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05/12/2009

LA PRIMA CONFERENZA REGIONALE SULL'ASSOCIAZIONISMO DI PROMOZIONE SOCIALE. AMAGLIANI: REALTA' SOLIDA E INDISPENSABILE AL RAFFORZAMENTO DELLA COESIONE SOCIALE

Fino alla legge 383/2000 le associazioni di promozione sociale (APS), pur forti di una storia secolare, erano definite per esclusione: non erano partiti, non erano sindacati, non cooperative, non organizzazioni di volontariato. Sono infatti associazioni senza scopo di lucro che agiscono attraverso lazione di volontari in favore dei loro iscritti, come, per fare un esempio delle piu` note, le ACLI e lARCI. E nelle Marche sono diventate davvero una realta` importante e capillarmente presente, con 150 mila iscritti. Un intervento legislativo precursore rispetto al panorama nazionale- la legge regionale 9 del 2004 Norme per la promozione, il riconoscimento e lo sviluppo delle associazioni di promozione sociale - che nasce da un intenso percorso di concertazione, ne ha regolamentato il quadro, creando albi e costituendo un Osservatorio regionale. Oggi a distanza di 5 anni dallapprovazione della legge si e` fatto il punto della situazione e dellapplicazione della normativa nella Prima conferenza regionale sullassociazionismo di promozione sociale, al Palarossini di Ancona. Un momento di confronto dove lassessore regionale alle Politiche sociali, Marco Amagliani, tracciando un bilancio positivo di questi 5 anni, ha ringraziato il suo predecessore, Marcello Secchiaroli per aver compreso nel 2004 la necessita` di uno strumento legislativo specifico. Amagliani ha poi posto laccento sullesigenza di ragionare in termini di area vasta, dando maggior ruolo di coordinamento agli Ambiti territoriali sociali in considerazione del fatto rilevante di cui si dovra` tenere sempre piu` conto in futuro: se nel 2010 arriveranno nelle Marche solo 4,5 milioni di euro dallo Stato per il Sociale, con un taglio dell85% rispetto allo scorso anno, e` prevedibile che nel 2011 saremo a zero. Certo la Regione - ha detto- continuera` fino a quando potra`, a tamponare le riduzioni con risorse proprie come sta gia` facendo,anche per la crisi economica in atto, ma dovra` sempre piu` assumere il suo naturale ruolo di indirizzo e programmazione e privilegiare i percorsi progettuali di eccellenza, senza poter dar corso a misure assistenziali. E questo un ruolo che devono assumere gli enti territoriali intermedi in favore di una realta` associativa importantissima per la comunita`. Sono associazioni solide che svolgono unindispensabile funzione di rafforzamento della coesione sociale e della partecipazione democratica. E volonta` della Regione ha concluso Amagliani- valorizzare queste esperienze di partecipazione utilizzando gli organi di consultazione previsti dalla legge stessa. E come presidente dellOsservatorio regionale e` intervenuto, Enrico Ciarimboli (ACLI) che riconoscendo la presenza operativa e il sostegno della Regione, dallaltro lato ha richiamato la necessita` di una maggiore presenza degli enti locali, sottolineando appunto lassenza dei Comuni nel settore dellassociazionismo di promozione sociale e chiedendo una maggiore ricaduta positiva sul territorio di riferimento, attraverso la costituzione di Albi comunali. Strumenti necessari anche per sintetizzare e condividere le scelte partecipate di tutte le associazioni presenti in quel territorio. Anche Ciarimboli, ha evidenziato la necessita` di trovare negli Ambiti sociali gli interlocutori principali per dare valore aggiunto alle attivita` delle APS, definite sentinelle del territorio. Per quanto riguarda lapplicazione della legge regionale, Ciarimboli ha precisato che spesso per intercettare risorse in favore di una progettualita` specifica si e` snaturata lordinaria attivita` delle associazioni . Il dirigente regionale Giovanni Santarelli ha ripercorso i 5 anni di operativita` della legge,chiarendo che attraverso risorse per 250 mila euro annuali, sono state sostenute attivita` a largo spettro: dallintervento a sostegno della famiglia e degli anziani, alla formazione per leducazione dei giovani. Anche Santarelli ha evidenziato lesigenza di armonizzare maggiormente la progettualita` delle varie associazioni con la programmazione di ambito sociale che fino ad oggi e` rimasta abbastanza scollegata. Lassessore provinciale di Ancona, Carlo Pesaresi, in rappresentanza dellUPI Marche ha indicato in queste sentinelle del territorio, la vera risposta alle ronde e alla pressante domanda di sicurezza, assicurando che un primo passo utile e fattibile sarebbe la costituzione di Albi provinciali delle APS (ade) . Le APS in cifre Attualmente sono iscritte al registro regionale 26 associazioni. Fino a poco tempo fa tali associazioni erano meno delle 20 previste per lOsservatorio a dimostrazione di una realta` associativa poco frammentata. Le associazioni piu` piccole iscritte al registro regionale in seconda sezione sono invece 55. Una realta` importante, ma con numeri sicuramente diversi rispetto a quelli delle associazioni di volontariato che in totale superano di gran lunga il numero di mille ed hanno dimensioni a volte piccolissime. A livello provinciale le APS sono cosi` suddivise: 12 nella provincia di Macerata; 19 nella provincia di Ancona, 10 nella provincia di Pesaro e Urbino; 14 nelle province di Fermo e di Ascoli non ancora suddivise.