Oggi e domani allAbbadia di Fiastra esperti, operatori e ricercatori da tutta Italia si confrontano sulle tecniche di produzione biologiche relative alla zootecnia. Levento rappresenta la tappa finale del progetto Equizoobio, che vede la Regione Marche capofila di altre 18 Regioni. Limportanza dellagricoltura biologica sottolinea il vice presidente e assessore allAgricoltura Paolo Petrini e` crescente, sia per i riflessi sulla qualita` dei prodotti sia per la sostenibilita` ambientale dellattivita` primaria. Ma mentre nel settore vegetale il biologico evidenzia traguardi importanti, nel zootecnico ce` ancora strada da fare, anche a causa della maggiore complessita` del settore. Questa importante iniziativa aiuta ad estendere la metodologia biologica anche alla zootecnia.
Gli Istituti di ricerca coinvolti, coordinati dallUniversita` Politecnica delle Marche in particolare dal professor Raffaele Zanoli - hanno dato vita ad un gruppo di elevatissima professionalita`. La sperimentazione realizzata in tutta Italia in particolare in aziende di Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Toscana, Umbria, Basilicata e Sardegna - durante la realizzazione di Equizoobio ha dato risultati molto interessanti e ha riguardato le filiere bovina, ovicaprina, avicola e suina. Operatori ed associazioni di categoria sono stati infatti pienamente coinvolti nelle iniziative progettuali, cosi` da assicurare lefficacia delle azioni realizzate. Equizoobio rientra fra gli 11 progetti interregionali di innovazione e ricerca nati nel 2004 in applicazione della legge 23 dicembre 1999 n. 499 e realizzati, tra il 2006 ed il 2009. La Regione Marche, quale coordinatrice del gruppo di competenza sullagricoltura biologica della rete della ricerca, ha proposto una selezione di obiettivi prioritari del settore da perseguire attraverso la realizzazione di un progetto di sperimentazione destinato allo sviluppo ed al consolidamento del settore biologico con una valenza per tutto il territorio italiano. In particolare il gruppo di competenza aveva individuato quale anello debole del settore proprio il comparto zootecnico che con piu` difficolta` ricercava spazi di affermazione nel contesto delle produzioni agroalimentari italiane di qualita`. Sono state cosi` indicate alcune esigenze, ritenute essenziali, alle quali dare una risposta attraverso un progetto di ricerca applicata che avesse delle ricadute immediate per le produzioni bio italiane.
La proposta progettuale ha registrato unampia adesione delle regioni, oltre che del Ministero, nello specifico 18 sono state le Regioni e Province autonome che hanno partecipato al comitato di progetto.
Linteresse del consumatore per il prodotto biologico, suscitato da preoccupazioni di tipo salutistico, si e` sviluppato prima verso gli alimenti vegetali, soprattutto a causa dellelevato contenuto di pesticidi utilizzati nellagricoltura convenzionale e allintroduzione degli Ogm.
Linteresse verso la carne biologica e` nato in un secondo momento e con dinamiche diverse nei vari paesi europei. Il mercato e la trasformazione dei prodotti animali sono piu` complessi di quelli dei vegetali, a causa della deperibilita`, della necessita` di mantenere la catena del freddo e degli alti rischi di malattie. La zootecnia biologica ha cominciato a decollare in Italia solo negli ultimi anni, in ritardo rispetto ai paesi nordeuropei, ma in sintonia con il sud Europa. Daltra parte lo sviluppo della zootecnia biologica, regolamentata in Europa e in Italia dal Reg. CE 1804/99 e successive modificazioni, e` recente e deve ancora passare da un approfondimento e una ottimizzazione dei sistemi di allevamento dal punto di vista tecnico, scientifico ed economico.
AllAbbadia di Fiastra verra` infine presentata la pubblicazione tecnico pratica finale accompagnata da schede divulgative - che contiene le fasi principali del progetto e le realizzazioni sperimentali.(f.b.)
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