Text/HTML

Call us now
+123 456 7890
08/11/2005

DISTRETTI PRODUTTIVI, REALTA’ IN MOVIMENTO - L’ASSESSORE GIACCAGLIA: “ECONOMIA REGIONALE IN TRANSIZIONE”

Lo sviluppo territoriale, levoluzione delleconomia regionale e del sistema dei distretti, le novita` della Finanziaria in materia, il consolidamento delle nuove specializzazioni produttive, questi gli argomenti al centro dellagenda politica della giunta regionale e dellassessorato alle attivita` produttive. Circa la meta` dellexport e circa un terzo del PIL nazionali provengono dai distretti ricorda lassessore regionale alle attivita` produttive Giaccaglia -, cioe` da realta` caratterizzate da una forte presenza di piccole e medie imprese, aziende queste che creano oltre il 90 per cento delloccupazione nazionale e circa l80 per cento delle esportazioni. E questo il punto di partenza di qualsiasi ragionamento sulla portata e sullevoluzione dei distretti produttivi. Le analisi economiche continua Giaccaglia - ci dicono che landamento dei distretti e` molto differenziato: vanno meglio i distretti che spostano la loro attivita` dalle produzioni di base a quelle con maggior valore aggiunto. Per quanto riguarda la nostra regione, se guardiamo al distretto fermano - maceratese della calzatura, si nota un certo dinamismo frutto del riposizionamento di mercato delle imprese piu` consolidate. Le diminuzioni di export registrate dipendono maggiormente dalle minori quantita` e non dal minore valore unitario delle calzature. Si esporta quindi meno ma a prezzi maggiori, questo significa una maggiore resistenza alla concorrenza di prezzo ed un potere contrattuale maggiore, che espone meno alla concorrenza internazionale. Come messo in evidenza da Mariangela Paradisi, docente di economia presso lUniversita` politecnica delle Marche, nel suo intervento apparso sulla stampa , a volte le imprese fuori distretto, specie nei settori maturi, mostrano performance superiori a quelle fisicamente localizzate nei distretti. Tuttavia sottolinea Giaccaglia lintervento della Paradisi conferma limportanza della localizzazione fisica, quindi della distrettualita` tradizionale, per quelle lavorazioni artigianali ad altissimo valore aggiunto e qualita`. Il concetto di distretto e` cambiato continua Giaccaglia -, nella letteratura, nella prassi ed ora anche nelle definizioni normative. Da luogo fisico, geograficamente delimitato, di integrazione tra imprese, si cominciano a configurare distretti come aggregazione di aziende per funzione, organizzate a rete soprattutto grazie alle moderne piattaforme tecnologiche digitali. Sono i meta-distretti, cioe` aggregazioni aziendali che partono dal tessuto manifatturiero, valorizzano le reti lunghe della commercializzazione, del design, dellinternazionalizzazione. La Regione Marche con una delibera del 2004, innovativa anche da un punto di vista amministrativo, ha sostenuto la progettualita` a favore delle specializzazioni produttive regionali, specie nei settori della ricerca industriale e precompetitiva, del trasferimento tecnologico, dellinternazionalizzazione, della qualita` e dell innovazione organizzativa, di prodotto e di processo. Sono state quindi approvate agevolazioni per circa 3 milioni di euro, per oltre 8,6 milioni di investimenti. A queste nuove realta` guarda per la prima volta il legislatore nazionale. Riguardo lart. 53 del disegno di legge finanziaria 2006 ha osservato Giaccaglia -, lintento di promuovere una politica generale di sviluppo territoriale e` di per se positiva, cosi` come sono positivi gli sforzi per dare stabilita` al carico fiscale di distretto mediante listituto del concordato preventivo. Tuttavia emergono spunti da parte degli esperti sulla possibilita` che le norme della Finanziaria si traducano in ostacoli: sovrapposizioni tra ambiti amministrativi degli enti locali e nuova realta` burocratica distrettuale, cristallizzazione di una realta` dinamica in evoluzione, scarsita` di risorse, incertezza sulla valutazione quale aiuto di stato da parte degli organi comunitari, coordinamento difficoltoso tra ben cinque ministeri per lattuazione della nuova normativa. Il bond di distretto poi non e` una novita`, e` uno strumento gia` conosciuto e promosso dalle grandi banche radicate nel nord est. La cosa che lascia piu` perplessi, tuttavia, e` il richiamo fatto al principio costituzionale di sussidiarieta`, senza pero` coinvolgere i governi regionali nellattuazione delle nuove disposizioni. Nel disegno di legge finanziaria non e` previsto nemmeno un passaggio consultivo in conferenza Stato Regioni. Le perplessita` aumentano se si considera che ad oggi sono soprattutto gli enti regionali ad aver disciplinato le varie realta` distrettuali.(fb)