I giovani oggi sono come i panda, cioe` come specie in via di estinzione che vanno protette, messe in riserve, isolate e osservate. Unaffermazione di sicuro impatto quella del professor Ilvo Diamanti, questa mattina ad Ancona, alla prima Conferenza regionale sulle politiche giovanili. Entita` pandizzata e` il neologismo che Diamanti ha inventato per descrivere le giovani generazioni. Loccasione e` arrivata proprio a commento dello studio curato da tre ricercatori, Luigi Ceccarini, Elisa Lello e Andrea Girometti, del Laboratorio LaPolis dellUniversita` di Urbino, diretto dallo stesso Diamanti.
Il campione preso in esame comprende la fascia di eta` dai 15 ai 29 anni. Ne emerge complessivamente un quadro lusinghiero dei giovani che crescono nelle Marche. Sono soddisfatti della vita presente, meno ottimisti se pensano al futuro ma tuttavia non rassegnati. Amano coltivare gli interessi personali, le amicizie, il divertimento. Tra le attivita` piu` frequenti rientra lascolto della musica, lattivita` sportiva, il computer e lintrattenersi in bar, pub, birrerie, mentre il tempo trascorso in luoghi di incontro e socialita` a piu` ampio raggio e di azione collettiva e` decisamente piu` ridotto. Cio` non vuol dire che siano disinteressati, individualisti o isolati, piuttosto il loro e` un coinvolgimento soprattutto di tipo ludico ricreativo oppure culturale, o sociale o filantropico, come nel caso del volontariato.
Se esiste un punto su cui giovani e adulti convergono, questo sta nellatteggiamento di distacco verso la politica altra, quella nazionale, i suoi attori e le sue istituzioni chiave. In particolare, i giovani si fidano soprattutto dellUniversita`, dellUnione Europea, della Regione.
E in famiglia? I giovani marchigiani, in linea con alcune tendenze emerse anche da ricerche svolte in ambito nazionale, tratteggiano rapporti decisamente buoni con i propri genitori. Ne sono ampiamente soddisfatti, sostengono di avere discussioni accese in modo tendenzialmente sporadico se non raro e di potere godere di margini di liberta` notevoli, soprattutto dopo il conseguimento della maggiore eta`. Per Diamanti un dato che puo` essere letto anche in negativo: se da una lato la famiglia, ma anche la scuola, pone meno limiti rispetto al passato, la conseguenza e` che i giovani si trovano a dover fare i conti con interlocutori privi di autorita`. Purtroppo sostiene Diamanti lo Stato e i servizi non possono sostituire la famiglia e la scuola. Tuttavia, i giovani possiedono grandi risorse: Bisognerebbe continua Diamanti considerarle come fattori di novita` utili al cambiamento.
I giovani sono dunque piuttosto soddisfatti dei diversi aspetti della vita privata. Un senso di appagamento che convive, pero`, con atteggiamenti affatto ottimisti rispetto al futuro. Tuttavia, non sembrano lasciarsi abbattere da questa disillusione; anzi, i giovani marchigiani appaiono piuttosto combattivi rispetto al futuro, specie nel momento in cui fanno convogliare le proprie preferenze su attivita` lavorative che richiedono iniziativa e comportano lassunzione di rischi e responsabilita`, rivendicando a favore della propria generazione una piu` equa distribuzione degli spazi di responsabilita` e decisione nei diversi ambiti sociali e lavorativi.
E i Comuni cosa fanno invece per i giovani? Riguardo ai contenuti delle politiche giovanili, nel corso degli ultimi anni e` mutato il significato loro attribuito che si e` orientato verso la promozione dei diritti dei giovani alla cittadinanza, in particolare attraverso la promozione della partecipazione sociale (centri di aggregazione giovanile, creazione di consulte, sostegno allassociazionismo), la protezione dal disagio e la creazione di beni e servizi specifici, come ad esempio i centri Informagiovani, i servizi informativi, le scuole di formazione.
Il processo distituzionalizzazione nel settore delle politiche giovanili sembra avviato: le politiche giovanili sono ormai riconosciute come ambito specifico di governo, a cui corrisponde unapposita delega attribuita principalmente a un assessore. Le principali criticita` riguardano, tuttora, le difficolta` a coinvolgere i giovani in maniera organica negli ambiti di policy making che li riguardano direttamente. Si e` invece irrobustito il generale processo di diffusione territoriale degli interventi rivolti ai giovani, con particolare riferimento ai Comuni minori: e` questo uno dei principali risultati della legge regionale 46/95.
|