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17/12/2010

RAPPORTO REGIONALE SU “GRAVIDANZE E NUOVE NASCITE NELLE MARCHE”. I RISULTATI PRESENTATI MARTEDI` 21 DICEMBRE IN REGIONE

Martedi` 21 dicembre, alle ore 15.00, presso lAula Verde della Regione Marche, lOsservatorio epidemiologico sulle diseguaglianze nella salute dellARS Marche presentera` i risultati del rapporto regionale: Gravidanze e nuove nascite nella regione Marche, svolto in collaborazione con il Sistema informativo statistico della Regione Marche. Saranno presenti lassessore alla Salute, Almerino Mezzolani, e il dirigente del servizio Salute, Carmine Ruta. E` primo rapporto regionale stilato sui dati rilevati attraverso il Certificato di assistenza al parto. Vengono presentate informazioni dettagliate sulla qualita` dellassistenza fruita dalle donne marchigiane in gravidanza, sui parti e sulle nascite, delineando un quadro regionale complessivo sulla salute materno-infantile che rappresenta una misura sensibile del grado di benessere di unintera popolazione. In particolare viene rilevato se il numero di visite effettuate e` adeguato, se la prima visita e` stata effettuata entro i termini consigliati, se sono state effettuate le indagini prenatali invasive; vengono analizzate le modalita` del parto, con quale frequenza viene indotto il travaglio, se sono presenti persone di fiducia in sala parto, quanti sono i parti con taglio cesareo e le condizioni del neonato (basso peso, nascita pretermine, necessita` di rianimazione, nato morto). Inoltre il rapporto dedica particolare attenzione al contesto demografico marchigiano, alle caratteristiche socio-economiche e alla cittadinanza delle madri e dei genitori, mostrando le ricadute che le diseguaglianze sociali hanno sullassistenza ricevuta, sugli esiti della gravidanza e sul neonato. Lo studio ha tenuto conto delle conclusioni della Commissione dellOrganizzazione mondiale della sanita` sui determinanti sociali di salute, pubblicato nel 2008 e delle raccomandazioni generali che invitano a misurare e ad analizzare lo svantaggio nella salute di alcuni gruppi della popolazione, in quanto questo, non essendo un fatto naturale, puo` essere evitato con una azione politica e amministrativa comune, a partire da una riorganizzazione dei servizi sociosanitari, in modo da garantire lo stesso accesso e le stesse cure a chi ne ha bisogno, a beneficio, anche economico, di tutta la collettivita`.