La Rete delle regioni europee 'Ogm - free' di cui fa parte la Regione Marche, nella riunione dei giorni scorsi a Bruxelles, ha lanciato un appello, a favore di una 'coesistenza sostenibile' nell'Ue fra le colture tradizionali o biologiche e quelle geneticamente modificate. Una coesistenza che non puo` basarsi solo sulle scelte delle aziende ma, e` stato spiegato, deve essere governata da decisioni adottate da ciascuna Regione su cosa coltivare nel proprio territorio.
Dallincontro di Bruxelles e` emerso che i costi economici e sociali di una coesistenza articolata a livello aziendale sono esagerati. Tuttavia la coesistenza basata sulle scelte individuali di ciascuna azienda e` stata teorizzata dalla Commissione europea come l'unico sistema che rispetterebbe la liberta` economica degli imprenditori agricoli. Inoltre Bruxelles non ha voluto armonizzare, a livello comunitario, le diverse norme nazionali sulla coesistenza che gli Stati membri stanno adottando.
Nel corso del workshop, al quale sono intervenuti esperti europei di alto livello, sono stati messi a confronto i casi di quattro Regioni italiane - Marche, Toscana, Piemonte, Abruzzo - con quelli di altre regioni europee. Ciascuna regione ha presentato un primo rapporto sulle condizioni necessarie per mettere in atto la coesistenza nel proprio territorio, e ne e` scaturito un quadro di forte preoccupazione.
Le Marche hanno illustrato il progetto Life, co-finanziato dalla Commissione europea, basato sulla simulazione della contaminazione del mais, che sottolinea come i veri punti critici risiedano, piu` che nella produzione, nelle fasi del trasporto e dello stoccaggio dei prodotti.
Il 18 e 19 giungo prossimi ad Urbino ci sara` la settima conferenza della Rete delle regioni europee 'Ogm - free', a cui prendera` parte il vicepresidente e assessore allagricoltura Paolo Petrini.(f.b.)
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