Lapplicazione della legge regionale 1/2010 sulla razionalizzazione delle spese per il personale e sulla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, contrariamente a quanto enunciato nelle finalita` e sostenuto dal Gruppo consiliare PDL, genera una spesa del personale che non si accompagna a misure di razionalizzazione delle strutture regionali, ne` consente di realizzare incrementi della produttivita` e dellefficienza media. E` quanto sostiene lassessore regionale al Personale, Luigi Viventi, che replica al comunicato stampa del gruppo PDL. La stessa legge afferma lassessore - si pone in palese contrasto con le misure di contenimento delle spese stabilite dallo Stato (decreto legge 78/2010) a tutela della stabilita` finanziaria del Paese. Disposizioni che impongono al Governo regionale una riduzione delle proprie spese, partendo dagli apparati amministrativi e dal personale. Lobbligo di ridurre la spesa del personale, dunque, e` un dovere ineludibile che va realizzato mediante lindividuazione di misure che non devono ricadere sui servizi che lente regione e` chiamato a rendere. Dovrebbero essere noti, al gruppo regionale del PDL, i provvedimenti molto pesanti, emanati dal Governo centrale da loro sostenuto, che vanno nella direzione di una riduzione e di una razionalizzazione della spesa.
Le dichiarazioni contenute nel comunicato dei consiglieri Zinni, Carloni e Silvetti continua Viventi - non sono poi accompagnate da valutazioni tecniche, hanno un valore puramente demagogico e sono estrapolate dallattuale contesto di crisi finanziaria in cui ci troviamo a vivere. La legge, infatti, individua due categorie di beneficiari: dipendenti in possesso dei requisiti per accedere al sistema pensionistico e che possono beneficiate di un incentivo, una tantum, fino a un massimo di sei mensilita`, che si traduce sostanzialmente in un regalo (quelli che entro il primo anno di applicazione e cioe` il 31.12.2010 possono andare in pensione con la normativa vigente); dipendenti che, entro il 31.12.2013, non essendo in possesso dei requisiti per laccesso al trattamento di pensione possono pero` anticipatamente risolvere il proprio rapporto di lavoro beneficiando di un incentivo determinabile fino ad un massimo di 48 mensilita`. Questi dipendenti possono cessare dal servizio fino a 4 anni prima della data di maturazione dei requisiti e continuare a essere pagati per il corrispondente periodo, con il trattamento fisso continuativo, comprensivo della retribuzione di posizione spettante ai titolari di posizione organizzativa o alta professionalita`, gia` percepito. La legge prevede inoltre che ai dipendenti che abbiano fruito della risoluzione consensuale e` riconosciuta una integrazione allincentivo percepito, fino ad un massimo di 24 mensilita`, qualora la normativa statale, nel quadriennio di applicazione della presente legge, introduca modificazioni ai requisiti previsti per il conseguimento della pensione di anzianita` che comportino il suo posticipo. Lordinamento pensionistico e` gia` mutato in conseguenza dellentrata in vigore dellarticolo 12 del Decreto legge 78/2010 che ha introdotto, a partire dal 1 Gennaio 2011, un sistema di revisione delle finestre mediante la previsione della cosiddetta finestra mobile, la quale provoca un posticipo delluscita di 12 mesi decorrenti dal momento in cui il lavoratore perfeziona i requisiti richiesti dalla legge sia in termini di eta` sia di contribuzione. Tra laltro sempre la manovra finanziaria dello Stato introduce a decorrere dallanno 2011, rispetto alle misure di contenimento delle spese gia` vigenti (le quali comportano la necessita` di un decremento annuo della spesa del personale), unulteriore stringente limitazione e cioe` la possibilita` di fare nuove assunzioni solo nel limite del 20 per cento delle economie derivanti dalle cessazioni dal servizio Senza bisogno di particolari nozioni tecniche, le conseguenze che ne derivano sono chiare: consentiamo a un numero potenziale di 300 unita` di cessare dal servizio prima del tempo, senza pensare al regalo dato a chi comunque sarebbe cessato dal servizio indipendentemente dalla legge. Le continuiamo a pagare per stare a casa per 4 o piu` anni. Limporto della spesa stimato, ovviamente sul potenziale, e` pari a circa a 23 ml di euro.
Resta evidente che cio` che paghiamo non costituisce uneconomia e se anche e` vero che non eroghiamo il salario accessorio a quei dipendenti che cessano, e` anche vero che per le norme contrattuali vigenti non ce` un risparmio per lamministrazione perche` le risorse restano ancorate al Fondo della produttivita` dei dipendenti che rimangono, i quali, oltre al danno anche la beffa, non potranno percepirle, perche` sempre la manovra finanziaria impone una riduzione delle spese del personale e dunque una limitazione nellerogazione del salario accessorio.
Nel frattempo quindi lamministrazione regionale: non potra` effettuare nuove assunzioni di personale o effettuare le assunzioni di personale necessarie allo svolgimento dei compiti istituzionali ed allattuazione del programma di governo;
non potra` rispettare gli impegni in materia di stabilizzazione del personale precario in servizio, cio` in violazione della normativa regionale vigente e degli accordi sindacali gia` raggiunti; non potra` incrementare/erogare le risorse che finanziano il salario accessorio dei dipendenti in servizio per i quali aumenteranno i carichi di lavoro individuali; diminuira` lefficienza nei servizi da rendere alla comunita` marchigiana.
In sintesi e` vero che lo scivolo e` un istituto che crea benefici a un datore di lavoro, ma la verifica del beneficio deve essere contestualizzata e verificata concretamente, e la realta` della Regione Marche non e` una realta` in cui ci sia una sovrabbondanza di personale.
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