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03/12/2008

I FABBISOGNI FORMATIVI NELLE MARCHE. PRESENTATA IN REGIONE L'INDAGINE DI SET E FONDAZIONE BRODOLINI

Mancava una conoscenza sistematica dei bisogni formativi della regione e il vuoto puo` essere colmato ora da un modello di rilevazione messo a punto attraverso lindagine condotta da SET s.r.l. e Fondazione Brodolini e promossa dallassessorato regionale alla Formazione Lavoro. Lindagine sui fabbisogni formativi e professionali e` stata presentata oggi in Regione nel corso di una conferenza introdotta dallassessore regionale, Ugo Ascoli. Ora disponiamo di una base di conoscenza rigorosa e approfondita - ha spiegato lassessore che potra` consentire di programmare in maniera ottimale le politiche di formazione e aggiornare i fabbisogni in tempi rapidi. Piu` che avere una fotografia statica della realta`, vorremmo costruire un film, in divenire quindi che ci permettera` di gestire anche le congiunture. Come in questa difficile fase della storia delleconomia marchigiana, in cui il downsizing era fuori da ogni previsione economica. La riduzione di posti di lavoro, infatti- ha aggiunto lassessore- e la chiusura di aziende, sono stati fenomeni violenti e sorprendentemente veloci. Una fase difficile a cui dovremo far fronte con strumenti che orientino da una parte allinternazionalizzazione delle imprese e dallaltra alla modernizzazione e al rafforzamento dellesistente. Questi processi pero` possono essere gestiti solo da persone preparate e adeguatamente formate. Senza un capitale umano qualificato sara` difficile mantenere una crescita economica e loccupazione. Laltro sentiero da percorrere - ha concluso Ascoli riguarda il settore dei servizi che va potenziato e su cui investire. Non solo quelli alla persona o alle imprese. Nelle Marche sono sottodimensionati tutti quelli relativi alle politiche di accoglienza, al turismo, allambiente, culturali e dellagricoltura. La ricerca che riguardava il triennio 2005-2007, basata principalmente sui percorsi formativi realizzati e finanziati con il Fondo Sociale Europeo, e` stata illustrata da Giampietro Perri. Complessivamente sono 1339 i corsi finanziati che hanno coinvolto 22.574 allievi per 407.765 ore di lezione. Sono stati impiegati piu` di 48 milioni di euro. Piu` numerosi i corsi realizzati in Provincia di Ancona ( il 28,2%) e il minor numero in provincia di Ascoli (12,8%). Anche la distribuzione territoriale dei corsi realizzati su 84 comuni, indica una polarizzazione verso i centri piu` popolosi (Ancona, Senigallia, Fano, Macerata, Urbino, Pesaro e Ascoli) e pesa a favore del centro nord della regione, con minore incidenza nel sud e nella area interna in particolare. Le aree tematiche piu` gettonate, che rispecchiano oltre il 50% dei corsi di formazione, sono Informatica a cui segue lo Sviluppo delle abilita` personali, le Tecniche di produzione e lavorazione, quindi i Servizi alla persona. Le variabili per sesso e scolarizzazione indicano che le donne hanno frequentato in maggior numero i corsi di formazione: 11.318. Hanno in media 31 anni e costituiscono un 30% quelle con diploma di scuola superiore o laurea, rispetto alla componente maschile con gli stessi titoli di studio che rappresenta il 20% ed ha un `eta` media di 32 anni. Le donne che frequentano corsi formativi sono in maggioranza disoccupate o in cerca di prima occupazione, mentre la percentuale maggiore di occupati riguarda gli uomini, ma con bassa scolarizzazione. Complessivamente il 53,8% degli allievi ha unoccupazione. Altro dato interessante e` che tra i soggetti formatori, il maggior numero di corsi e` stato realizzato da agenzie e meno da enti di formazione e da enti pubblici. I risultati dellindagine campionaria che ha riguardato i fabbisogni formativi e professionali delle imprese sono stati presentati da Giuseppe Croce della Fondazione Brodolini. Croce ha premesso che essendo stata realizzata tra giugno e luglio 2008, lindagine non contempla gli ultimi accadimenti dei comparti in crisi, ma che la formazione continua e` un fattore anticiclico e come tale aumenta se cala la domanda di lavoro, quando cioe` e` utile la creazione di nuove figure o la ricollocazione del personale di imprese in ristrutturazione, imprese che dedicano piu` tempo alle attivita` formative proprio quando diminuisce la produzione. Il dato quindi dell8,3% riferito a luglio scorso delle medie imprese (fino a 249 addetti) che vorrebbero assumere personale nei prossimi 12 mesi e` probabilmente diminuito nel frattempo. In ogni caso e` emerso che solo il 21% delle imprese intervistate ha dichiarato lintenzione di effettuare attivita` formative nel prossimo anno per il personale impiegato. Le motivazioni sono: possesso delle competenze necessarie da parte degli addetti e mancanza di tempo. Il settore che mostra piu` esigenze di formazione e` quello dei servizi (28,2%), meno nelle costruzioni (23,7), seguono industria (20,2), commercio( 19,7) e agricoltura (11,6). Le grandi imprese invece evidenziano maggiori fabbisogni formativi e professionali e nel complesso si prevedono corsi per oltre 10 mila partecipanti. Le figure professionali piu` richieste sono: nel manifatturiero, operai specializzati, dai tornitori agli esperti in elettronica; nel calzaturiero, modellisti, disegnatori e stilisti. Nelle costruzioni, i decoratori. Figure in ascesa anche quelle legate alle fonti energetiche alternative e impiantisti. Richiesti anche manager e figure imprenditoriali, oltre a tecnici di marketing e promoter commerciali, esperti di innovazione e di informatica applicata. Nel turismo, guide ed esperti di marketing territoriale, oltre ad esperti della ristorazione; nel commercio, gli operatori di back office, agenti ed esperti internazionali; nei servizi alla persona e socio sanitari tutte le figure legate allassistenza agli anziani, disabili e infanzia, cosi` come operatori del settore del benessere. Attenzione anche allintegrazione degli immigrati con richieste per mediatori culturali e insegnanti di lingua italiana. Alla luce dei risultati dellindagine, le politiche di formazione dovranno sempre piu` sollecitare e sostenere la domanda diretta di formazione delle piccole imprese, migliorare la qualita` dellofferta formativa, farla diventare un servizio integrato in pacchetti di politiche industriali e di sviluppo. (ade)