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23/01/2009

L’IMPORTANZA DELLA MEDIAZIONE PENALE NEL REINSERIMENTO DEI MINORI SOTTOPOSTI A PROCEDIMENTIO GIUDIZIARIO

Cominciano ad avvertirsi anche nelle Marche i primi benefici effetti del ricorso allistituto della mediazione nel favorire il recupero e il reinserimento sociale dei minori sottoposti a procedimento penale. A poco piu` di un anno di distanza dallavvio ufficiale della sperimentazione del Centro per la mediazione penale minorile nelle Marche, su un totale di 46 richieste da parte del Tribunale per i minorenni, 17 si sono concluse con linvio dellesito allautorita` giudiziaria, 5 sono in fase di esecuzione, 24 saranno esaminati entro il 2009; tra i risultati positivi da segnalare 4 casi di remissione della querela e un caso di manifestazione della volonta` di remissione. Dati incoraggianti, che confermano e` stato concordemente ribadito al convegno sulla mediazione penale minorile svoltosi oggi ad Ancona presso la sede della Facolta` di Economia e Commercio dellUniversita` Politecnica delle Marche - come listituto della mediazione,anche se introdotto con ritardo nella legislazione italiana e nei servizi sociali e quindi ancora poco conosciuto, e`, oltre che un utile strumento giuridico da utilizzare prima o durante il processo penale, anche un procedimento di rilevanza sociale ed educativa che Regioni ed enti locali possono utilizzare per favorire il riavvicinamento tra gli autori e le vittime del reato, con cessazione del conflitto e positivi effetti sul piano relazionale e personale. Al convegno, promosso dalla Regione Marche - Servizio politiche sociali - in collaborazione con il Tribunale per i minorenni, il Centro di giustizia minorile, il Dipartimento di Scienze sociali Serranie lUniversita` Politecnica delle Marche, si e` discusso in particolare dellesperienza della Regione Marche, tra le prime in Italia ad affrontare le problematiche dei minori con il varo delle legge n. 46/95 sulla promozione e sul coordinamento delle politiche giovanili, listituzione nel 2002 della figura del garante per linfanzia e per ladolescenza e, piu` recentemente, con la promulgazione della legge regionale n. 28 del 13 ottobre 2008 sugli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposti a provvedimenti giudiziari che, allart.16, istituisce il Centro per la mediazione penale minorile. E proprio questa struttura, nella quale prestano la loro opera 12 volontari specializzati in diverse discipline, svolge attivita` di mediazione in ambito sociale, familiare e penale, offrendo anche servizi di supporto psicologico, consulenza legale e spazi di comunicazione per aiutare le persone a gestire il disagio e la sofferenza derivanti da situazioni conflittuali. Lesperienza dimostra, e` stato sottolineato nel convegno al quale hanno partecipato numerosi amministratori, operatori dei servizi sociali e studiosi del settore, che la mediazione penale minorile e` stata attivata per diversi tipi di reato, compresi quelli di particolare gravita`, ma i reati piu` frequenti sono contro la persona: lesioni, danneggiamento, ingiuria, rapina,furto e minacce. Tra i problemi da affrontare lassenza di una legge quadro, il difficile rapporto tra il mondo della giustizia e il sistema dei servizi sociali, la formazione degli operatori, la difficolta` di superare vincoli settoriali e la scarsita` di finanziamenti. Ma lattivita` dei Centri di mediazione resta fondamentale e` stato ribadito in conclusione dei lavori - nelloffrire, di fronte ad una giustizia incapace di dare risposte soddisfacenti in tempi brevi, nuove opportunita` nella soluzione di conflitti che quasi sempre insorgono allinterno della famiglia e delle contraddizioni sociali.(s.p.)