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23/10/2009

PROGETTO OPEN- TERZO SEMINARIO SULLE DISABILITA’ E VITA INDIPENDENTE. “FAR CRESCERE LA CONSAPEVOLEZZA DELL’AUTODETERMINAZIONE”

Come incidere sulle politiche regionali e contribuire a promuovere una vita autonoma delle persone disabili? E stato questo il tema attorno al quale si e` sviluppato il terzo seminario organizzato dalla Regione Servizi sociali al G Hotel di Osimo, in collaborazione con SVIM Marche, nellambito del progetto europeo OPEN sulle tematiche dellinclusione sociale, di cui la nostra regione e` capofila di un numeroso partenariato internazionale. Gli obiettivi e le finalita` di questo progetto europeo, che si propone di ampliare il dibattito al piu` alto numero di soggetti per accrescere lattenzione sui temi di protezione sociale, sono stati illustrati da Susanna Piscitelli dei Servizi Sociali della Regione. Il seminario ha rappresentato unoccasione molto importante di scambio tra enti, istituzioni pubbliche, associazioni dei disabili e dei loro familiari. In particolare ci si e` soffermati sul progetto biennale Vita indipendente con cui la Regione Marche ha stabilito di sostenere la piena capacita` di autodeterminazione dei soggetti disabili con gravi limitazioni nellautonomia personale avviando la sperimentazione di percorsi individuali di autogestione dellassistenza. Il servizio concludera` la fase sperimentale il 30 aprile 2010. I fruitori del progetto regionale, come ha illustrato il dirigente del Servizio Politiche sociali della Regione Marche, Paolo Mannucci, sono 45 (13 in provincia di Ancona, 14 ad Ascoli Piceno e Fermo, 7 a Macerata e 11 a Pesaro e Urbino) e, dalla verifica effettuata al termine nella prima annualita` del progetto, tutti hanno valutato positivamente lintervento pur evidenziando nella primissima fase iniziale, alcune criticita`. La Regione concorre al finanziamento del 75% della spesa, mentre gli enti locali partecipano nella misura minima del 25%. Il fondo regionale destinato per la sperimentazione biennale dell'intervento ammonta complessivamente a circa 750.000,00 e lo stanziamento e` stato ripartito in parti uguali tra le quattro amministrazioni provinciali. I soggetti attuatori della sperimentazione sono gli enti locali ricompresi nei 24 ambiti territoriali sociali i quali hanno appositamente costituito, presso ciascun ambito, un gruppo di lavoro interprofessionale che ha gestito limportante e delicata fase dellavvio. Anche le Province sono state coinvolte nella sperimentazione, con il compito del coordinamento complessivo del progetto nonche` della gestione delle risorse economiche. Le UMEA (Unita` Multidisciplinari Eta` Adulta) hanno supportato il disabile nella stesura del piano personalizzato e nella gestione delle fasi successive collaborando nella gestione delle possibili criticita`. Sullargomento e` intervenuto anche il presidente della Consulta regionale per la tutela delle persone disabili, Roberto Frullini, che ha parlato dellesperienza di Vita Indipendente e pari opportunita`: Il progetto ha detto prima di arrivare alla fase di sperimentazione ha avuto un cammino lungo e difficoltoso. Spero che questo tipo di risposta ai bisogni delle persone disabili possa continuare in maniera strutturata, cosi` come avviene per altre Regioni che sono riuscite a creare dei pacchetti di interventi in grado di garantire lautogestione dei disabili, e che in tale percorso sia coinvolto un sempre maggior numero di utenti. A questo intervento e` seguito quello di due disabili Angelo La Rocca di Montappone e Lucia Giatti di San Paolo di Jesi - che hanno raccontato la loro esperienza diretta come fruitori del Servizio Vita Indipendente della Regione. Le Marche, in virtu` dellapposita legge del 96, ha avviato una serie di interventi a favore delle persone in situazione di handicap. In particolare, sono stati aperti 68 Centri socio-educativo-riabilitativi diurni per disabili a cui hanno accesso 1036 utenti, la maggior parte dei quali appartengono alla fascia deta` compresa tra i 19 e i 44 anni. Altre iniziative riguardano il Dopo di noi che prevede lattivazione di 27 strutture, di cui 20 gia` in funzione e il progetto Sollievo con lattivazione di punti dascolto, luoghi di aggregazione, interventi domiciliari, inserimenti lavorativi, gruppi di auto-mutuo aiuto e tre strutture per residenzialita` breve. I lavori sono stati arricchiti dalle testimonianze di funzionari della Regione Veneto, che dal 2003 ha attivato il progetto Vita indipendente. Diverse- hanno detto Manuela Baccarin e Mariuccia Lorenzi sono le soluzioni proposte in questi anni con lobiettivo di favorire la domiciliarieta`. Tra queste, la possibilita` da parte del disabile, di assumere come dipendente una persona di fiducia, anche un familiare. Si tratta di una soluzione molto innovativa che punta sulla capacita` di autodeterminazione della persona disabile che cosi` puo` decidere come costruire il proprio progetto di vita avendo a disposizione quegli strumenti necessari per realizzarlo. Altro intervento di Pino Barlaam dellAgenzia per la Vita indipendente di Roma, costituita da associazioni di disabili, che offre supporto e consulenza agli utenti, il quale ha evidenziato come avere un assistente personale non significa avere una vita indipendente. E necessario quindi che allautogestione si accompagni la consapevolezza dellautonomia personale. Questo il punto su cui occorre impegnarsi, per favorire laccrescimento della consapevolezza delle presone disabili e farle diventare padroni delle proprie scelte. I lavori del pomeriggio sono stati invece dedicati a un tavolo tecnico ristretto, il cui compito e` stato quello di elaborare un piano di sviluppo e miglioramento del progetto Vita indipendente da presentare ai politici locali e regionali nella seconda fase del progetto OPEN. (s.g.)