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07/11/2011

LA REGIONE MARCHE RICORRE ALLA CORTE COSTITUZIONALE SULLA DISCIPLINA DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

La Regione Marche ricorre alla Corte costituzionale contro la nuova disciplina sullaffidamento dei servizi pubblici locali. Lincarico e` stato affidato al prof. Stefano Grassi del Foro di Firenze. La materia e` stata regolamentata dallarticolo 4 del decreto legge 138/2011 (convertito in legge il 14 settembre 2011, n. 148) ed e` stato oggetto di una mozione dellAssemblea legislativa delle Marche (la 210/11) con la quale la Giunta regionale veniva impegnata a proporre ricorso costituzionale. La normativa statale mira a limitare fortemente la possibilita` dellaffidamento in house dei servizi pubblici locali, fornendo una nuova disciplina che, secondo le Marche, presenta diversi profili di incostituzionalita`, in quanto viola competenze che la Costituzione affida alle Regioni. Sostanzialmente larticolo 4, pur escludendo dalla sua applicazione il servizio idrico integrato (oggetto del referendum popolare del giugno scorso), obbliga a privatizzare, entro meta` marzo del 2012, tutti gli altri servizi pubblici locali. Le Marche ritengono che la normativa nazionale, limitando fortemente la possibilita` di ricorrere allaffidamento in house, eluda lesito della consultazione referendaria, riproponendo, di fatto, quanto gia` abrogato. Inoltre alla Regione vengono sottratte prerogative costituzionali residuali, in materia di servizi pubblici locali, affidandole agli enti locali che possono scegliere il regime giuridico dei servizi (liberalizzazione o lesclusiva) e la verifica del contratto di servizio. Altra violazione, secondo la Regione, riguarda la nomina degli amministratori di societa` partecipate dagli enti locali.