La Regione Marche ricorre alla Corte costituzionale contro la nuova disciplina sullaffidamento dei servizi pubblici locali. Lincarico e` stato affidato al prof. Stefano Grassi del Foro di Firenze. La materia e` stata regolamentata dallarticolo 4 del decreto legge 138/2011 (convertito in legge il 14 settembre 2011, n. 148) ed e` stato oggetto di una mozione dellAssemblea legislativa delle Marche (la 210/11) con la quale la Giunta regionale veniva impegnata a proporre ricorso costituzionale.
La normativa statale mira a limitare fortemente la possibilita` dellaffidamento in house dei servizi pubblici locali, fornendo una nuova disciplina che, secondo le Marche, presenta diversi profili di incostituzionalita`, in quanto viola competenze che la Costituzione affida alle Regioni. Sostanzialmente larticolo 4, pur escludendo dalla sua applicazione il servizio idrico integrato (oggetto del referendum popolare del giugno scorso), obbliga a privatizzare, entro meta` marzo del 2012, tutti gli altri servizi pubblici locali.
Le Marche ritengono che la normativa nazionale, limitando fortemente la possibilita` di ricorrere allaffidamento in house, eluda lesito della consultazione referendaria, riproponendo, di fatto, quanto gia` abrogato. Inoltre alla Regione vengono sottratte prerogative costituzionali residuali, in materia di servizi pubblici locali, affidandole agli enti locali che possono scegliere il regime giuridico dei servizi (liberalizzazione o lesclusiva) e la verifica del contratto di servizio. Altra violazione, secondo la Regione, riguarda la nomina degli amministratori di societa` partecipate dagli enti locali.
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