“Viva l’Italia” di Dacia Maraini, libro scritto nel 1971 e ripubblicato recentemente (Ed. Perrone) viene presentato nello stand della Regione Marche. Prende parte alla presentazione e all’incontro con la scrittrice, l’assessore alla Cultura, Pietro Marcolini. Presente anche Antonio Lovascio, regista e attore, che con la compagnia senigalliese Teatro Manet, ha tratto dall’opera uno spettacolo teatrale che, in occasione del Salone del Libro, andrà in scena domenica alle 21, presso il Teatro Vittoria di Torino. “Ho accolto con grande interesse la proposta di partecipare al progetto editoriale che ha portato all’opera di teatro civile scritta da Dacia Maraini, legata al tema dei 150 anni dell’Unità d’Italia”, commenta Marcolini. “L’autrice – prosegue – ha descritto in modo efficace le condizioni del Sud Italia, evidenziando sia la sofferenza che la volontà di riscatto delle sue popolazioni. Grande importanza è stata data al contributo delle donne, spesso dimenticato o sottovalutato, alla realizzazione dell’Unità del nostro Paese, dando loro visibilità e voce”.
Nelle Marche c’è una forte tradizione di teatro e la collaborazione con la Maraini fa parte di una vocazione naturale. Basti pensare che nel 1868 erano attivi nella regione ben 113 teatri: più di 70 sono stati sapientemente restaurati e rappresentano un prezioso patrimonio culturale che ospita durante l’anno prestigiose stagioni teatrali, musicali o dedicate alla danza. “Alcune di queste – ricorda Marcolini - si sono imposte nel panorama internazionale e rappresentano fonte d’attrazione turistico culturale d’eccezione. I teatri storici sono distribuiti su tutto il territorio regionale e costituiscono degli autentici scrigni d’arte, ricchi di architetture eleganti, affreschi restituiti alle cromie originali e sipari di grande pregio”.
La rappresentazione teatrale del lavoro della Maraini offre l’opportunità ad una compagnia di giovani marchigiani di mettere in scena la sua opera, ricca di forti valori sociali e civili. ”La nostra regione - afferma Marcolini - ancora una volta, grazie all’impegno e alla tenacia di questi giovani artisti, dimostra di essere un laboratorio di idee e di innovazione. Il testo di Dacia Maraini, si presta particolarmente a valorizzare i teatri storici delle Marche, come luoghi di cultura, in stretto rapporto con i giovani, il territorio e la sua storia. E’ inoltre un’occasione in più per far conoscere e promuovere, sia a livello nazionale che internazionale, le bellezze storico-artistiche presenti in tutta la regione. Questo lavoro rappresenta infine un’opportunità ed uno stimolo per una nuova stagione di impegno sociale di cui il nostro paese ha urgente bisogno.”
Come ha avuto modo di dire Dacia Maraini, descrivendo il suo lavoro, la memoria storica nei riguardi delle donne pecca di avarizia, se non di avversità. Per questo, l’autrice assieme ad un gruppo di amiche giornaliste e scrittrici, ha pensato di realizzare un libro sulle donne che con il loro coraggio, la loro abnegazione, la loro vitalità, la loro intelligenza, hanno contribuito a fare l’Italia, rendendola libera e unita. Perché le donne sono sempre state presenti nella storia complessa del nostro paese. Dalle infermiere che operavano sui campi di battaglia, alle signore del bel mondo che nei loro salotti accoglievano, rischiando il carcere, i liberi pensatori, dalle giornaliste straniere che hanno fatto conoscere all’estero il movimento di rivolta nazionale, alle patriote, che travestite da maschi combattevano armi in pugno.
Il regista e attore Antonio Lovascio, descrivendo la realizzazione dello spettacolo teatrale, ha già osservato come lo spettacolo sia pervaso da un lirismo affascinante che il personaggio di Malopesce, cantastorie di Bagheria, filo conduttore dell’intera vicenda, restituisce depurato da ogni elemento folcloristico per diventare linguaggio “nazional popolare”, portatore di graffiante verità disillusa, disincantata.
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