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29/07/2008

LATTE MARCHIGIANO, PETRINI: "L'UNICA STRADA PER TUTELARLO E' LA QUALITA'"

Lunica strada percorribile, per salvaguardare il latte marchigiano, rimane quella della qualita`, riconosciuta sia dallindustria che, soprattutto, dal consumatore. E` la replica dellassessore regionale allAgricoltura, Paolo Petrini, alle considerazioni svolte dal presidente della Coalac di Ascoli, Giuliano De Santis, in merito alle preoccupazioni sulla sorte del prodotto locale. E` in questo senso, cioe` nella direzione della qualita` continua lassessore - che la Regione si e` mossa; non piu` tardi di 20 giorni fa si e` riunita intorno a un tavolo tutta la filiera del latte marchigiano. Tutti hanno concordato e si sono dimostrati disponibili a percorrere la strada che porta a valorizzare le eccellenze regionali e locali, sia latte fresco di alta qualita`, che prodotti lattiero caseari tipici locali. In questottica certamente rientra la diffusione presso i produttori e i consumatori del latte a marchio QM qualita` garantita delle Marche che viene prodotto in osservanza di uno specifico disciplinare. Solo in questo modo sara` possibile definire un differenziale di prezzo per i produttori marchigiani in modo che gli stessi possano far fronte agli aumenti dei costi di produzione che rischiano di mettere in ginocchio il settore. La semplice richiesta di un prezzo alla stalla regionale, influenzato da un mercato altalenante e che prende a riferimento i prezzi di altre regioni nelle quali ce` maggiore concentrazione di prodotto a costi di produzione piu` bassi dei nostri, puo` servire a poco, senza la valorizzazione del prodotto locale. Lobiettivo della Regione e` proprio quello di riconvocare, a breve, i protagonisti della filiera, coinvolgerli in una campagna promozionale del latte regionale a marchio QM e definire, con la parte industriale, una equa remunerazione per gli allevatori che si impegnano a fornire il prodotto di qualita` Secondo Petrini, non basta appellarsi alla Regione per ottenere un prezzo equo del latte locale a vantaggio dei produttori: cosi` facendo, non si tiene conto di alcuni aspetti importanti. Anni addietro, in presenza della legge 88/88, veniva stipulato un accordo interprofessionale nazionale sul prezzo del latte alla stalla tra l UNALAT (Unione nazionale tra le associazioni Produttori latte) le Organizzazioni Professionali e le associazioni degli Industriali (Assolatte, Federlatte) con la mediazione del Ministro dellAgricoltura. Laccordo era considerato come base di riferimento per la stipula di accordi locali (tra cui anche la Regione Marche) con la partecipazione delle Industrie Municipalizzate (Centrali del Latte) e delle Industrie private (generalmente associate ad Assolate), con la mediazione del locale Assessore allAgricoltura. Le Industrie cooperative in genere prendevano a riferimento il prezzo nazionale per la corresponsione dellacconto (95% del prezzo nazionale) per poi corrispondere il saldo alla chiusura del bilancio, saldo influenzato ovviamente dal risultato di esercizio. Con la scomparsa nella nostra regione della Centrale del Latte di Ancona e considerando che la maggior parte del latte marchigiano e` trasformato dalla cooperazione (gruppo Cooperlat e Granarolo), mentre in piccola parte e` conferito allIndustria privata (in primis Sabelli), e` venuta meno la possibilita` di definire un prezzo del latte regionale. Le industrie marchigiane, oltre al latte locale, si approvvigionano in gran parte di latte extra-regionale e anche estero, per cui e` evidente che il prezzo del poco latte marchigiano risente moltissimo dei prezzi di mercato nazionale e internazionale. Ecco perche` e` difficile, se non impossibile, la stipula di un prezzo differenziato alla stalla per il latte marchigiano. La definizione del prezzo del latte alla stalla, infatti, e` sempre piu` frutto di accordi separati tra industria e produttori (o loro associazioni) ed e` sempre influenzato dal mercato e dalle sue fluttuazioni (se il latte estero e` caro, si rivaluta il latte nazionale e viceversa).