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03/11/1999

FALCONARA E DINTORNI AREA AD ELEVATO RISCHIO AMBIENTALE : LA GIUNTA APPROVA LA DOCUMENTAZIONE TECNICA PER LA RICHIESTA AL MINISTERO

La giunta regionale ha approvato la documentazione preliminare, utile alla Dichiarazione dell’area di Ancona, Falconara e bassa valle dell’Esino come area ad elevato rischio di crisi ambientale e deciso di aprire la fase della consultazione così come prescrive l’articolo 74 del Decreto legislativo 112/98 il quale disciplina anche il cammino e i vari passaggi, amministrativi e di partecipazione, per perseguire un simile obiettivo. Si tratta di una documentazione di natura tecnica molto articolata e complessa, contenente la relazione di sintesi sui rischi per la popolazione e sullo stato dell’ambiente, la dichiarazione di area ad elevato rischio e le prime linee di risanamento. Tale atto – ha precisato l’assessore all’ambiente Edoardo Mentrasti che ha coordinato il provvedimento – è coerente in primo luogo con l’ordine del giorno del Consiglio regionale votato all’indomani dell’incidente alla raffineria API di Falconara e ai pronunciamenti adottati, sempre su tale argomento, sia dal comune di Falconara che dalla Provincia di Ancona. In particolare l’Assemblea regionale con la sua mozione ha impegnato la Giunta, tra l’altro, “ad assumere tutte le iniziative necessarie, per quanto di propria competenza, affinché non vengano rinnovate all’API le concessioni e le autorizzazioni in atto in quanto incompatibili con la situazione urbanistica ed ambientale del territorio circostante, attivando in collaborazione con il Governo e l’Unione Europea un percorso in grado di garantire il risanamento ambientale dell’area interessata con la riconversione e il mantenimento dei livelli occupazionali”. Va inoltre chiarito che la documentazione è necessaria proprio perché su tale area sono concentrate una serie di strutture e infrastrutture che richiedono uno studio ed un raffronto per verificare le condizioni di sicurezza, non limitabili alla sola raffineria ma allA situazione esistente su un raggio di territorio molto più ampio. Oltre all’incidente del 25 agosto che ha interessato la raffineria vi è l’aggravarsi, in questa area, dell’inquinamento atmosferico, la compresenza di molte industrie a rischio di incidente, l’avvio imminente della centrale termoelettrica dell’API, le emissioni dell’impianto di Camerata Picena e la non lontana turbogas di Jesi; la serie numerosa di infrastrutture esistenti, il suo carattere di luogo centrale della regione Marche costituiscono i fattori principali che richiedono l’assunzione a tutti i livelli istituzionali di specifiche iniziative di ampio respiro e di notevole complessità, tendenti a ridurre le condizioni di vulnerabilità e di rischio per le popolazioni e per l’ambiente. “Sono queste – ha sottolineato Mentrasti – le condizioni generali che ci spingono a studiare e mettere in cantiere un progetto di riconversione ecologica di tutta l’area per uno sviluppo che sia sostenibile per l’ambiente e che abbia alla sua base una diversa concezione della crescita produttiva. La documentazione predisposta dalla giunta assume, sul medio e lungo termine, lo scenario della incompatibilità tra la raffineria API ed il sistema territoriale circostante; va redatto, pertanto, un piano complesso di riduzione programmata delle superfici oggi utilizzate di depotenziamento produttivo e di risanamento ambientale, contestuale all’avvio di attività economiche sostitutive e di nuovo sviluppo occupazionale”. La deliberazione prevede anche che la Regione richieda al Ministero dell’ambiente finanziamenti per studi e approfondimenti e per la redazione di un piano di risanamento generale dell’area nell’ambito del quale, ed in via prioritaria, le risorse che saranno rese disponibili possano essere impiegate anche per gli interventi ritenuti necessari all’interno ed all’intorno dell’area ad elevata concentrazione di stabilimenti. Tali interventi e programmi dovranno essere individuati attraverso le procedure previste dalla legge cosiddetta Seveso 2 (art. 13 del Dlgs n. 334/1999). La giunta ha infine incaricato il Servizio Tutela e Risanamento Ambientale, in collaborazione con il Servizio Urbanistica e con l’ARPAM, di seguire sia il procedimento per giungere alla formale dichiarazione di area ad elevato rischio sia gli accordi con il Ministero dell’Ambiente.