Per un'agricoltura di tutti"

Aperta questa mattina la Conferenza regionale “Per un’agricoltura di tutti”: in una sala gremita e attenta, l’assessore regionale Marco Moruzzi ha spiegato le novità di questo appuntamento che ha voluto coinvolgere non solo gli addetti ai lavori, ma tutti gli attori della società civile, perché – ha sottolineato - occorre uscire dalla logica che considera l’agricoltura semplicemente un settore produttivo, quando invece può svolgere un ruolo determinante nella tutela dell’ambiente e del paesaggio e più in generale nello sviluppo economico e sociale del territorio. Moruzzi ha anche voluto precisare che non si tratta della Conferenza regionale dell’agricoltura, ma di un momento importante della stessa, in quanto la giunta ha deciso che la Conferenza agricola “non è un evento puntuale, unico nel tempo, ma una serie di eventi” e quello di oggi è già in grado di portare ad una platea più allargata i risultati di mesi di concertazione: il Piano di Sviluppo Rurale, già approvato dalla giunta e una bozza del Piano Agricolo. Moruzzi è entrato quindi nel merito delineando quelle che sono gli orientamenti per l’agricoltura futura: un’agricoltura orgogliosa della propria tradizione, che vuole utilizzare i miglioramenti della tecnica e della ricerca scientifica, senza però stravolgere “le regole della natura”: quindi no ai prodotti transgenici o a quelli, che per essere competitivi sul prezzo, sono il risultato di “forzature della natura”, basti pensare agli episodi della “mucca pazza” o dei “polli alla diossina”, del cibo spazzatura insomma. Su questo fronte c’è una progressiva consapevolezza dei consumatori ed è proprio con loro che occorre creare una forte alleanza. Ricco il materiale in cartella, che insieme ai dischetti relativi i due Piani, contiene anche una rendicontazione dettagliata sull’utilizzo dei fondi europei, risultati che hanno totalmente invertito quello che avveniva in passato, cioè l’incapacità della Regione di utilizzare le risorse comunitarie. E’ stato raggiunto il 100% sia per l’Obiettivo 5b (oltre 200 miliardi, con percentuali che vanno dal 101% per le azioni a favore delle irrigazioni, al 119% della zootecnia.), che per i Reg. CE 950/97 per gli interventi a favore delle aziende agricole (3291 piani di miglioramento, finanziato l’insediamento di 2855 giovani e erogate indennità compensative a 4007 beneficiari), che sul Reg. CE 951/97 per le strutture agro-industriali di trasformazione (105 progetti del valore di oltre mezzo miliardo ciascuno, che oltre tutto hanno attivato nuovi posti di lavoro). Come pure ottimi i risultati del Reg. Ce 2078 e 2080, il primo sull’agricoltura eco-ecompatibile (si è passati dai 4 miliardi di utilizzo nel 1995, ai 49 del 1999, favorendo anche la nascita di una vera oasi ecologica, visto che interi comuni hanno aderito alle misure previste dal regolamento) e il secondo sui rimboschimenti delle superficie agricole (48 miliardi di forestazione a favore di 2126 aziende per un totale di superficie interessata di 5520 ettari) Questi dati sono serviti all’assessore per sostenere che gli strumenti di programmazione presentati – il Piano di Sviluppo Rurale e quello Agricolo – altro non sono che la continuazione logica di una politica perseguita con “tenacia, respingendo le pressioni per interventi a pioggia e contrattando con la stessa Commissione Europea misure innovative per l’agricoltura”. Un ringraziamento particolare è stato rivolto al mondo del credito, che ha dato fiducia alla politica regionale e ha messo a punto strumenti per facilitare l’accesso al credito e renderlo meno caro: a questo proposito va ricordato il Protocollo d’Intesa con dieci Istituti operanti nelle Marche e la rinegoziazione dei mutui già in essere, che consentirà un sensibile risparmio sia per l’operatore, che per la Regione, che avrà così più fondi da investire sempre in agricoltura. Dopo Moruzzi hanno preso la parola Raffaele Zanoli e Lorenzo Bisogni, il primo per illustrare la bozza di Piano Agricolo, il secondo per illustrare il Piano di Sviluppo Rurale: il rapporto tra i due strumenti di programmazione è strettissimo: il Piano Agricolo si occupa dell’intervento generale in agricoltura, quello reso possibile da misure regionali, nazionali e comunitarie, mentre il Piano di Sviluppo rurale è l’attuazione del regolamento cardine di Agenda 2000 e si occupa della programmazione 2000-2006, che prevede circa 840 miliardi di finanziamenti pubblici. L’elemento di novità sta nel fatto che l’intervento è unitario, nel senso che non ci sarà più bisogno di singoli Piani regionali per recepire gli interventi comunitari: quindi una sorta di TESTO UNICO dell’intervento pubblico. L’attenzione è concentrata sul territorio e sul ruolo dell’operatore agricolo, che viene aiutato, anche attraverso incentivi, a svolgere il ruolo di custode del territorio. Inoltre, oltre alle misure più strettamente agricole, in uno dei tre Assi del Piano di Sviluppo, sono previsti interventi anche per i servizi essenziali per l’economia e le popolazioni rurali, per le infrastrutture e le attività turistiche e artigianali. Dopo la presentazione dei Piani si sono riunite le Commissioni tematiche (zootecnia, produzioni vegetali, agricoltura-ambiente, Istituti di credito) ed è proseguito il dibattito. Sono intervenuti: Salvatore Frigerio, che ha illustrato lo stato di attuazione della Carta di Fonte Avellana, Nevio Lavagnoli (CIA), Franco Pasquini (Coldiretti), Giuseppe Mariotti per la Confagricoltura, Emilio Landi (Copagri), Teodoro Bolognini (Lega delle Cooperateve), Graziano Pallotta (presidente Confcooperative) e Ermelli Cupelli (AGCI). Il vice-presidente Emilio Berioni, nell’intervento di apertura ha ricordato la sfida che attende le Regioni ora che, con il federalismo fiscale, è stato compiuto un altro significativo passo in avanti nel cammino delle riforme e le Regioni avranno maggiore libertà politico-amministrativa. (e.r.) MORUZZI RISPONDE AI DS A margine del Convegno Moruzzi ha rilasciato una breve dichiarazione sulla polemica sollevata dai DS. “Quando abbiamo fissato la data della Conferenza – ha detto – non c’era ancora quella definitiva del Congresso DS. La nostra preoccupazione a quel tempo era comunque quella di concordare una data con il Ministro per assicurarci la sua partecipazione. Certamente anche i DS saranno d’accordo sul fatto che, avendo l’agricoltura marchigiana registrato significativi successi, era importante questa presenza, tanto più che De Castro si è distinto per il suo impegno a Bruxelles e ha sempre sostenuto il nostro impegno. Voglio comunque ringraziare il presidente della III Commissione Dante Bartolomei che doveva presiedere una sessione dei lavori e che, proprio da Torino, ci ha mandato i suoi auguri.”