Bisogna cambiare: cambiare mentalita`, cambiare comportamenti e soprattutto, a livello politico, modificare profondamente gli assetti di potere che ancora oggi vedono le donne rappresentate in modo assolutamente insufficiente e `insignificante rispetto alla reale presenza e incidenza delle donne nella vita quotidiana: e` quanto auspica lassessore regionale, Serenella Moroder, intervenuta agli Stati Generali delle Pari Opportunita` che si e` svolto questa mattina a Fano.
Un richiamo deciso alla massima rappresentanza delle donne nelle istituzioni, questione inserita in modo preponderante nella bozza di proposta di legge regionale in via di definizione, fortemente voluta dallassessore Moroder.
Le donne nelle istituzioni della Regione Marche nel 2011 sono diminuite rispetto al 2010: 920 contro 970. Si tratta di dati molto sconfortanti rileva lassessore - Secondo una ricerca condotta dal Dipartimento per le Pari Opportunita` della Presidenza del Consiglio dei Ministri e` diminuita la partecipazione femminile alla Camera e Senato: lItalia con 11,5% di donne alla Camera e 8,1% al Senato, si colloca al 70 posto, dopo stati come Tajikistan, Colombia, Zambia e Burkina Faso. Nel confronto con gli altri stati europei i dati sono sempre negativi: nel governo italiano le donne costituiscono il 10,39%, collocandosi al 28 posto, contro il 45% della Svezia.
E proprio per dare concreta attuazione alla realizzazione delle pari opportunita` che nasce lesigenza di dotare la Regione Marche di una legge organica che preveda che la Regione operi affinche` le proprie politiche e i relativi interventi di attuazione siano ispirati a rimuovere ogni ostacolo che impedisce la piena parita` nella vita sociale, politica, culturale, economica.
La proposta di legge dice Serenella Moroder - che si intende adottare vuole, quindi, assicurare il rispetto del principio di parita` tra i generi nei rapporti civili e politici ed in tutti i settori di interesse generale. Tale provvedimento normativo rappresenta un passo importante per il superamento di qualsiasi tipo di discriminazione. La sua origine normativa trova fondamento negli articoli 3, 51 primo comma e 117 settimo comma della Costituzione che sanciscono il principio di parita` tra i generi.
La parita` nelle istituzioni comincia dal mondo del lavoro dove la presenza delle donne continua ad essere molto piu` bassa in Italia rispetto al resto dEuropa. Nel 2010 il tasso di occupazione femminile italiano si e` attestato al 46,1% . Dodici punti percentuali in meno di quello europeo. Nelle Marche la percentuale delle donne lavoratrici e` migliore rispetto alla media nazionale: si tratta del 55,11% rispetto sul totale delle donne in eta` lavorativa (fonte ISTAT). Sta peggiorando la qualita` del lavoro femminile e rimane la disparita` salariale rispetto ai colleghi uomini (-20%). La scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro e` un fattore cruciale di debolezza del sistema. Oggi il 60% dei laureati e` formato da giovani donne che conseguono il titolo di studio in minor tempo dei loro colleghi maschi, con risultati in media migliori, sempre meno nelle tradizionali discipline umanistiche. Il divario tra quello che le donne italiane, soprattutto le piu` giovani, valgono e le opportunita` che la societa` offre loro e` diventato intollerabile. Nelle Marche le donne sono istruite, preparate, ma man mano che salgono i gradini della carriera professionale vedono diminuire la propria presenza a favore dei colleghi maschi, rileva lassessore Serenella Moroder che auspica un ingresso delle donne nei posti chiave per la spinta propulsiva che leconomia puo` ricevere dai talenti femminili. (se.pa.)
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