Cambiare prospettiva, guardare il mondo non solo da un lato, superare le barriere culturali e amare il dialogo e lamicizia tra i giovani di diversi Paesi. Questo ho imparato grazie alle possibilita` degli scambi internazionali tra le scuole e grazie ad Intercultura. Mi sembra molto importante. Sono le parole di Karey, uno studente diciassettenne di Washinghton, che ha portato oggi la sua testimonianza nella Giornata del dialogo interculturale celebrata in Regione con la presentazione del progetto Open Marche promosso e organizzato dal Liceo Scientifico Cambi di Falconara Marittima. Il progetto - come ha spiegato la referente Valeria Gallerani permettera` lincontro tra studenti di 4 diverse nazionalita`- Italia, Nuova Zelanda, Danimarca e Stati Uniti non solo con attivita` didattiche e di orientamento, ma anche attraverso la conoscenza del territorio e delle tradizioni marchigiane. Piu` di ottanta studenti stranieri e marchigiani, accolti in Regione, hanno ascoltato lintervento in lingua inglese dellassessore regionale allIstruzione, Stefania Benatti: Non perdetevi e non perdiamoci di vista, diventate amici degli amici, le nuove tecnologie di informazione,telefonini,webcam, social networks, blog e canali video, come You Tube, Facebook, Twitter possono aiutarci anche dopo che queste bellissime iniziative di scambio saranno concluse. La scuola deve promuovere e stimolare questi progetti internazionali insieme alluso corretto e positivo delle nuove tecnologie. Con la consapevolezza che lapprendimento delle lingue e il confronto tra persone di culture diverse favoriscono la diffusione di unideale di pace e creano migliori opportunita` di conoscenza e di lavoro ha aggiunto lassessore- la Regione Marche sostiene sia progetti di apprendimento della lingua inglese come English 4U - sia della lingua italiana per favorire la massima integrazione. La nostra e` una scuola multiculturale: lincidenza di alunni stranieri e` di molto superiore alla media nazionale (6,4%) pari al 9,9%, collocandosi al quinto posto tra le regioni italiane. Stefania Benatti ha poi richiamato la necessita` che le famiglie di cittadini stranieri partecipino alla vita scolastica dei loro figli: sappiamo quanto sia difficile, in particolare per alcune giovani ragazze straniere vivere in famiglie non integrate che spesso condizionano le scelte personali, fino a sconfinare nel dramma.
Gli scambi internazionali promossi da Intercultura sono esperienze molto formative per i giovani ma anche per le famiglie di accoglienza. Ne e` testimone diretto anche lassessore allIstruzione-Lavoro della Provincia di Ancona, Maurizio Quercetti che ha raccontato la sua personale esperienza. Ce` un po di Europa e un po di mondo a casa mia. Una nipote appena partita per la Germania, una figlia che ora ha come compagni di classe ragazzi neozelandesi e una nuova figlia neozelandese a casa. Mi sento orgoglioso di questa esperienza e nello stesso tempo escluso perche` non conosco linglese, handicap di un passato per fortuna lontano . In rappresentanza dellUfficio Scolastico Regionale, Gianna Prapotnich ha evidenziato che la scuola dovra` essere sempre piu` aperta agli scambi internazionali e in tal senso il progetto Open Marche rappresenta un modello perfetto da diffondere presso altri istituti scolastici. Open Marche, infatti ha spiegato Marco Tosi, della sede Nazionale di intercultura di Roma- e` stato inserito nellOsservatorio Nazionale sullinternazionalizzazione e mobilita` studentesca. Con molteplici attivita` Intercultura, ogni anno, da oltre cinquanta, promuove lo scambio di 1500 studenti italiani con altrettanti stranieri. Dopo le interessanti presentazioni della Wellington High School-Wellington-Nuova Zelanda con 15 studenti e della Enghaveskolen di Faaborg- Danimarca (18 studenti), le testimonianze degli studenti del Liceo `Cambi ritornati da un anno allestero: Michela Manganelli (USA), Giovanna Perinetti Casoni (Norvegia),Alvin Emraz (Hong Kong) Agnese Da Re (Ungheria), Alessia Frisoli (Argentina) Giacomo di Noto (Turchia). Ho potuto capire ha detto Giacomo,18 anni - quanto la cultura musulmana sia vicina alla nostra piu` di quanto non pensassi prima di trascorrere un anno ad Istanbul, e quanti cattivi `luoghi comuni e pregiudizi ho superato grazie alla possibilita` di frequentare scuole straniere. (ade)
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