La Giunta regionale ha approvato i nuovi criteri di ammissibilita` agli aiuti al settore apistico. Beneficiari del contributo sono gli imprenditori agricoli, singoli o associati, e gli apicoltori professionisti. Hanno priorita` di accesso le aziende apistiche aderenti al marchio regionale QM-Qualita` garantita dalla Regione Marche per il miele, gli apicoltori di eta` inferiori a 40 anni, le cooperative agricole tra apicoltori. La dotazione finanziaria complessiva e` di 164 mila euro. Il contributo concedibile e` pari al 50% della spesa ammissibile nelle zone svantaggiate e al 40% nelle altre zone, elevabili fino al 55% e al 45% per i giovani apicoltori, a condizione che gli investimenti siano effettuati entro cinque anni dallinsediamento.
Per incentivare la pratica e la diffusione dellallevamento apistico moderno e rendere piu` competitive le aziende apistiche sul mercato - ha detto Paolo Petrini, vicepresidente e assessore allAgricoltura - occorrono interventi di sostegno sul territorio rivolti alle aziende. Il settore si trova ad affrontare un costante aumento dei costi di produzione, mentre le differenti rese annuali per alveare non sempre consentono agli apicoltori di ottenere un reddito sufficiente, anche a causa dellofferta concorrenziale proveniente dai Paesi extracomunitari. La Regione interviene con questi contributi per favorire unattivita` che vanta antiche tradizioni nelle Marche e che e` sinonimo di elevata qualita` ambientale.
Limporto massimo dellinvestimento, nel caso degli investimenti fissi, non puo` superare il limite di 20 mila euro per le aziende singole e di 40 mila euro per quelle associate, mentre nel caso degli investimenti mobili il limite e` di 10 mila euro per le aziende singole e di 20 mila per quelle associate. Rientrano nelle spese ammissibili lacquisto di nuove macchine e attrezzature per la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti dellapicoltura, compresi i programmi informatici.
Sul territorio regionale sono presenti 34.118 alveari appartenenti a 1.355 apicoltori (censimento 2009), con un produzione stimata di oltre mille tonnellate annue di miele.
Gli apicoltori professionisti (con almeno 150-200 alveari e che ricavano lintero reddito dallapicoltura) sono l1% del totale, ma producono il 40% del miele marchigiano. Un gruppo più consistente, tra gli apicoltori marchigiani, è rappresentato da semi-professionisti che vedono nellapicoltura uninteressante fonte di integrazione del reddito e rappresentano il 16% del totale. Il rimanete 83% è costituito da hobbisti(c.c.)
|