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19/11/2005

INVESTIMENTI FINANZIARI PER LA CULTURA E STRATEGIA D'IMPRESA

Come investire nei progetti culturali e come migliorare il rapporto tra cultura e impresa sono stati i temi discussi nella seconda giornata dei lavori del Convegno Cultura della cultura per lo sviluppo del territorio che si e` svolto oggi a presso il Teatro Studio Valeria Moriconi, a Jesi. Temi complessi, sui quali si sono confrontati imprenditori marchigiani e autorevoli esperti provenienti da tuttItalia. Diverse, naturalmente, le risposte, ma tutte accomunate dalla volonta` di mantenere un dialogo aperto tra pubblico e privato, specie in un momento come quello attuale in cui si avverte forte lesigenza di unirsi per far fronte alle difficolta` finanziarie e ai problemi posti dalla globalizzazione e dalla competitivita`. Per quanto riguarda gli investimenti finanziari, c e` chi, come Massimo Pacetti, assessore alla cultura della Provincia di Ancona, ha sottolineato la crescita della capacita` progettuale degli enti locali di fare sistema e utilizzare al meglio le scarse risorse finanziarie, come dimostrano i primi tre anni di vita del progetto Leggere il Novecento promosso dallamministrazione provinciale; chi, come Gian Mario Raggetti, ha messo in risalto gli effetti moltiplicatori degli investimenti nella cultura,e chi, come Raimondo Orsetti,direttore del Centro regionale beni culturali, pur riconoscendo le molte iniziative realizzate e limpegno del nuovo governo regionale - che nella mozione programmatica ha individuato nella cultura uno dei quattro assi strategici di sviluppo - ha tuttavia ricordato che le Marche sono la regione piu` sparagnina dItalia, sia per la spesa pro-capite che per la quota del bilancio regionale destinate alla cultura. Ma ce` stato anche chi, come Massimo Sterpi, ha sfatato il mito dellAmerica paradiso fiscale per chi voglia investire nella cultura; in realta` ha spiegato lo studioso - la legislazione italiana e` molto piu` allavanguardia, poiche` offre possibilita` pressoche` illimitate a chi vuole fare donazione, visto che dal Duemila le imprese possono detrarre lintero importo e che, a partire da questanno, anche le donazioni delle persone fisiche a favore delle organizzazioni no profit possono essere detratte fino al 10 per cento del reddito dichiarato. Federico Tardioli,presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Jesi, ha ricordato che il 35 per cento del bilancio della Fondazione e` destinato a investimenti in favore di beni e attivita` culturali del territorio. Del tutto diversa, invece, come ha spiegato Gianfranco Gagliardi, presidente di Teatri S.p.a., la scelta dellistituto bancario trevigiano che, ai finanziamenti a pioggia, ha preferito dar vita a societa` strumentali in modo, da poter sostenere, insieme al pubblico, la realizzazione di progetti culturali. Michele Trimarchi, dello Iulm di Milano, ha sottolineato i limiti del sistema di finanziamento pubblico dei teatri e la scarsa ricaduta sui cittadini, specie quelli - e sono la stragrande maggioranza - che consumano scarsa cultura. Diversi anche , ma tutti stimolanti, i contributi dei partecipanti alla tavola rotonda sui rapporti tra cultura e impresa. Paolo Celli, vice presidente dellassociazione degli industriali di Forli`, ha sottolineato lesigenza degli imprenditori di riscoprire le radici e denunciato la poverta` di un approccio alla cultura basato esclusivamente su meri parametri economici. Per Gennaro Pieralisi, del gruppo Pieralisi, alla base degli investimenti degli imprenditori ce` spesso una forte esigenza di legittimazione sociale. Federico Tardioli, presidente dellassociazione degli industrali di Ancona, ha riconosciuto che limpresa, per essere competitiva, ha bisogno dellapporto della cultura: un debito ammesso anche da Piergiovanni Ceregioli, de I Guzzini illuminazione, secondo il quale lAzienda ha ricevuto molti input dalla cultura. Per Orietta Maria Varnelli, della Distilleria Varnelli, bisogna ringraziare i cinesi, perche` contribuiscono a ripensare il modo di fare impresa e quindi a riscoprire valori intangibili, come la cultura e il rapporto col territorio, che sono fondamentali per il marchio di unazienda. (s.p.)