Uno Sportello aperto ai cittadini in grado di rispondere ai bisogni di servizi dellutenza fragile dopo le dimissioni dallospedale. E questo in sostanza lobiettivo del progetto sperimentale Punto di Accesso Unificato (PUA), approvato oggi dalla giunta regionale su iniziativa dellassessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani.
Lassessore ha spiegato che si tratta di un percorso di gestione sperimentale dedicato alle fragilita` - per ora da attivare nelle zone 5 e 6 di Fabriano e Jesi - con la finalita` di governare quellarea grigia, di intersezione tra ospedale e territorio, dove si colloca maggiormente il flusso di utenti fragili a cui va certamente assicurata continuita` e tempestivita` di cure. Un progetto che nasce dallesigenza distrettuale di sviluppare un accesso semplificato ed efficiente alla rete dei servizi socio-sanitari e che serva ad intercettare i bisogni anche inespressi della popolazione,guidandola ai vari percorsi assistenziali. Sara` importante per la realizzazione di questa formula sperimentale, sia il reclutamento di professionalita` esperte in ambito assistenziale sociale e sanitario, sia la collaborazione continua dei medici di Medicina generale.
Attraverso la costruzione di modelli organizzativi di presa in carico, il progetto PUA , come struttura deputata al coordinamento dei vari livelli sanitari e sociali, permettera` anche di evitare ricoveri ospedalieri impropri e di gestire lorientamento e laccompagnamento centrati sul paziente.
Infatti ha aggiunto Mezzolani vi e` anche la necessita` di una protezione della dimissione dagli ospedali, bilanciando i diversi livelli di intensita` di cura ospedalieri e territoriali nella gestione dei flussi che vanno dalle acuzie, postacuzie, Lungodegenza PA, Hospice, RSA, RP e domicilio, in unottica di umanizzazione dei percorsi e di integrazione delle diverse professionalita`, secondo il modello marchigiano di Welfare.
La scelta di avviare il percorso PUA che sara` formalizzata con un accordo- nelle zone di Jesi e Fabriano e` stata dettata oltre che dal buon collegamento viario tra le due aree, perche` rappresentano due modelli sperimentali ideali per essere una in area montana e laltra a forte concentrazione di popolazione lungo lasse viario della Vallesina. Inoltre a Jesi e` in fase avanzata il progetto sperimentale Ospedale Modello che basa la sua organizzazione sui processi di cura e non sulle funzioni specialistiche dei reparti. A Fabriano e` gia` operativo nel Dipartimento medico una struttura di posti letto organizzata in base a tre differenti livelli assistenziali, con una gestione integrata che va dal periodo antecedente alla dimissione, allinizio delle terapie da adottare a domicilio. (ade)
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