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02/12/2005

AGOSTINI: “PERCHE’ LA DEVOLUTION NON CI PIACE”. MARCOLINI: “IL GOVERNO PREMIA LE REGIONI MENO VIRTUOSE”

La riforma federale voluta da Bossi, se approvata, farebbe saltare i principi di equita`, solidarieta` e universalita` che sono alla base del Servizio sanitario nazionale,con gravissime conseguenze per i cittadini. Lo ha affermato il vice presidente della Giunta regionale, Luciano Agostini, al convegno di Macerata sulla sanita`. I cittadini spiega - debbono poter usufruire di prestazioni sanitarie uguali sia dentro che fuori la regione di appartenenza: col federalismo si creerebbero, invece, inaccettabili disparita` tra chi ha la fortuna di abitare in regioni ricche e chi vive al Sud. Per questo la devolution non ci piace. Il vice presidente ha poi difeso la legge 13 di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale: Una buona legge che sta dando risultati positivi nel coordinamento del territorio e che non mortifica le aziende sanitarie locali che restano protagoniste indiscusse del territorio. Agostini ha anche auspicato che istituzioni e sindacati facciano una battaglia comune perche` il governo istituisca un fondo per i non autosufficienti. Infine ha sottolineato lesigenza che pubblico e privato collaborino strettamente, al fine di migliorare lofferta dei servizi, ognuno pero` nel rispetto dei ruoli, in modo da evitare che il privato sconfini in ambiti di competenza delle istituzioni pubbliche. Nel corso del dibattito non sono mancate critiche alla riforma. Se Mezzolani e Agostini elogiano la riorganizzazione del sistema regionale sanitario, Stefania Serafini, direttrice della Legacoop delle Marche - associazione alla quale aderiscono circa 350 cooperative sociale e una ventina di societa` che operano quasi esclusivamente a supporto del servizio sanitario sostiene che centralizzare lacquisto di beni e servizi non ha prodotto in assoluto economie di scala e che leccessiva selezione espelle dal mercato grandissima parte del sistema imprenditoriale marchigiano caratterizzato da modeste dimensioni. Per questo la responsabile della Legacoop, propone un patto con il sistema delle imprese marchigiane che operano con e nella sanita`, in modo da definire, anche con altri soggetti nuovi percorsi di erogazione dei servizi e migliorare lefficienza dei sanita` marchigiana. Critiche sono venute anche da Maria Paola Merloni, presidente di Confindustria Marche: Sicuramente sono stati fatti dei progressi nella riduzione del disavanzo della sanita`, sceso solo nellultimo anni da 72 a 47 milioni di euro; ma a questo punto o le addizionali vengono tolte o ci si dica come vengono spesi i maggiori proventi, visto che non sono destinati a finalita` produttive: abbiamo la tassazione piu` elevata dItalia, non accettiamo che le addizionali vengano utilizzate solo per la sanita`. Pronta la replica di Pietro Marcolini, assessore regionale al bilancio. Quando si parla di sanita` si rischia di essere approssimativi, specie se si giudica dallesterno. In questi ultimi anni la Regione Marche, al nono posto in Italia per pressione fiscale, ha ridotto le tassazioni per un ammontare di 50 milioni di euro. E quel che e` avanzato nel 2005 e` stato utilizzato per sostenere le politiche sul lavoro, per lo sviluppo delloccupazione e per la tutela dellambiente. Bisogna poi fare i conti - ha aggiunto il responsabile del bilancio- col `convitato di pietra, con un governo cioe` che non solo fa mancare risorse e costringe le Regioni a ridurre i servizi o ad aumentare le tasse, ma nemmeno prevede nella ripartizione dei fondi meccanismi di deterrenza nei confronti delle regioni piu` spendaccione e premi per quelle virtuose, come le Marche. Marcolini ha, infine, ricordato che oltre il 40 per cento della spesa sanitaria regionale e` dovuta allassistenza agli ultrasessantacinquenni. Di qui lesigenza di riorganizzare i servizi, destinando quote maggiori del bilancio alla prevenzione, al potenziamento delle eccellenze e alle persone non autosufficienti. Sula base delle ultime rilevazioni, nelle Marche il numero degli addetti del Servizio sanitario regionale ammonta a 19.700 unita`, di cui 1.200 precari. Circa 3.000 i medici che svolgono attivita` nei servizi pubblici. La spesa complessiva e` di 2, 4 miliardi di euro, pari a quasi l82 per cento del bilancio regionale. Tredici gli ospedali di rete, cui si aggiungono gli ospedali riuniti di Ancona (Ora),lInrca e il San Salvatore di Pesaro.