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11/12/2005

GIORNATA DELLE MARCHE, SPACCA: "VALORI CONDIVISI PER UN FUTURO MIGLIORE"

Una giornata per esaltare lorgoglio e affermare lidentita` di una piccola regione. Un momento da condividere con tutte le comunita` marchigiane nel mondo, dove vivono oltre cinque milioni di corregionali, piu` dei danesi messi insieme. Cosi` la giornalista Carmen Lasorella ha introdotto la manifestazione istituzionale della Giornata delle Marche, al Teatro delle Muse di Ancona. La sorella ha sollecitato un lungo applauso per salutare gli emigrati marchigiani che sono riusciti a raggiungere livelli di integrazione molto forti e sono un esempio di come sia possibile costruire una societa` multietnica, dove ciascuno dia il proprio contributo e non diventi un peso o un pericolo. Concetti ribaditi dal presidente della Regione, Gian Mario Spacca, che ha illustrato i contenuti della giornata, vissuta sullincontro tra istituzioni e comunita`, e sullimpegno a essere governo dentro i problemi dei cittadini. Spacca ha ricordato le motivazioni che hanno portato a individuare il 10 dicembre come la Giornata delle Marche, fortemente voluta dalla comunita` marchigiana dArgentina: e` il giorno della dichiarazione dei diritti delluomo, e` la giornata della pace voluta dal Consiglio regionale, si celebra la Madonna di Loreto (Vergine migrante che viene dallOriente). Laici e cattolici ha aggiunto il presidente in questa ricorrenza riscoprono valori condivisi. Spacca ha anche anticipato che la giornata del 2006 (50 anniversario della tragedia delle miniera di Marcinelle) sara` dedicata ai marchigiani del Belgio. Sara` anche quella unoccasione per raccontare la nostra gente e la nostra terra, luogo dalla straordinarie bellezze paesaggistiche e dalla forte memoria delle proprie radici e tradizioni, dove ogni passaggio e ogni evoluzione economica e` avvenuta nella continuita`, senza distruggere quanto faticosamente costruito. Il presidente ha assicurato che esaltare lidentita` marchigiana non significa tracciare un confine, per escludere chi sta oltre. Al contrario, e` unesigenza che accomuna, che trae alimento dalla pluralita` e dove ogni realta` si ritrova su ideali condivisi. E` lesaltazione della capacita` di saper coniugare lidentita` con lintegrazione, per divenire costruttori di un futuro carico di virtu` e di valori. Il modello di welfare marchigiano ha successivamente detto il presidente, intervistato da Carmen Lasorella durante il dibattito alle Muse - si e` consolidato perche` i Comuni hanno saputo amministrare bene il loro territorio. Soprattutto perche` e` stato un modello di sicurezza sociale in cui i poteri civili si sono ben rapportati con il privato sociale, e insieme hanno sostenuto il tessuto produttivo e accompagnato le imprese nel loro percorso di sviluppo. Ce` bisogno di rinnovare il modello e di farlo insieme, e questa platea testimonia oggi la disponibilita` a concertare e collaborare con le istituzioni. La nostra esperienza di vita comunitaria, la sicurezza dei territori, la storia del nostro sviluppo, sono la nostra forza per il futuro.