Ripristinare le disposizioni del Testo unico sul commercio che disciplinano le aperture domenicali, modificate dalla Legge finanziaria regionale 2010 a seguito dellapprovazione di alcuni emendamenti. E` lobiettivo di una proposta di legge che la Giunta regionale ha trasmesso allAssemblea legislativa, su iniziativa dellassessore Vittoriano Solazzi. Disposizioni largamente condivise dagli operatori di settore, dalle associazioni di categoria, dalle istituzioni, nella fase di concertazione del provvedimento. La proposta di legge stabilisce nuovamente in 26 le giornate massime di deroghe domenicali e festive autorizzabili. Lapertura tutto lanno e` consentita solo agli outlet e agli spacci aziendali delle imprese (non alimentari) che svolgono la produzione nelle Marche. Lobiettivo sottolinea lassessore Vittoriano Solazzi e` quello di omogeneizzare limpianto degli orari di vendita, per favorire la crescita uniforme del commercio su tutto il territorio. Il provvedimento si rende necessario per adeguare le disposizioni del nuovo Testo unico sul commercio con quelle emanate attraverso la Legge finanziaria regionale 2010, approvata nei giorni scorsi. La Finanziaria ha modificato alcuni articoli per consentire aggiustamenti necessari a una migliore applicazione della normativa di settore. Ma il comma sugli orari, che, di fatto, va incidere, in modo considerevole, sulla struttura delle deroghe domenicali e festive, crea un sistema disomogeneo su tutto il territorio regionale. Richiede, pertanto, il ripristino della normativa contenuta nel Testo unico recentemente approvato. Un emendamento alla legge finanziaria prevede una deroga generale per tutti i Comuni turistici delle Marche a favore delle attivita` commerciali, a eccezione dei centri commerciali. Questa disposizione contrasta con le regole del Testo unico che disciplinano lapertura domenicale e festiva (massimo 26 giornate di deroghe) e con la possibilita` di apertura domenicale e festiva (tutto lanno) gia` prevista per il piccolo commercio dei centri storici di tutti i comuni marchigiani, dei comuni del lungomare e di quelli montani fino a 2.500 abitanti.
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