La Giunta oggi pomeriggio ha approvato la delibera che autorizza la Regione Marche a procedere con il ricorso alla Corte Costituzionale in merito al decreto Milleproroghe nella parte riguardante la cosiddetta tassa sulle disgrazie.
Il provvedimento spiega il presidente Gian Mario Spacca si e` reso necessario in seguito agli ultimi avvenimenti. Ieri mattina nel corso di un incontro promosso dal Dipartimento della Protezione Civile con Marche, Abruzzo, Basilicata, le regioni colpite dallalluvione e con il Ministero dellEconomia e delle Finanze, i rappresentanti ministeriali hanno riconfermato che lonere di reperire le risorse finanziarie necessarie per affrontare lemergenza e la ricostruzione e` a carico delle Regioni, ricorrendo al massimo della fiscalita` e con unulteriore elevazione dellaccisa sulla benzina di 5 centesimi oltre lattuale limite previsto dalla legge. Questa richiesta non e` sostenuta dallesecutivita` della direttiva della Presidenza del consiglio dei Ministri perche` la Corte dei Conti finora non ha registrato la direttiva stessa, che prevede il percorso in sequenza per le Regioni: manovra di bilancio, utilizzo al massimo della fiscalita` e ulteriore incremento accisa benzina.
Sempre ieri il Dipartimento di Protezione Civile nazionale ha presentato al MEF lo schema di ordinanza per il rilascio del concerto con il Ministero prima e dellintesa con Regione poi.
Ci troviamo sottolinea Spacca - di fronte ad una situazione anomala: il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lemergenza il 10 marzo, ma a distanza di 40 giorni non abbiamo ancora lordinanza. Nello schema di ordinanza sottoposto al concerto del MEF, inoltre, si prevede complessivamente lo stanziamento di 20 milioni di euro equamente ripartiti tra Regione Marche e Stato. A noi viene indicata una modalita` di copertura attraverso laumento dellaccisa sulla benzina, gli altri 10 sono a carico del Fondo nazionale di Protezione civile. Di conseguenza - continua Spacca - credo che non saremo nelle condizioni di poter dare lintesa su questo schema. Lordinanza andrebbe solo a compensare la somma urgenza, quei 20 milioni gia` anticipati dagli enti locali per ripristino delle normali funzioni delle singole comunita`. Rimane invece pressante il problema delle imprese che hanno dovuto interrompere tutta o in parte lattivita` (60 milioni di euro) oltre a tutto il resto.
Il presidente, che ha relazionato la situazione in Consiglio regionale, ha presentato anche lammontare esatto dei danni a fronte di unulteriore ricognizione del dipartimento di Protezione civile regionale con gli enti locali: da 472 milioni si passa a 487; la ricognizione sui danni in agricoltura e` invece decisamente inferiore rispetto alle previsioni delle associazioni: la certificazione, riconosciuta dalla Protezione civile nazionale, e` di 123 milioni.
Complessivamente parliamo di 610 milioni di euro dice ancora il presidente Spacca una situazione particolarmente pesante che non riusciremo a fronteggiare neanche nella fase di emergenza con nostri mezzi, anche se stiamo cercando di intervenire con il nostro bilancio ritardando altri progetti. Pensavamo di trovare terreno di trattativa ispirata a logica di buon senso e responsabilita`, ma di fronte a richieste formali e anche sulla base delle tante riserve (parere del professor Onida, non registrazione da parte della Corte dei Conti, valutazioni fatte unanimemente in seno alla Conferenza Regioni, risoluzioni assunte dal consiglio regionale e dai parlamentari marchigiani anche se con diverse sfumature), non possiamo piu` esimerci dal fare ricorso alla Corte Costituzionale per impugnare il Milleproroghe nella parte che riguarda la tassa sulle disgrazie. Quella che ha interessato le Marche non e` unemergenza locale, ma per dichiarazione stessa del Consiglio dei Ministri e` considerata emergenza nazionale: lo Stato non puo` quindi sottrarsi allobbligo di intervenire.
La Regione ha anche avanzato al Governo nazionale la proposta di finanziare i danni dellalluvione ripristinando il Fondo nazionale di Protezione civile mediante lutilizzo di parte degli introiti derivanti dalle accise che i cittadini italiani pagano ancora con la benzina per finanziare eventi di solidarieta` nazionale ormai palesemente conclusi come la tragedia del Vajont, lalluvione di Firenze, i terremoti del Belice, Irpinia e Friuli, la guerra di Etiopia del 35 e la crisi di Suez del 56.
|