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24/06/2009

RETE DEI PORTI MEDITERRANEI – AL VIA IL PROGETTO DEVELOP – MED

Presso lAutorita` portuale di Ancona e` partito ufficialmente questa mattina il progetto Develop Med, iniziativa della durata di due anni inserita nel programma europeo Med e diretta alla creazione di connessioni tra porti regionali nel Mediterraneo. Obiettivo sviluppare il ruolo dei porti nel sistema del trasporto intermodale. La Regione Marche e` lead partner del progetto che vede coinvolti, oltre allItalia, Cipro, Francia, Grecia, Malta e Montenegro. Il tema dellaccessibilita` marittima, delle nuove rotte del commercio internazionale, dellimpatto della crisi sui flussi commerciali, oltre che lapprofondimento sulle diverse realta` portuali dei paesi partecipanti al progetto, sono stati analizzati da esperti e operatori delle Regioni Marche e Lazio, dellIstao, di Svim Spa, dellOsservatorio nazionale su logistica e trasporto merci. Diverse le testimonianze internazionali, tra cui quella greca, francese - porto di Marsiglia - e spagnola - porto di Valencia. Testimonianze, le ultime due, particolarmente rilevanti, considerato che le due realta` movimentano da sole una quantita` di container pari alla meta` del totale movimentato da tutti i porti italiani messi insieme. Ha coordinato i lavori - ai quali ha preso parte anche Tito Vespasiani, segretario generale dellAutorita` portuale di Ancona - Paolo Pasquini, responsabile per la Regione Marche di mobilita` e logistica. Il progetto Develop Med fa seguito al progetto Portus, che aveva lAdriatico come punto di riferimento. Ora la prospettiva si allarga e investe lintero Mediterraneo, con lobiettivo di incrementare la competitivita` del sistema marittimo del bacino. Area geografica, questa, sempre piu` interessata dal forte aumento dei traffici sulla direttiva est ovest. Un asse che rimane importante anche nellattuale contesto di crisi, dove e` emerso in base a studi recenti, si registra una flessione del tre per cento sui container. Unarea che, in base a previsioni concordanti, e` destinata a crescere molto in futuro con opportunita` riservate non solo ai grandi hub, ma a portata di mano anche dei piccoli e medi porti regionali, che devono pero` mettersi in rete con una strategia chiara e condivisa dai molteplici operatori che ruotano attorno agli scali. Due i campi e` emerso - dove maggiori sono le possibilita` di integrazione tra strategie: ambiente e collegamento con i corridoi intermodali. Il trasporto marittimo viene considerato a basso impatto ambientale, tuttavia va considerato che il 90 per cento del commercio internazionale di merci viaggia su nave e che il 70 per cento di questo utilizza container. Una portacontainer consuma quasi 13 tonnellate di bunker il carburante navale, fatto per l80 per cento di scarti di lavorazione del petrolio mentre una nave da crociera ferma in porto consuma energia elettrica quasi quanto una citta` di medie dimensioni. Alcuni dati che danno lidea di quanto vi sia da lavorare sul fronte della sicurezza e dellambiente. Decisioni e investimenti comuni di collegamento alle grandi reti terrestri di trasporto intermodale, rappresentano laltro settore di possibile collaborazione tra porti mediterranei. Domani la riunione prosegue a livello tecnico e i prossimi incontri avverranno presso i paesi partecipanti.(f.b.)