(Milano) Dopo il grande successo del film “Il giovane Favoloso” di Mario Martone, con oltre 1 Milione spettatori ed un incasso di più di 5 milioni di Euro, la realizzazione di 4 dvd distribuiti con l’Espresso e La Repubblica e un’antologia illustrata, prosegue la valorizzazione del genio leopardiano da parte della Regione Marche – non solo sotto il profilo culturale ma anche in chiave turistico-promozionale. Nella giornata di chiusura della BIT 2015 è’ stato infatti presentato il documentario Grand Tour Leopardiano- Le Marche di Leopardi (promosso come i 4 dvd dall’assessorato regionale alla Cultura) con la regia di Alessandro Scillitani , a cura di Marta Paraventi e Laura Capozucca. Venti minuti per percorrere visivamente un itinerario dei luoghi leopardiani più suggestivi delle Marche. Dal borgo natìo di Recanati ai musei che contengono i frammenti della vicenda storica e letteraria di uno dei marchigiani più illustri e noti nel mondo. Il viaggio tocca Visso che conserva il manoscritto de L’Infinito e poi Treia, Macerata, Pesaro-Urbino, Jesi, Cagli, Maiolati Spontini, Genga. Montevidon Corrado ( casa Licini). E una particolare attenzione ai 72 teatri storici costruiti ai tempi di Leopardi e le decine di Biblioteche storiche che conservano testimonianze leopardiane che punteggiano il nostro territorio. Il video sarà anche messo a disposizione delle scuole.
L’altra iniziativa che caratterizzerà la primavera culturale marchigiana è una mostra molto singolare. Dopo quasi quattrocento anni viene ricomposto uno dei luoghi più emblematici del Rinascimento italiano: lo Studiolo di Federico di Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino. La mostra “Lo Studiolo di Federico di Montefeltro. Il ritorno degli uomini illustri alla Corte di Urbino” – promossa dalla Regione Marche con la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici delle Marche e la collaborazione del Comune di Urbino, curata da Maria Rosaria Valazzi, è stata inserita nel programma EXPO 2015 ed è uno degli appuntamenti espostivi di rilievo nella programmazione Distretto Culturale Evoluto della Regione Marche.
Una mostra mai realizzata prima d’ora permetterà - dal 7 marzo al 5 luglio 2015 presso la Galleria Nazionale delle Marche – di restituire al pubblico lo Studiolo di Federico di Montefeltro nella sua veste originaria, prima della sua dispersione avvenuta agli albori del Seicento. Ambiente privatissimo voluto da Federico di Montefeltro come una sorta di autobiografia ideale, esempio capitale di una tipologia che conta pochi esemplari superstiti, lo studiolo di Urbino risponde all’antica idea di ricreare un ambiente adeguato a favorire studio e riflessione e di radunare in questo luogo immagini di sapienti - con i quali instaurare un dialogo virtuale - e oggetti rari con cui nutrire lo spirito. Lo Studiolo del Duca era infatti composto da tarsie lignee policrome di bottega fiorentina dove si ritrovano raffigurati libri, strumenti musicali e scientifici, armi e clessidre e personificazioni allegoriche che compaiono su ripiani della finta panca e fanno capolino dalle finte ante socchiuse, in un trionfo illusionistico coronato, tra rivestimento ligneo e soffitto, dai ritratti di 28 Uomini Illustri.
Una storia affascinante e complessa, che rivela un tratto della storia di Urbino e un capitolo fondamentale del nostro Rinascimento.
Oggi solo la metà dei ritratti è ancora conservata nel Palazzo divenuto sede della Galleria Nazionale delle Marche, mentre le restanti 14 tavole, acquistate da Napoleone III, sono conservate nelle collezioni del Museo del Louvre.
E proprio grazie all’eccezionale collaborazione con il Museo francese è stato possibile riposizionare in occasione della mostra i 28 dipinti ad olio che raffigurano personaggi, religiosi e non, antichi e contemporanei, come Mosè, Salomone, Cicerone, Omero, Dante, Platone, Aristotele, Euclide, Sito IV.
“Tale eccezionale ricomposizione - accompagnata da un innovativo apparato multimediale - ha spiegato Maria Rosaria Valazzi - non solo consentirà di studiare uno degli esempi più importanti dell'arte rinascimentale italiana, ma saprà anche rievocare il clima culturale della corte urbinate nell'ultimo decennio di vita del Duca di Montefeltro".
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