Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
29/11/2006

GIORNATA DELLE MARCHE: A BRUXELLES IN MOSTRA “LA CHIAMATA DI S. ANDREA” DI FEDERICO BAROCCI

Appuntamento con larte marchigiana in Belgio per la seconda edizione della Giornata delle Marche. Il Muse`es des Beaux Arts di Bruxelles ospita dal 7 dicembre 2006 al 16 febbraio 2007, la mostra La chiamata di S. Andrea, la vocazione europea di Federico Barocci. Lesposizione, realizzata in collaborazione con il museo belga e lIstituto Italiano di Cultura, presenta al pubblico lomonima opera del pittore urbinate Federico Barocci, vissuto nelle Marche a cavallo tra `500 e `600. Un evento importante che rientra nel programma delle manifestazioni della seconda Giornata delle Marche, particolarmente coerente con le motivazioni profonde che hanno ispirato sia liniziativa nel suo complesso sia, in particolare, la mostra e il pregevole catalogo sullopera marchigiana, realizzato con il coordinamento e il contributo scientifico di Costanza Costanzi e del conservatore del museo belga Joost Vander Auwera: Unoccasione ulteriore - ha dichiarato il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca - per riflettere da unottica privilegiata, quale quella artistica, sulle tante potenzialita` che le Marche esprimono e rappresentano nel mondo. Il linguaggio dellarte e della cultura aggrega e unifica continua Spacca - Questo e` il messaggio che potrebbe scaturire da questa piccola ma significativa mostra, costruita intorno ad una sola opera di un artista le cui precoci intuizioni artistiche ispirarono Rubens e altri maestri della scuola fiamminga. Ma le ragioni, pur lodevoli, pertinenti alla storia dellarte in senso stretto, non esauriscono le motivazioni per cui e` stata pensata e realizzata questiniziativa. La bella pala di Barocci infatti e` solo una delle tante opere sottratte alle Marche. Realizzata per la Confraternita dei Pescatori di Pesaro nel 1583 su commissione della duchessa Lucrezia dEste, prima moglie di Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino, essa fu trasferita per volonta` di Napoleone nel 1797 a Parigi e di li` poi a Bruxelles, dove tuttora e` conservata al Muse`es del Beaux Arts. Un percorso `migratorio prosegue il presidente Spacca - che, se pur doloroso per le Marche, non ha tuttavia reciso il legame intrinseco con il contesto di appartenenza dellopera e con la tradizione artistica, da cui e` stata generata. Partendo da questa considerazione, lopera di Barocci `emigrata a Bruxelles si pone come testimonianza della tradizione artistica locale ma anche metafora del vincolo che unisce alla terra dorigine i tanti marchigiani sparsi nel mondo, legati alle loro radici, ma al tempo stesso capaci, come le nostre opere darte disperse, di diffondere e rappresentare limmagine delle Marche attraverso la valorizzazione delle sue molteplici risorse artistiche, umane e culturali. Linnovativa inquadratura della scena, impostata da un punto di vista rialzato, che sfonda verso un orizzonte paesistico dilatato in profondita`, dietro le due solenni figure in primo piano (S. Andrea inginocchiato davanti a un Cristo apollineo) da` luogo ad effetti di dissolvenza cromatica e luminosa di stupefacente modernita`, al cui messaggio si mostreranno particolarmente sensibili ed attenti i pittori fiamminghi. Due destini contrapposti e al tempo stesso complementari: ad essi e` stranamente riconducibile lavventura umana ed artistica di Federico Barocci: da una parte il suo isolamento nella terra natale, Urbino, dallaltro, la cospicua presenza di sue opere fuori delle Marche che testimonia una visibile rinomanza europea dellartista. Della sua attivita` e della sua bottega resta memoria nei numerosi dipinti tuttora esistenti nelle Marche oltre che nelle tante opere sparse fuori regione, destinate a committenti non marchigiani oppure piu` propriamente disperse, in seguito ad eventi diversi, come nel caso della Chiamata di S. Andrea. Forti suggestioni per gli sviluppi successivi dellarte fiamminga si ritrovano non solo in questa opera ma anche nella Crocefissione con i dolenti e S. Sebastiano, realizzata nel 1596 per il Duomo di Genova: essa rappresenta una pietra miliare negli sviluppi della pittura genovese del `600, destinata ad influenzare celebri artisti di passaggio per Genova, quali Rubens, Van Eyck e lo stesso Guido Reni. (La mostra e` visitabile da martedi` a domenica con orario 10-13 e 14-17. Chiuso l1 e il 10 gennaio Il 24 dicembre e il secondo giovedi` di gennaio chiusura ingresso alle ore 14. Sede espositiva: rue de la Re`gence, 3 - Bruxelles).