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06/10/2005

PROPOSTA DI LEGGE "ALIMENTI E BEVANDE"

Rinnovare la rete degli esercizi che somministrano al pubblico alimenti e bevande, favorire la crescita imprenditoriale e loccupazione, tutelare i consumatori, garantire la trasparenza del mercato. Sono le finalita` di una proposta di legge che la Giunta regionale ha presentato in Consiglio per disciplinare lattivita` di bar, ristornati trattorie, pub: in generale, degli esercizi commerciali che vendono, per il consumo sul posto, prodotti alimentari, bibite e liquori. Le disposizioni non valgono per le attivita` turistiche e agrituristiche, regolamentate dalle rispettive leggi regionali. Come ha sottolineato lassessore al Commercio, Luciano Agostini, la definizione di una nuova normativa - che dovra` essere approvata dallassemblea regionale si e` resa necessaria in quanto, con la modifica del Titolo V della Costituzione, il commercio e` diventato di competenza esclusiva delle Regioni. Il loro coordinamento tecnico, riunitosi piu` volte a Roma, ha elaborato una bozza comune, con i principi a cui attenersi per assicurare una uniformita` giuridica a livello nazionale. Il testo predisposto dalla Giunta regionale ha avuto il parere favorevole della Conferenza delle autonomie locali, che ha apportato alcune modifiche alla stesura iniziale. La proposta di legge, oltre a definire lattivita` di somministrazione, prevede ununica autorizzazione invece delle quattro tipologie in vigore. Promuove una semplificazione amministrativa ricorrendo nei casi possibili alla dichiarazione di inizio attivita` in luogo dellautorizzazione comunale. Non e` piu` richiesta liscrizione al Rec (Registro esercenti il commercio), ma il possesso di requisiti morali (contenuti nel decreto legislativo Bersani) e professionali per poter svolgere lattivita`. Tra i secondi, uno dei seguenti: corsi professionali, idoneo diploma di istituto secondario o universitario, iscrizione al Rec nel quinquennio antecedente lentrata in vigore della proposta di legge, esame di idoneita` presso le Camere di commercio o unapposita commissione costituita dalla Giunta regionale. Non sono piu` previste le Commissioni comunali e provinciali per il rilascio delle autorizzazioni (la partecipazione viene assicurata dal coinvolgimento delle associazioni di categoria dei consumatori), cosi` come il contingentamento numerico delle autorizzazioni. I Comuni si dovranno attenere a indirizzi regionali che saranno successivamente emanati. Gli esercenti, inoltre, potranno determinare gli orari di lavoro entro i limiti stabiliti dai Comuni, con la possibilita` di rimanere aperti sette giorni su sette, nelle fasce orarie piu` idonee per i consumatori o per le caratteristiche del territorio. La chiusura temporanea dellattivita` potra` avvenire senza comunicazione (obbligatoria solo per periodi superiori a 30 giorni).