Un approccio ne` catastrofista, ne` apologetico, ma una visionelaica, cioe` che si basa sullosservazione e sul confronto di dati certi. Questa la lettura data dallassessore regionale al Lavoro, Ugo Ascoli allandamento del mercato del lavoro nelle Marche, illustrato questa mattina nel corso del seminario che si e` tenuto in Regione per presentare il rapporto annuale 2008, sulla scorta dei dati registrati ed elaborati dallOsservatorio regionale nel 2007.
La sintesi potrebbe essere `Avanti piano ha detto Ascoli nel senso che nelle Marche ce` stata una crescita, ma nel complesso rallentata. I tassi di variazione fanno scrivere un segno piu` quasi ovunque, tranne che nelloccupazione maschile che si sta deteriorando. Mentre il dato piu` positivo e` laumento di occupazione femminile con qualche difficolta` nella fascia 35-44 anni.
Le Marche restano pur sempre una regione con il 39,3 % di occupati nel settore industriale. Una crescita in ogni caso - ha sottolineato Ascoli - che fa pensare ad un tessuto solido, certamente con alcuni nodi critici, geografici e settoriali che potranno essere aggravati anche dalla generale crisi finanziaria dei mercati.
I dati ISTAT sul PIL sono pero` confortanti con un aumento dell1,8%: piu` del Nord e in linea con il Nord Est. Riguardo alla produttivita` si registra invece una crescita piu` contenuta rispetto ad altre regioni del Centro Nord Est: solo la Toscana e` come noi: +0,8. Sugli indicatori di crisi, vale a dire le ore di Cassa integrazione e la mobilita`, bisogna essere chiari , ha detto Ascoli. Nel 2007, rispetto al 2006 tutti i dati sono stati in miglioramento. Tuttavia, circa i due terzi del monte ore della Cassa Integrazione sono stati richiesti dalla Cassa Integrazione Straordinaria, il che sta a dimostrare la permanenza di situazioni di crisi di un certo spessore. Per il 1 semestre 2008, si registra invece un netto peggioramento, aumenta la mobilita` oltre che nel settore della meccanica, anche nelle costruzioni, specialmente su Ascoli Piceno e Ancona. Certo- ha affermato Ascoli- dalla crisi del fabrianese e specificatamente dalla chiusura della Antonio Merloni ci aspettiamo forti cambiamenti dello scenario occupazionale, momenti difficili cui stiamo gia` facendo fronte con la progettazione di percorsi formativi volti alla riqualificazione dei lavoratori colpiti da esuberi, sia nella azienda madre che nellindotto. Stiamo attraversando una fase di transizione, in cui occorrera` valorizzare i processi di innovazione, aumentare la qualita` dei prodotti, incrementare la produttivita`.
Concetti questi ripresi anche dai docenti di Economia della Politecnica delle Marche, Gianluca Gregori e Giuseppe Canullo che hanno sottolineato la necessita` di aprirsi ai mercati internazionali e di valorizzare il capitale intellettuale per far crescere la produttivita`. Negli ultimi 15 anni alcuni settori si sono trovati piu` in crisi rispetto ad altri, parlando di produttivita`, come, ad esempio , il calzaturiero e il tessile, a causa di scelte di mercato che hanno privilegiato maggiormente lo sviluppo delloccupazione che non lapertura allesterno (Canullo). Le possibili vie duscita sono gli investimenti, sia materiali per migliorare la qualita` della produzione, che immateriali, mirati cioe` al capitale umano, allo sviluppo delle competenze e delle relazioni esterne (Gregori). Gregori, affermando che la crisi di competitivita` delle imprese sta anche nella poca creativita`, ha denunciato una mancanza di conoscenze del management ( molti manager italiani ancora non conoscono l inglese, e` impensabile!) Necessario quindi che gli imprenditori utilizzino dei modelli organizzativi e gestionali che escano dagli schemi classici e vadano a migliorare i servizi e i valori alla base di unimpresa.
A tale proposito lassessore Ascoli ha ricordato come ledizione del Premio regionale Valore Lavoro abbia tra i requisiti principali per ottenere il riconoscimento, proprio la valorizzazione delle competenze del capitale umano in azienda.
Fabio Montanini dirigente regionale del servizio lavoro sottolineando la sostanziale tenuta del mercato del lavoro marchigiano e lesistenza di alcune aree di difficolta`, ha poi illustrato in dettaglio i dati relativi al rapporto 2007 provenienti dai centri per lImpiego (CIOF) . La domanda di lavoro e` complessivamente aumentata (+21%). Il numero di assunzioni aumenta, anche nel 2007, piu` per le donne (+39,1%) che per gli uomini (+24,6%): per la prima volta dal 2002 dunque, lincidenza della componente femminile sul complessivo flusso di assunzioni supera, seppur di poco, il 50% anche se le donne restano quelle piu` a rischio di mobilita` secondo unanalisi degli indici di rischio. (ade)
Ecco i dati piu` significativi dellandamento del mercato del lavoro nelle Marche dove le forze di lavoro- 15-64 anni sono 682mila (+0,62% rispetto al 2006, +13,7% dal 1993 al 2007), con un tasso di attivita` del 67,7%.
Il mercato del lavoro regionale evidenzia un incremento complessivo delloccupazione pari al +16,4% dal 1993 al 2007, con un aumento dell1% nel 2007 rispetto al 2006. Nel lungo periodo cresce loccupazione dipendente, mentre quella indipendente diminuisce; il tasso di occupazione nel 2007 e` del 64,8%.
A livello provinciale, Ascoli Piceno presenta il tasso di disoccupazione piu` elevato, ma nel confronto 2006-2007 crescono le forze di lavoro e gli occupati e calano i disoccupati. Migliora la situazione dal 2004 al 2007 nelle altre province marchigiane: calano in modo considerevole i disoccupati e crescono al contempo forze di lavoro e occupati.
Nel 2007 lincidenza del tempo indeterminato nelle nuove assunzioni passa dal 18,0% al 18,8%: tale valore risulta tuttavia di oltre 6 punti percentuali inferiore a quello registrato nel 2002. La favorevole evoluzione registrata nel 2007 riguarda entrambe le componenti di genere ma risulta piu` marcata per le donne (+61,2%) che non per gli uomini (+20,5%). Per quanto concerne il ricorso agli ammortizzatori sociali, nel 2007 le ore di Cig concesse sono 2.285mila (1.389 lavoratori equivalenti), un dato in forte diminuzione rispetto al 2006 (erano 3.764mila), anno in cui si interrompe il trend in crescita che ha portato le ore di Cig da 1.489mila del 2001 a 4.483mila del 2005.
I lavoratori in mobilita` sono 6.447 nel 2007 (in calo rispetto ai tre anni precedenti), di cui 4mila circa con mobilita` non indennizzata (L. 236/93). Sono 1.900 circa i lavoratori collocati in mobilita` ad Ancona e Ascoli Piceno e 1.300 circa a Macerata e Pesaro Urbino. In totale 902 sono stranieri e 5.545 italiani.
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