Oltre 7000 chiamate in un anno, con punte di 700 chiamate in un mese e 50 intermediazioni dirette in media al mese. Sono i numeri del successo del progetto Pronto immigrazione e del relativo Call center attivato nel dicembre 2007, grazie alle risorse del Fondo Sociale Europeo e della Regione Marche. I risultati sono stati presentati questa mattina a Palazzo Raffaello, alla presenza dellassessore allIstruzione-Formazione-Lavoro, Ugo Ascoli .
Risultati oltre le aspettative ha detto la responsabile del call center , Sara Geniola- ma che danno anche lidea della necessita` di strutture di supporto per linserimento lavorativo e sociale dei cittadini immigrati. Ed e` stato fondamentale lo strumento del passaparola tra le comunita` straniere, anche perche` offrivamo un servizio con operatori che parlavano le stesse lingue ( albanese, arabo, russo, inglese, francese) e avevano vissuto le stesse problematiche, quindi quasi un supporto personalizzato e qualificato su problemi di carattere giuridico-burocratico, sanitario, scolastico.
Il call center e` stato un aiuto concreto e si e` rivelato uno strumento molto efficace- ha affermato lassessore Ugo Ascoli per fornire informazioni preziose alle persone immigrate e favorire una sempre migliore integrazione sociale, lavorativa e scolastica. La struttura ha evidentemente colmato un vuoto ed e` cresciuta nei mesi. La Regione Marche dovra` quindi intensificare gli sforzi per sostenere i processi di integrazione, cosi` come del resto dovranno fare tutti gli Enti locali che non possono essere sostituiti nelle funzioni da societa` di servizi come la Telemako (responsabile del progetto n.d.r.).
Paolo Mannucci, dirigente del servizio Politiche sociali e Immigrazione della Regione ha illustrato la situazione dei flussi migratori nelle Marche (dati Caritas gennaio 2008): 133.812 stranieri, 51672 le famiglie con uno straniero in casa e oltre 41 mila quelle con il capofamiglia straniero. Nelle Marche i cittadini immigrati vogliono stabilizzarsi e viverci. Il fatto poi che nelle Marche vi sia un alta incidenza (8,3) in rapporto alla popolazione e un indice di reati che resta sostanzialmente costante, significa solo che lintegrazione sociale nella nostra regione e` realizzata e senza fratture. Mannucci ricordando che la Regione ha stanziato complessivamente 768 mila euro per gli interventi a sostegno dei diritti degli immigrati, ha sottolineato la complessita` del fenomeno sotto laspetto della diversita` di approcci, per esempio lintegrazione anche tra stranieri (tra un marocchino e un cinese ce` una differenza culturale abissale ) e che e` ormai un elemento strutturale anche nella nostra comunita`. Mannucci ha poi affrontato il tema delle seconde generazioni. Quei ragazzi cioe` nati in Italia, che pero` non hanno radici e identita` culturali come i genitori e che sempre piu` spesso si sentono esclusi e discriminati, con una ricerca costante di punti di riferimento, che e` stato poi il motivo degli avvenimenti accaduti nelle Banlieu parigine: le giovani generazioni non riescono ad integrarsi totalmente. Un problema molto sentito dalle famiglie di immigrati e testimoniato anche oggi da alcune donne, ormai cittadine italiane che nelle Marche si sono laureate, lavorano, sono madri, aiutano chi arriva da Paesi stranieri ad integrarsi al meglio e che hanno rivendicato parita` di doveri ma anche di diritti.
Alcuni dati elaborati dal Call Center che risponde al numero verde 800 904403 e ha realizzato il sito www.immigrati.marche.it Gli immigrati, anzi le donne immigrate con una percentuale del 75% rispetto al 25% dei maschi, che si sono rivolte al call center erano in maggioranza dellEst europeo ( Moldavia- Russia) (4674); 2041 albanesi, 125 arabi, 73 macedoni, 178 rumeni. Piu` chiamate dalla Provincia di Pesaro-Urbino 3415; da Ancona 1381; da Macerata 1394; da Ascoli Piceno 1223, ma anche 824 da altre regioni. Sono immigrati che in maggioranza hanno titoli di studio non equiparati ( 5615), 483 con una laurea, 963 con un diploma superiore. Leta` degli utenti in media e` sopra i 40 anni, pochi (25) i giovani sotto i 20 anni che si sono rivolti al call center. Il problema piu` urgente ha riguardato i permessi di soggiorno, seguito a distanza dalla ricerca di lavoro. (ade)
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